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Cronaca
Spy-cam nei bagni: disposto il divieto di avvicinamento alle parti offese
Oggi 12-11-25, 16:06
AGI - Nell'ambito dell'inchiesta relativa alle spy-cam negli appartamenti affittati a ignari clienti, è stata accolta la richiesta della difesa dell'indagato del divieto di avvicinamento alle parti offese. Lo ha deciso il Gip del Tribunale dell'Aquila, rigettando la misura più grave degli arresti domiciliari per G.G., il 56enne aquilano, accusato di interferenza illecita nella vita privata e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. L'uomo, proprietario di diversi appartamenti di un condominio a poca distanza dall'ospedale dell'Aquila, è accusato di aver installato microcamere nei bagni degli alloggi dati in locazione a studenti, studentesse e allievi della Scuola di ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza dell'Aquila. A far scattare l'inchiesta il ritrovamento casuale da parte di un affittuario di uno di questi dispositivi sistemato dietro uno specchio. Dopo la sua corsa alla Questura per denunciare il particolare ritrovamento, gli agenti della squadra volante della Questura del capoluogo, hanno eseguito perquisizioni domiciliari in tutti i 12 appartamenti di proprietà dell'indagato, rinvenendo in 8 di questi altrettante telecamere collegate via wi-fi a un'applicazione installata al cellulare dell'indagato, consentendo di visualizzare in diretta le immagini degli inquilini mentre erano nei bagni. Nel corso sempre della perquisizione nell'abitazione del 56enne, è stato effettuato il sequestro di un computer e una chiavetta di memoria esterna. Una prima visione dei dispositivi (ora in mano a un consulente della Procura per gli approfondimenti del caso) ha fatto emergere la presenza di oltre mille tra foto e video fraudolentemente registrati nei bagni. Di qui la richiesta dei domiciliari da parte della Procura, per evitare un possibile inquinamento delle prove, rigettata pero' oggi dal Gip. Ieri l'indagato (assistito dall'avvocato Roberto De Cesaris del Foro dell'Aquila) si è sottoposto all'interrogatorio di garanzia, nel quale ha ammesso le proprie responsabilità, negando la presenza di minori nei file e la loro stessa diffusione a terze persone. L'uomo ha anche negato che la somma di 80 mila euro in denaro contante rinvenuto in sede di perquisizione sia di provenienza illecita, ma piuttosto frutto della sua attività di imprenditore. Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone
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