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Cronaca
A Genova i lavoratori dell'ex Ilva occupano Ponte San Giorgio. La lettera a Meloni
Oggi 02-12-25, 15:33
AGI - Sono arrivati sul ponte San Giorgio di Genova - quello ricostruito dopo il crollo del Morandi - gli operai dell'ex Ilva in sciopero per chiedere di ritirare il "piano corto" di ridimensionamento, sbloccare l'invio dei materiali allo stabilimento di Cornigliano. Il lungo corteo di lavoratori, oltre mille in piazza nel secondo giorno di mobilitazioni a Genova, si è diretto prima verso l'aeroporto e dopo un presidio alle partenze si è rimesso in marcia questa volta in direzione dell'autostrada A10. Al momento il presidio con blocco del traffico occupa la parte centrale del viadotto sulla carreggiata diretta verso Genova Ovest. Le manifestazioni stanno interessando anche i lavoratori di Taranto. La lettera a Meloni Con una lettera alla premier Giorgia Meloni, al sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano, e ai ministri Urso, Calderone e Giorgetti, a capo rispettivamente dei ministeri Imprese, Lavoro ed Economia, i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm - Uliano, De Palma e Palombella - hanno avanzato una richiesta "d'incontro urgente presso la presidenza del Consiglio del Tavolo permanente ex Ilva Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria". "A seguito della presentazione del piano denominato 'ciclo corto' - affermano i segretari generali - si è generata una situazione estremamente grave, caratterizzata da conflitti e forti tensioni sociali nei territori che rischiano di avere un effetto domino. Siamo fortemente preoccupati dalla decisione di interrompere ulteriori attivita' produttive, con pesanti e irreversibili ripercussioni sulle prospettive future degli stabilimenti dell'ex Ilva. Alle gia' rilevanti incertezze riguardanti il piano di salvataggio, i processi di decarbonizzazione, la tenuta industriale e occupazionale, si sono aggiunti - sottolineano i vertici nazionali metalmeccanici - fondati timori relativi a una vera e propria operazione di dismissione delle attivita' produttive". E quindi, si legge nella lettera al Governo, "le organizzazioni sindacali chiedono: il ritiro immediato del 'piano corto' e la sospensione delle operazioni di spegnimento delle batterie 7-8-9-12; l'invio dei coils a Genova, Novi Ligure e Racconigi da Taranto per garantire la continuita' produttiva; No a ulteriore allontanamento dei lavoratori dalle fabbriche per effettuare formazione senza prospettiva lavorativa; L'avvio di un vero piano di manutenzione degli impianti". "Per queste ragioni - si evidenzia - è urgente la convocazione a Palazzo Chigi con la presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Restiamo in attesa di un vostro celere riscontro. In caso contrario - si annuncia - di fronte all'ulteriore aggravamento della situazione occupazionale e produttiva, saranno messe in campo iniziative di mobilitazione di carattere nazionale".
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