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Perché Sinner è rimasto in silenzio dopo la morte di Pietrangeli
Oggi 02-12-25, 15:39
AGI - A volte il silenzio fa più rumore di un boato fragoroso. La morte del primo grande tennista italiano, Nicola Pietrangeli, icona di questo sport e atleta simbolo di uno sport antico, elegante, quasi raffinato, venuto prima dei bombardieri racchetta hi-tech muniti, ha colpito un po’ tutti. Aveva 92 anni e da un po’ era bloccato a letto. Non è andato all’appuntamento più importante del tennis italiano (in Italia), le ATP Finals di Torino. E questo è stato un segnale inequivocabile. Tutti hanno espresso il cordoglio per la sua scomparsa. Tutti, tranne uno (o due), Jannik Sinner. Il suo silenzio oggi viene letto in molti modi dai tanti appassionati. Chi è malpensante e scrive che Jannik non dà l’ultimo addio a ‘Nik il terribile’ perché in questi anni lo ha sempre criticato per le scelte di non andare in Davis, alle Olimpiadi o perché “quando c’ero io il tennis era un altro sport e nessuno come me in Italia”… Chi invece pensa che Sinner sia un po’ supponente e non ritenga nessuno al suo livello, soprattutto uno che ha sempre detto di essere stato il più forte tennista italiano, anche di fronte ai successi dell’altoatesino. Sinner, azienda senza il settore Comunicazione In realtà, probabilmente, bisogna fare un esercizio di realismo e considerare le cose come stanno: Sinner, l’azienda multimilionaria Sinner, è internazionale. Di italiano ha solo l’origine (per pochi chilometri, peraltro) ma poco altro. Il management è straniero, a parte il coach Simone Vagnozzi e pochi altri. E di certo non brilla sotto l’aspetto della comunicazione. Il rifiuto alla Coppa Davis comunicato a poche ore dall’inizio del torneo senza accampare scuse (come invece era stato fatto ai Giochi Olimpici di Parigi) ne è la prova. Figurarsi se qualcuno ha ritenuto opportuno fare un semplice post sui social, magari con un emoticon e una scritta “RIP”. Roba facile, ma non è nelle corde del team di Sinner, concentrato solo sul tennis, sul marketing, sulla preparazione atletica, sulla macchina perfetta che è Jannik. Il silenzio di Jannik dalle Maldive In quanto a lui, il ‘maestro dei maestri’ 2025, non ci pensa proprio di seguire le vicende del mondo (figurarsi della piccola Italia) dal suo ‘buen retiro’ alle Maldive con la bella fidanzata Laila Hasanovic. Come è noto, subito dopo la conclusione della stagione è partito per passare una settimana in un resort col padre Hanspeter, poi il volo verso le Maldive (‘fuga’ svelata dal collega Sacha Zverev che era con lui casualmente sull’aereo). Appena dopo il trionfo degli azzurri nella Coppa Davis il campione di San Candido aveva condiviso sul suo account social un’immagine di Cobolli, Berrettini e gli altri azzurri. Stavolta però, alla notizia della scomparsa di Pietrangeli, il suo profilo è rimasto silente. Pare abbia spento il telefono (ma Jannik ha un telefono?). Possibile, però gli altri dell’azienda, i manager vari, dovrebbero essere invece vigili. A 24 ORE DALLA SCOMPARSA DI PIETRANGELI L'ULTIMO POST RIMANE SULLE ATP FINALS A special year with highs and lows, but full of gratitude for the people around me. Couldn’t do it without this team. One of the best weeks of the year, thank you for the support and all the hard work. Time for a little break now. ❤️ pic.twitter.com/iDwDzGYUNu — Jannik Sinner (@janniksin) November 17, 2025 Empatia, immagine pubblica e il confronto con Alcaraz Anche perché i vincenti sono sempre un po’ antipatici (a meno che non siano universalmente ammirati come Roger Federer) e bisognerebbe fare di tutto per renderli più amabili. Basta poco, che ci vuole… diceva un antico adagio di uno spot tv. Non vorremmo mai che malgrado i suoi trionfi e le sue sempre identiche dediche ai tifosi italiani “perché l’Italia è il paese che amo”, magari alla fine il sentimento di antipatia prevalga. Su questo dovrebbe imparare dal suo avversario (unico), Carlos Alcaraz, Carlitos, amatissimo dovunque per la sua risata coinvolgente e la sua sincerità (vera o apparente, chissà?). Di certo umano. Essere un alieno, un robot, aiuta Sinner a vincere più o meno sempre, ma sull’aspetto dell’empatia che deve lavorare parecchio. Magari potrebbe spendere qualche spiccio del suo immenso patrimonio per un’agenzia di comunicazione che ne curi l’immagine. Non è la sua priorità, ma è un aspetto importante che dovrebbe considerare. Intanto si aspetta ancora un suo saluto a Nicola Pietrangeli. Condoglianze in forma privata? La questione comunicazione resta al centro del dibattito anche se, come si legge su siti specializzati, il campione altoatesino avesse preferito scrivere in privato ai familiari di Pietrangeli piuttosto che rendere pubblico il suo ultimo saluto. Forse è vero, anche se non c'è alcuna conferma di questo. In ogni caso il team di Sinner evidentemente ignora che il campione è un personaggio pubblico e come tale deve comportarsi. E' l'ABC della comunicazione. Unica eccezione si può comprendere in caso di lutto che colpisce nel privato, come nel caso di un amico intimo. Ma non era certo il caso di Pietrangeli. (Articolo aggiornato alle ore 15:40 del 2 dicembre 2025)
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