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Estero
Ricominciare senza Yermak non è complicato. Il lavoro di Zelensky
Oggi 02-12-25, 06:12
Kyiv. Lo scorso fine settimana, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha trascorso l’intera giornata a fare riunioni nel suo ufficio in via Bankova. Ha prima parlato con il capo dell’intelligence ucraina, Kyrylo Budanov, poi ha ascoltato un rapporto del ministro della Difesa Denys Shmyhal. Ha poi incontrato il vice primo ministro Mykhailo Fedorov, un giovane politico responsabile della digitalizzazione. Più tardi, in serata, ha ricevuto nel suo ufficio Pavlo Palisa, vice capo dell’ufficio presidenziale, che sovrintende alle questioni militari. Non si è trattato di semplici incontri con funzionari ucraini, ma di colloqui per la carica di capo dell’ufficio presidenziale. Dopo le dimissioni di alto profilo di Andriy Yermak, il più stretto alleato e amico di Zelensky, il 28 novembre, il presidente sta cercando un sostituto, ma non ha fretta di prendere una decisione. “Il presidente vuole qualche giorno per riflettere”, ha detto al Foglio una fonte vicina a Zelensky. Ieri e oggi ha viaggiato fra Francia e Irlanda e probabilmente affronterà questioni relative al personale dopo il suo ritorno a Kyiv. Nel frattempo, ha nominato Oksana Markarova, ex ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti, consulente esterna per la ricostruzione e gli investimenti. E’ improbabile che Budanov, che sovrintende a importanti operazioni di intelligence, accetti una posizione amministrativa nell’ufficio presidenziale. Gli esperti ritengono che i candidati più probabili siano Shmyhal, Fedorov e Palisa. Secondo la testata online Ukrayinska Pravda, potrebbe essere preso in considerazione anche Serhiy Kyslytsya, viceministro degli Esteri ucraino e partecipante attivo ai negoziati di pace. La mattina del 28 novembre, le autorità anticorruzione ucraine hanno perquisito l’appartamento di Yermak nell’ambito delle indagini su un caso di corruzione di alto profilo. Quella sera stessa, il capo di gabinetto si è dimesso, non volontariamente, ma su richiesta del presidente. L’Ukrayinska Pravda sostiene che la richiesta di dimissioni sia stata inaspettata per Yermak, che ha preso molto male il suo licenziamento: alla richiesta di Zelensky sarebbe seguìto un alterco con insulti e accuse. Pochi giorni prima, sembrava che Zelensky avesse deciso di mantenere al potere il suo più stretto alleato, nonostante le indagini dell’ufficio anticorruzione e la forte reazione della società ucraina, sconvolta dalle intercettazioni telefoniche che rivelavano un vasto schema di appalti e corruzione. Yermak non era affatto all’oscuro di ciò che stava accadendo sotto gli occhi del presidente. Ma invece di licenziarlo, Zelensky lo nominò capo della squadra negoziale con gli americani a Ginevra. E prima delle dimissioni, il capo dell’ufficio presidenziale si stava preparando a volare in Florida per un incontro con l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff, il segretario di stato Marco Rubio e il genero di Donald Trump, Jared Kushner. Ma dopo le perquisizioni, le questioni interne sono diventate più urgenti e le conseguenze dello scandalo ora minacciavano lo stesso Zelensky. “Sono grato ad Andriy per aver sempre presentato la posizione negoziale esattamente come avrebbe dovuto essere”, ha dichiarato il presidente in un videomessaggio, evitando di muovere qualsiasi critica all’amico con cui ha lavorato quotidianamente per cinque anni. Le dimissioni di Yermak ridurranno l’influenza del nuovo capo, chiunque sarà, sul sistema di potere del paese, secondo il politologo Volodymyr Fesenko: “Yermak ha spesso utilizzato meccanismi di controllo legati alla sua persona”, spiega. Chiunque lo sostituisca non avrà la stessa influenza. Yermak ha supervisionato una vasta gamma di questioni, dalla diplomazia alla nomina di un funzionario governativo di secondo piano. Ma, cosa più importante, ha goduto della fiducia incrollabile di Zelensky. E’ improbabile che il presidente possa ora fidarsi di qualcuno nella stessa misura. Le dimissioni di Yermak calmeranno in qualche modo la società ucraina, che di recente ha vissuto un ciclo di cattive notizie: blackout, bombardamenti, una situazione difficile al fronte e persino pressioni americane nei negoziati. “Queste dimissioni potrebbero stabilizzare relativamente la situazione politica nel paese e allentare l’eccessiva tensione associata all’atteggiamento estremamente negativo nei confronti di Yermak da parte di molti politici ucraini e di una parte significativa della società civile”, spiega Fesenko al Foglio. Inoltre, il parlamento è pronto ad approvare il bilancio del prossimo anno e, per farlo, il presidente ha bisogno del sostegno del partito Servitore del Popolo, al cui interno si è intensificata una crisi a causa dello scandalo di corruzione. Alcuni parlamentari hanno pubblicamente chiesto un rilancio totale dell’ufficio presidenziale. Ora, per Zelensky sarà molto più semplice comunicare con i membri del suo stesso partito. Per quanto riguarda il processo di pace, sono improbabili cambiamenti significativi. E’ Zelensky, come in precedenza, a definire la posizione negoziale dell’Ucraina attraverso un meccanismo molto ampio: si è sempre trattato di un lavoro di squadra che ha coinvolto rappresentanti di diverse agenzie (ministero degli Esteri, intelligence e stato maggiore), non solo Yermak. La squadra negoziale è ora guidata da Rustem Umerov, segretario del Consiglio per la Sicurezza e la Difesa nazionale, tuttavia anche le sue azioni sono oggetto di indagine da parte dell’Ufficio anticorruzione. Pertanto, sono possibili ulteriori cambiamenti in futuro: “In un modo o nell’altro, la vita politica inizia senza Yermak”, conclude Fesenko.
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