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Sport
Dzeko, Modric e lo sguardo che illumina
Oggi 19-07-25, 08:05
Un amico coetaneo, lamentandosi di non essere più al centro di attenzioni femminili mi disse, “sono diventato trasparente”. A una certa età può capitare, non bisogna prendersela, ma andare avanti, cercando ribaltare la prospettiva: posare noi il nostro sguardo attento sulle cose e sulle persone e farle vivere per sempre. O meglio, farle vivere di più, in quanto guardate da noi. Secondo teorie tutt’altro che strampalate, l’oggetto guardato restituisce lucentezza e vigore. Via via che si cresce, che si invecchia (ormai l’ho detto), sono sempre più vaste le praterie di cose che guardiamo, e quindi sempre più ampia la lucentezza che ci circonda. Per questo sono felice quando verifico di grandi vecchi che si rendono protagonisti malgrado l’età. Anche nello sport, dove la vigoria fisica possiede la sua innegabile importanza. Ben vengano dunque i quasi quarantenni Modric e Dzeko, al Milan e alla Fiorentina. Hanno la possibilità di rendere lucente il gioco, farlo brillare di più. E poco importa se si muovono di meno, soprattutto in un calcio, quello italiano, dove ormai non si gioca, ci si trastulla, non si corre, si va avanti e poi si torna indietro, con una fitta rete di passaggi durante i quali si ha il tempo di conversare, “come va a casa, tutti bene?”, “bene grazie, ho solo un problema con mia suocera, che è malandata, poverina”. In un contesto di tale distensione, i vecchi pensano bene e danno il meglio. Ibrahimovic ha giocato fino a 41 anni, facendo il palo, piantato in mezzo all’area avversaria e uscendo di rado, con sponde sempre molto illuminate. Il suo contributo ha garantito al Milan la personalità necessaria per vincere comunque uno scudetto, orientando la squadra in attacco con la classe, l’esperienza, lo sguardo sempre attento e magnetico, appunto. Con Luka Modric il Milan vuole ripetere più o meno la stessa operazione, inserendo un giocatore dalla visione ampia e sicura. Il croato divide il campo con passaggi taglienti e verticali, riducendo in strisce gli avversari. Lo fa davanti alla difesa, oppure in mezzo, basta non chiedergli di fare tutto lui, attacco e difesa. Edin Dzeko possiede la leggerezza delle farfalle in un corpo da gigante. Ha un grande senso del gioco, che ricerca naturalmente, come se fosse un musicista in bilico sulla nota. Segna e fa segnare, muovendosi parecchio da destra a sinistra a seconda delle esigenze. Sia Modric che Dzeko, son il futuro di adesso: quel non so che di raro, un talento, che non invecchierà mai. Quello sguardo preciso sulle cose in grado di illuminare la scena.
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