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Garlasco, cosa sa Vespa: "Siamo solo all'inizio". La profezia di De Rensis sullo scontrino
Ieri 13-11-25, 18:18
Massimo Lovati si è presentato davanti alla pm di Brescia Claudia Moregola - dopo aver ricevuto "un invito come persona interessata" - per rispondere come testimone nel fascicolo d'indagine sulla presunta corruzione legata al caso Garlasco. L'ex avvocato di Andrea Sempio dovrà smentire se stesso oppure ribadire quanto ripetuto da sempre, cioè di aver ricevuto soldi in nero dalla famiglia di Andrea Sempio per il suo incarico. Un lavoro collegiale, con i colleghi Simone Grassi e Federico Soldani sentiti ieri sempre come testimoni, che portò nel 2017 all'archiviazione del 37enne, oggi nuovamente indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi. Lovati dovrà anche spiegare perché la difesa, a fine dicembre 2016, era in possesso dell'esposto della madre del condannato e delle consulenze della difesa di Alberto Stasi, già ampiamente riportate sulla stampa. Per il reato di corruzione risultano indagati a Brescia l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, che chiese l'archiviazione poi decretata da un giudice, e Giuseppe Sempio (padre di Andrea, ndr), rispettivamente come corrotto e corruttore. Se ne parla nel corso di Dentro la notizia, il programma condotto da Gianluigi Nuzzi su Canale 5. A commentare la vicenda anche Bruno Vespa che si concentra sui 35-40 mila euro che "ballano" tra le versioni, denari altri 35 o 45, denari "senza padre e senza madre", osserva il conduttore di Porta a Porta, "evidentemente c'è la circostanza che questi soldi sono stati dati, però senza prove non si fa niente, devono dimostrare dove li hanno dati, a chi li hanno dati. Senza prove non c'è nessuna possibilità". Alberto Stasi, ricorda Vespa, "è stato giudicato cinque volte, assolto due", mentre su Andrea Sempio abbiamo "cose abbastanza sfuggenti, a meno che poi non si trovino le prove che il magistrato sia stato corrotto per scagionarlo, ma secondo me paradossalmente siamo all'inizio di questa storia". In studio anche l'avvocato sdi Stasi, Antonio De Rensis, che replica a Vespa: "Direttore, io non sono nessuno ma credo che a dicembre il fumo che adesso avvolge, secondo me giustamente, un'indagine così complessa perché gli investigatori devono tenere nascoste le carte, inizierà a diradarsi. E io credo che le indagini tradizionali ci regaleranno molti elementi concreti, e lo scontrino sarà protagonista... Però sto immaginando".
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