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Mollicone (FdI): "Fare luce sulla Flotilla". I legami con Hamas finiscono in parlamento
Oggi 12-11-25, 07:26
Il caso della Flotilla finisce in Parlamento, e a fare l'interrogazione è il Presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone. Questo dopo che l'ufficio del Procuratore Generale israeliano ha presentato una richiesta straordinaria per confiscare definitivamente 50 imbarcazioni straniere della Global Sumud Flotilla che hanno tentato di violare il blocco navale legale imposto dallo Stato di Israele alla Striscia di Gaza, sostenendo che una parte significativa delle imbarcazioni fosse di proprietà di Hamas. Una decisione che dà ragione a quanto scritto da mesi da Il Tempo, circa la natura poco chiara di legami tra esponenti della Sumud e persone legate al mondo del fondamentalismo islamico e del terrorismo. Ed è per questo che il deputato di FdI si rivolge al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Interno, al Ministro della Giustizia per chiedere che si chiarisca «che fine hanno fatto i soldi raccolti in Italia, così come le provviste di cibo che, secondo quanto affermato dai membri della Flotilla, dovevano essere consegnati alla popolazione di Gaza». Ma si chiede anche di chiarire «quali iniziative intendano adottare al fine di verificare le connessioni fra la Sumud Flottila e Hamas, anche in relazione a Mohammad Hannoun, che ha sponsorizzato fin dall'inizio la spedizione. Che ruolo ha avuto?». A chiedere chiarezza anche capogruppo della Lega in commissione Difesa: «La sensazione che dietro la Sumud Flotilla potesse esserci qualcosa di più del pacifismo di un gruppo di giovani spuntati dal nulla era affiorata praticamente subito. Non si mette assieme un'operazione simile senza un'organizzazione capace di una direzione strategica. Se l'autenticità dei documenti di cui si parla fosse confermata, avremmo ora la prova che Hamas strumentalizza chiunque, trovando purtroppo anche spazi nel mondo del nostro “antagonismo”». A confermare i dubbi anche il Mauizio Gasparri, presidente dei senatori di Fi: «Purtroppo restano inascoltate le ripetute denunce sulle connessioni tra la cosiddetta Flotilla, le organizzazioni che la sostengono e ambienti del fondamentalismo islamico. Le denunce giornalistiche e anche i nostri interventi in sede politica meriterebbero maggiore attenzione. Può darsi che qualcuno sia inconsapevole di questi legami, tuttavia ci sono, passano attraverso paesi nordafricani e dimostrano che sono azioni di disturbo, sostenute e alimentate da Hamas, che poi si scandalizzano sul dibattito in Israele sulla pena di morte, quando praticano il terrorismo e sterminano anche i palestinesi che non le pensano come loro. Insomma, chi va per questi mari va con queste compagnie. Meglio rimanere a terra». Anche la vice segretaria della Lega Silvia Sardone vuole vederci chiaro, e ha deciso di presentare un'interrogazione al Parlamento europeo: «Dove sono finiti gli aiuti umanitari? E con quali soldi è stata organizzata la spedizione? I paesi membri dell'Unione Europea chiariscano quali iniziative intendano intraprendere per fare luce sulla Flotilla e i suoi legali con il fondamentalismo islamico». Anche perchè, secondo il documento del ministero della Diaspora israeliano emerso sulle pagine de Il Tempo, oltre ad Hamas si leggono altri nomi riconducibili al terrorismo palestinese al fianco della Flotilla: «Alcuni membri del comitato direttivo della Global Sumud Flotilla (GSF) hanno partecipato a incontri con rappresentanti di organizzazioni terroristiche designate dagli Stati Uniti, tra cui Hamas, la Jihad Islamica Palestinese (PIJ) e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Inoltre, hanno fornito finanziamenti a diverse organizzazioni nella Striscia di Gaza». Il cerchio, ora, si stringe.
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