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Cronaca
Garlasco, sentiti gli ex legali di Sempio. La Procura indaga sui 60mila euro versati per la difesa
Oggi 12-11-25, 13:45
AGI - Federico Soldani e Simone Grassi, i due ex legali di Andrea Sempio, vengono sentiti come persone informate sui fatti in Procura a Brescia nell'inchiesta che vede indagati l'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, e Giuseppe Sempio, il padre di Andrea. Del pool difensivo faceva parte anche Massimo Lovati che dovrebbe essere convocato nei prossimi giorni. "Abbiamo saputo della vicenda di mio figlio il 23 dicembre 2016 dalla tv - aveva messo a verbale il 26 settembre Daniela Ferrari, la madre di Andrea Sempio-. Ci siamo rivolti all'avvocato Soldani il quale, dopo qualche giorno, quindi intorno al 27-28 settembre, ha chiesto telefonicamente a mio marito subito una cifra in contanti di duemila euro. Soldani ci ha detto che poi avrebbe collaborato con lui l'avvocato Grassi". Alla domanda se lei e il marito si fossero chiesti a cosa servisse il denaro che i legali chiedevano, la donna aveva risposto: "Ci dicevano che ci servivano per le carte. Dagli avvocati ci andavano sempre mio marito e mio figlio e quando tornavano ci dicevano che gli servivano per le carte". Gli inquirenti vogliono approfondire il tema dei sessantamila euro versati agli avvocati per tre mesi di lavoro nell'indagine aperta nel dicembre 2016 e poi chiusa il 23 marzo 2017 con l'archiviazione di Sempio dall'accusa di avere ucciso Chiara Poggi. La notizia arriva dopo che ieri una fonte qualificata ha riferito all'AGI che sarebbero riconducibili a Marco Poggi e a un carabiniere le due impronte sull'esterno della porta del garage della villetta di via Pascoli, a Garlasco, mentre apparterrebbe a un operatore l'impronta sulla porta della villetta di via Pascoli. Appartengono, invece, tutte a Chiara Poggi le quattro impronte sul sacchetto dei cereali e le due su quello per l'immondizia. Non sono state rilevate impronte nè di Alberto Stasi nè di Andrea Sempio sui reperti analizzati I costi della difesa e i sospetti della Procura Il 26 settembre scorso gli investigatori avevano sentito Giuseppe Sempio che, alla domanda sui costi per la difesa del figlio, li aveva quantificati "tra i 55 mila e i 60 mila euro". "Visto che l'archiviazione è arrivata circa tre mesi dopo l'iscrizione - lo avevano incalzato - non è strano aver speso quella cifra per tre avvocati per tre o quattro mesi?". La risposta: "Noi eravamo nelle loro mani e non sapevamo una virgola di cosa facessero, eravamo in loro balia". Secondo la Procura quei soldi non sarebbero stati destinati solo ai legali ma anche a Venditti per chiedere l'archiviazione di Sempio, poi accolta dal gip. Lovati ha ammesso i pagamenti in nero mentre Grassi ha dichiarato ai media che la sua retribuzione "è stata l'esposizione mediatica in televisione e sui giornali" e non il denaro.
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