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Politica
Un 'sorso' di Montepulciano per il Pd, anche Bonaccini blinda Schlein
Oggi 02-12-25, 11:25
AGI - È l'effetto Montepulciano, ma il vino Nobile non c'entra. Dopo le aree di maggioranza riunite in Val di Chiana, anche il presidente Stefano Bonaccini blinda il percorso della segretaria respingendo le 'sirene' che evocano un congresso anticipato: "Non serve, Schlein è già forte di suo". Il senso è che anticipare l'appuntamento con i gazebo non farebbe che rafforzare ancora di più la segretaria, vista la penuria di competitor interni. Il presidente del partito è stato l'avversario diretto di Schlein alle primarie che l'hanno incoronata prima segretaria donna del PD. Nonostante questo, fin dal giorno dopo, Bonaccini ha sostenuto la leader dem, tanto da scontrarsi con la minoranza interna di cui era formalmente leader. Fino al 24 ottobre, quando a Milano lo zoccolo duro dell'ala riformista ha detto 'addio' all'ex presidente dell'Emilia-Romagna per avviare una nuova stagione di opposizione interna. Schlein, il Pd è più unito e compatto che mai La segretaria, davanti agli esponenti della maggioranza dem, ha speso parole importanti per il 'suo' presidente: "Il PD non solo non è morto e non si è scisso, ma è stato più unito e compatto che mai. Ringrazio voi e il presidente Bonaccini, l'unità non si fa da soli." Qualcuno, tra i presenti, ha letto la frase come un 'benvenuto' al presidente del partito nella maggioranza. L'operazione Bonaccini Per questo, però, "serve un passaggio politico", frena un dirigente che rivendica l'allargamento della maggioranza come il frutto del lavoro della triade di correnti: Dems, Articolo Uno e Areadem. Lavoro che ha portato a Montepulciano anche chi non aveva sostenuto Schlein al congresso, dai neoulivisti Anna Ascani, Marco Meloni e Antonio Nicita, a Gianni Cuperlo, Dario Nardella, Gianni Cuperlo e Vinicio Peluffo. L'operazione Bonaccini, invece, "va fatta alla luce del sole: se sei stato il capo della mozione alternativa a quella della segretaria nell'ultimo congresso, non entri in maggioranza con uno schiocco di dita". La convocazione dell'assemblea Il "passaggio politico" di cui si parla potrebbe arrivare a stretto giro. La convocazione dell'assemblea, prevista per il 13 dicembre, non è ancora arrivata, ma la finestra temporale per celebrarla sembra confermata, giorno più giorno meno, a metà mese. L'incertezza deriverebbe dal fatto che a Montepulciano le aree della maggioranza PD hanno avanzato una "offerta" alla segretaria che richiede del tempo per essere elaborata. Il nodo del candidato premier per il centrosinistra Blindare la candidatura alle primarie di coalizione, qualora si rendessero necessarie per scegliere il candidato premier di centrosinistra. "Lo ribadiremo anche nella prossima Assemblea: la segretaria deve essere l’unica candidata del PD alle primarie di coalizione. Basta perdere tempo in dibattiti logoranti, nel nostro Statuto è già tutto scritto", diceva ieri Michela Di Biase, esponente di punta di Area dem. E Bonaccini sottoscrive: "Ci sono vari strumenti", per la scelta dei candidati, "tra queste le primarie di coalizione. Ci manca solo che il Pd, se si fanno le primarie, ci vada con più candidati". Lo statuto del Pd A scorrere lo Statuto del Pd, nella versione approvata dall'assemblea il 16 dicembre 2023, si legge: "Il segretario è proposto dal Partito come candidato all'incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri". Tuttavia, "nell'esercizio della leadership elettorale e istituzionale", il leader o la leader dem "propone alla Direzione nazionale un diverso candidato all'incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri, quando lo ritenga opportuno per gli interessi del Paese e del Partito". Qualora il Partito Democratico "aderisca a coalizioni e per l'individuazione del candidato alla carica di Presidente del Consiglio dei Ministri si utilizzino le primarie, l'Assemblea nazionale stabilisce le modalità di presentazione e selezione di eventuali altre candidature, in aggiunta a quelle del Segretario nazionale, che saranno ammesse e successivamente presentate alla coalizione". I 5 Stelle, "no a fughe in avanti sulla leadership" Visto dai Cinque Stelle, il discorso sulla leadership appare "prematuro" rispetto alla necessità di lavorare sul programma per l'alternativa. Una fuga in avanti che, osserva una fonte parlamentare M5s, riguarda equilibri interni del Pd nei quali il partito di Conte non interviene. La richiesta di utilizzare la forza del Pd Ma all'offerta sulla candidatura della segretaria, gli esponenti che si sono avvicendati sotto al tendone di Montepulciano hanno però aggiunto la richiesta di "utilizzare di più la forza del Pd", a partire da iscritti e dirigenti nei territori. Una richiesta ribadita da Andrea Orlando: "Nei partiti politici, quelli che non sono promanazione di un singolo, come ha spiegato bene ieri anche Elly Schlein, i programmi sono il frutto di una discussione e di un coinvolgimento anche perché ai nostri iscritti non possiamo chiedere soltanto di fare le campagne elettorali". Il programma del Pd La segretaria, nella relazione finale tenuta domenica, non ha dato rassicurazioni sull'ultimo punto. Anzi, ha spiegato che il programma sarà costruito sì a partire dai territori, ma allargando il campo ben al di là degli iscritti del partito, confrontandosi con le realtà economiche e sociali, dalla scuola alla cultura, passando per il mondo delle professioni e del lavoro. Poi, in un altro passaggio della sua lunga relazione, Schlein ha sottolineato: "Il pluralismo non significa galleggiare per non scontentare nessuno. Significa discutere, ascoltare tutti e poi prendere decisioni forti, nette e chiare". E infine: "Il partito sui territori somigli di più a quanto si dice a livello nazionale". Insomma, va bene discutere, ma poi le decisioni sulla linea politica, così come sugli incarichi, è in capo al Nazareno.
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