s
Sport
Quando Pietrangeli spiegò: "Ecco perché Sinner è il più forte"
Ieri 01-12-25, 14:25
AGI - Alle ultime ATP Finals di Torino, che hanno consacrato Jannik Sinner maestro dei maestri per la seconda volta consecutiva, mancava solo lui: Nicola Pietrangeli. Il resto della ‘squadra’ che per prima vinse la Coppa Davis nel 1976 era rappresentata dai vari protagonisti di allora, da Adriano Panatta a Paolo Bertolucci e Corrado Barazzutti. Un’assenza che in molti hanno letto come un triste presagio. Da un luogo che nel 2024 forse ha sancito la fine di una schermaglia alimentata ad arte dalla stampa e sostenuta dal vecchio campione attaccato ai suoi record e alla sua storia. Proprio all’AGI il 15 novembre 2025 Pietrangeli definì “devastante” il gioco di Jannik e mise fine all’annosa questione su chi sia stato il più forte tennista italiano della storia. In definitiva: “Sinner è proprio un bel fenomeno. Questo gioco qui lo gioca proprio da numero uno, è devastante. Non si scappa, non è che poi si possa mettere in discussione. Che ranking ha? Numero uno. E basta, è finito. Sono finiti i botti”. Il consiglio: "Non guardate Sinner, sentitelo" A Torino, per seguire le ATP Finals 2024 vinte da Jannik Sinner, Nicola Pietrangeli in un colloquio con l'AGI prima di andare a seguire l'incontro più atteso della giornata tra Zverev e Alcaraz (poi vinto dal tedesco che eliminò lo spagnolo dall’edizione scorsa), ha accettato di parlare del 'fenomeno Sinner'. E lo ha fatto ammettendo che l'azzurro è uno dei giocatori più potenti mai apparsi nel circuito, forse il più potente, e il suo gioco a tratti è incontenibile. “Io dico sempre che Sinner non bisogna solo guardarlo, bisogna sentirlo perché il botto che dà lui a questa palla è sicuramente molto superiore a quello di tutti gli altri”. La 'resa': "Sinner è il numero uno" Dopo aver per lungo tempo sostenuto che ai suoi tempi lui era più forte di Sinner, e che Sinner non avrebbe mai vinto quanto aveva vinto lui, lo scorso anno Pietrangeli ha finalmente ammesso che forse l'altoatesino era più forte di quanto era stato lui. A 23 anni (quanti ne aveva Sinner nel 2024) secondo ‘Nic il terribile’ Jannik era ormai talmente forte che non aveva bisogno di migliorare ulteriormente. “Più di essere il numero uno non può andare. Ha raggiunto la vetta. Se vince così non c'è bisogno di migliorare", ha spiegato parlando dell’altoatesino che era da qualche mese n.1 del mondo. La lucidità (unita all’esperienza) non ha mai fatto difetto a Pietrangeli. Forse solo un po’ la vanità, caratteristica dell’uomo e alimentata dall’età, è stata un po’ il suo limite (o la sua forza). Comunque sia, a 91 anni vedeva chiaramente quello che oggi è un dato di fatto acclarato: "L'unico che potrebbe dargli fastidio è Alcaraz: è un po' pazzo ma è l'unico che ha il gioco per batterlo. Gli altri no. Uno come Medvedev che gli ha sempre dato fastidio, per esempio, ormai non riesce più a contrastarlo". E Alexander Zverev? "A me piace molto e sta lassù, è numero due del mondo – spiegava lo scorso anno - ma non lo vedo al livello di Sinner". La previsione: Sinner e Alcaraz senza rivali Nei prossimi anni, dunque, ci sarà solo Alcaraz a dare fastidio a Sinner? Pietrangeli ne era convinto, anche se ha azzardato un paio di nomi che potenzialmente potrebbero diventare degli antagonisti credibili dell’italiano e dello spagnolo: “C’è l’americano Ben Shelton che non è male e poi l'inglese Jack Draper che gioca molto bene, è davvero buono". Sull’americano ci aveva visto giusto (nel 2025 Shelton ha partecipato alle ATP Finals), mentre l’inglese, malgrado le indiscutibili qualità, è bloccato da problemi fisici. La nostalgia: "Il tennis di oggi è un altro gioco" A 91 anni, pur ammettendo (a malincuore) di essere il secondo più forte tennista della storia italiana, guardava con nostalgia e un po’ di rimpianto il tennis di cui era stato uno degli interpreti più illustri e apprezzati. "Ormai tutto lo sport è diventato molto più fisico che tecnico quindi va bene così – spiegava - tu servi a 220 all’ora però la palla torna indietro a 240 quindi non fai neanche in tempo ad andare a metà campo. A me personalmente non piace, ma questo è il ricordo dei vecchi che non invidiano i giovani però dicono che oggi il tennis è diventato un altro gioco".
CONTINUA A LEGGERE
1
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano
Jannik Sinner spianato da Boris Becker: "Una delusione. Perché..."
Libero Quotidiano
Jannik Sinner, il paragone di Adriano Panatta. "Come Erling Haaland"
Agi
19:37
