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Albanese, delirio Firenze. Bufera Pd, la sindaca cambia
Oggi 02-12-25, 08:36
Succede sempre così: chi gioca col fuoco prima o poi si scotta. Oppure finisce a fare retromarce umilianti, consumandosi in figuracce da manuale. Capita al Pd a Firenze, premiato laboratorio del pasticcio. Un ginepraio niente male, una storia a tratti comica, gli ultimi giapponesi in riva all'Arno. Partiamo dalla fine, in serata la sindaca Sara Funaro ha deciso di interrompere il percorso di conferimento della cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, l'incendiaria relatrice speciale delle Nazioni Unite. Il tutto alla vigilia della seduta della commissione consiliare che domani la avrebbe dovuta approvare. Una vicenda che era iniziata in estate: presi dall'onda stagionale, i dem toscani decidono di mettersi in scia al clima da barricata, bandiere palestinesi a ogni incrocio e la Coop che si lancia in una crociata eroica contro le "pericolosissime" arachidi, made in Israele. Un mantra che incanta anche il governatore Eugenio Giani, che si accoda. Il terreno perfetto per incoronare la nuova diva della gauche militante, Francesca Albanese. I compagni fiorentini allora escogitano il piano geniale: utilizzare il consigliere comunale di estrema sinistra Dmitrij Palagi come ariete politico. E Palagi, galvanizzato dalle attenzioni, non si limita alla proposta di cittadinanza onoraria: no, lui vuole il jackpot. «Sosteniamola per il Premio Nobel della Pace». Il testo approda baldanzoso nella commissione di Palazzo Vecchio Pace e Diritti Umani, dove trova il via libera del capogruppo dem Luca Milani e della collega di partito presidente dell'organismo consiliare, Stefania Collesei. Una marcia trionfale, almeno sulla carta. Per di più nello stesso capoluogo che nel 2019 aveva concesso la massima onorificenza alla senatrice a vita Liliana Segre. Poi arrivano le regionali di ottobre: tutto si blocca. «Pausa tecnica», giurano dal Nazareno per non allarmare il campo largo. Passano quasi due mesi di stallo, e affiorano i dettagli del panico che nel frattempo si è diffuso tra i dem: rinviamo la delibera in attesa che le acque si calmino. Destino ha voluto che il documento venga rimesso all'ordine del giorno, all'indomani del famigerato «monito» ai giornalisti seguito all'incursione di ProPal e centri sociali a La Stampa. Al Nazareno è psicosi da boomerang: qualunque cosa facciano, torna comunque indietro. La confusione si riflette sulla giunta di Sara Funaro, un'ebrea convertita che in passato non ha lesinato gonfaloni proPal. E ora come ne usciamo, si chiedono i dem? A guidare la rivolta contro la cittadinanza ci pensano i due consiglieri di Italia Viva, Francesco Grazzini e Francesco Casini: «È irricevibile, divisiva, fuori luogo. Diciamo con chiarezza che voteremo contro». Con Avs che replica: «Non vi permettete». Tuona Emanuele Cocollini, presidente dell'associazione Italia-Israele: «Firenze non può premiare chi divide, distorce, inquina». Il problema rischia di arrivare fino a Roma, dove i pentastellati già sbraitano contro i ripensamenti bolognesi, sulla cittadinanza conferita alla relatrice. La Lega nella città degli asinelli ha chiesto al sindaco Matteo Lepore di ritirarla, i dem Gualmini e De Maria idem, ma la maggioranza in consiglio comunale non demorde: «Premiata per il suo lavoro all'Onu». E dire che l'eroina della gauche da mesi si è distinta per una serie epica di gaffe. Come quando a Reggio Emilia rimproverò il primo cittadino che aveva osato richiamare la liberazione degli ostaggi del 7 ottobre. O quando abbandonò un talk show perché un giornalista si era permesso di citare Liliana Segre. Fino all'ultimo sfondone a Torino, la "memorabile" lezione alla stampa dell'eroina delle piazze con la kefiah. Nella culla del Rinascimento avevano avuto un'altra idea geniale: salvare capra e cavoli, sì ad un generico riconoscimento. Fino al brusco stop della Funaro: «Non ritengo opportuno consegnarle la cittadinanza onoraria». Morale: il pasticciaccio fiorentino proseguirà.
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