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Politica
Elly snob. Schlein arriva tardi all’evento con Landini e D’Alema. L’ex premier striglia la sinistra
Oggi 14-11-25, 06:00
Dov’è Elly Schlein? Sta snobbando D’Alema e Landini? Voce fuori campo: “La segretaria arriva tra poco, vi prego di accomodarvi”. Passerà in realtà un’oretta, i lavori intanto iniziano. La leader del Pd si fa attendere, quasi quasi questa volta non la vedevano arrivare, per davvero. Ad aspettarla tra noia e sbadigli, nella sala Berlinguer della Camera, ci sono Maurizio Landini, il segretario della Cgil, e soprattutto Massimo D’Alema, che dispensa consigli a suo modo. Non s’addentra nella polemica politica, vola alto. “Mi occupo di altro”. Ma a margine della presentazione del nuovo numero della Rivista Italianieuropei qualche titolo lo concede. L’ex premier striglia i leader del campo largo: “Si vince o si perde tutti insieme, le egemonie di partito hanno un valore relativo”. Il primo (post) comunista ad arrivare a Palazzo Chigi, che fa gli scongiuri quando sente parlare di scudetto alla Roma, ricorda quindi “i risultati dei governi dell’Ulivo”. Ma non è un modello, si affretta a chiarire. “E’ un’esperienza storica”. E quale modello piacerebbe a D’Alema? “Nessuno, mi occupo di altro”. Le primarie? “A me sembra dannoso che le persone che non hanno responsabilità si mettano a dare direttive. Mi interessa fornire idee. Faccio un altro lavoro”. Ce l’ha forse con i Prodi e i Gentiloni? Chissà. Poi loda Mamdami e invita la sinistra ad aprirsi a nuove forze. “C’è una parte importante del mondo della cultura che è pronto a dare un contributo e che dovrebbe essere raccolto in modo più esplicito”. Si riferisce in particolare a una lettera aperta (pubblicata sul Domani) di Nadia Urbinati e Carlo Trigilia, parlavano del declino della sinistra e di come fermarlo, rivolgendosi a Schlein. La segretaria non ascolta? Il Pd è un partito chiuso? “Io ho rilanciato l’appello”. Il nuovo numero della rivista della fondazione diretta da D’Alema si occupa di lavoro. La sala è piena, i posti vanno a ruba. Ma la discussione è di quelle già viste e sentite. Annoia. C’è chi preferisce guardare il tennis sul tablet, ci sono le Atp finals a Torino, e chi invece cerca offerte online, il black friday sta arrivando. Prima dell’inizio dei lavori D’Alema, che da queste parti non si vedeva da un po’, è pure un po’ profetico. “Venire qui è prestigioso, ma è scomodo”. Sul palco lo affiancano anche l’ex commissario Ue al Lavoro Nicolas Schmit – lo spitzenkandidat dei socialisti alle ultime europee che parla un po’ italiano e un po’ inglese – e Maria Cecilia Guerra. Mentre in platea si vedono gli esponenti dem: da Andrea Orlando e Igor Taruffi alla fedelissima Marta Bonafoni, ci sono poi Nico Stumpo, Alfredo D’Attore e Giuseppe Provenzano, passa anche Michela Di Biase. Dal palco si snocciolano numeri, si rilancia la necessità del salario minino e quella di migliorare i contratti collettivi. Ma dov’è Schlein? Quando arriva? Eccola, finalmente. Ed è forse la prima volta che partecipa a un’iniziativa insieme a D’Alema. Intanto Landini torna a parlare di patrimoniale, vuole fare una battaglia sull’Irpef, ricorda la mobilitazione del 12 dicembre – “Sì, di venerdì” – contro la manovra di Meloni. Ma, con il solito piglio animato, dice anche: “Le leggi balorde che hanno messo in discussione i diritti ed esteso la precarietà non sono state fatte solo da governi di destra. Per questo una parte del mondo del lavoro non si sente rappresentata e non va a votare”. Schlein prende appunti, sembra annuire. Ma poco dopo, quando tocca a lei parlare, non lo segue fino in fondo. Non parla di patrimoniale, né di sciopero. E se ieri mattina aveva postato una foto con Meloni, per suggellare l’accordo sulla violenza sessuale (il principio del libero consenso), nel pomeriggio torna ad attaccare sui centri in Albania: “Hanno fallito, la premier se ne assuma la responsabilità”. E sulla finanziaria che aiuta i ricchi e taglia risorse agli enti locali: “I comuni perdono trecento milioni tra spesa corrente e investimenti”. D’altra parte oggi il Pd va a Bologna per la due giorni con gli amministratori dem, mentre si cerca una quadra con le opposizioni sugli emendamenti comuni. La segretaria parlerà sabato, anche di sicurezza, come non capita spesso. Poi tutto sulle regionali, dove tiene banco la polemica campana sulla barca di Fico. “C’è un limite alla miseria umana, intellettuale e morale, lascio a voi la polemica”, dice infine D’Alema. Gli interessa molto di più la sua Roma. Lo scudetto? “Mamma mia ragazzi...”. Il presidente si “gratta” e se ne va.
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