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PMI, Capobianco (Presidente di Conflavoro) lancia il “Salva Impresa”: la nuova cassa integrazione attiva per salvare aziende e occupazione
Oggi 12-11-25, 16:37
Si è svolta a Roma, presso l'Auditorium Conciliazione, la XV Assemblea Nazionale di Conflavoro PMI – la principale associazione datoriale che, con 90mila aziende associate, da quindici anni rappresenta, tutela e promuove gli interessi delle piccole e medie imprese italiane. La proposta “Salva Impresa” di Conflavoro L'evento si è aperto con la rielezione di Roberto Capobianco alla presidenza per un nuovo mandato quinquennale e si è concluso con una proposta di grande rilievo rivolta al Governo Meloni: riformare la cassa integrazione rendendola “attiva” e istituire un Fondo rotativo Salva Impresa, destinato a garantire alle aziende in crisi una liquidità immediata per la sopravvivenza prevedendo, inoltre, un'indennità di rischio imprenditoriale per coloro che non riuscissero a ripartire. Il Fondo, concepito come strumento di mutuo soccorso, sarebbe alimentato da un contributo minimo versato dalle 4,4 milioni di imprese italiane, analogamente a quanto già avviene per i lavoratori, ma destinato al bene comune del sistema produttivo. La proposta di Conflavoro è stata presentata davanti a oltre 1.500 imprenditori e professionisti. Secondo Ignazio La Russa, Presidente del Senato: “Questa assemblea, che celebra il quindicesimo anno dell'Associazione, rappresenta una preziosa opportunità per ricordare la passione e la dedizione che hanno sempre contraddistinto l'impegno di Conflavoro al fianco di quel mondo delle piccole e medie imprese che è cardine e, al tempo stesso, fondamentale volano di sviluppo per il tessuto socioeconomico della nostra comunità nazionale. Oggi più che mai, la complessità delle sfide del presente, legate anche a una sempre più marcata globalizzazione dei mercati, alla sostenibilità e allo sviluppo tecnologico e digitale, richiedono dialogo e cooperazione costante tra istituzioni e mondo produttivo. Tutelare, promuovere e sostenere le piccole e medie imprese significa, infatti, difendere il talento, la creatività, l'impegno e la capacità realizzativa di quell'Italia instancabile, capace e operosa che voi oggi qui rappresentate”. Per Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Conflavoro, con le sue quasi 90mila aziende e gli oltre 700mila addetti, è una voce autorevole e concreta del tessuto produttivo italiano. Un tessuto fatto di micro, piccole e medie imprese che ogni giorno contribuiscono alla crescita dell'Italia. A voi va la mia gratitudine per l'attenta e vivace partecipazione ai nostri Tavoli, nati per facilitare il dialogo tra istituzioni e imprese e i risultati sono ben visibili, anche attraverso i numerosi provvedimenti portati a termine in questi tre anni. Abbiamo posto l'attenzione sulle imprese più piccole, spesso penalizzate. Ricordo che il 75% degli occupati italiani lavora nelle micro, piccole e medie imprese, una quota di oltre dieci punti superiore alla media europea (64,2%) e nettamente più alta rispetto a Francia (55,3%) e Germania (56,5%). Nella legge di Bilancio abbiamo introdotto numerosi strumenti a sostegno di tutte le imprese, con particolare attenzione alle PMI, stanziando complessivamente oltre 9 miliardi di euro. Il nostro obiettivo è chiaro: un'Italia dove fare impresa sia semplice, sostenibile e conveniente, e dove il Made in Italy sia un sistema coeso, competitivo e riconosciuto nel mondo”. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha affermato: “Quindici anni di Conflavoro è un traguardo che si celebra puntando sulla competitività e la crescita delle micro, piccole e medie imprese: il nostro tessuto produttivo è storicamente la grande forza del sistema Italia. Il "modello italiano" ha i suoi punti di forza e dei limiti strutturali. Pensiamo all'elemento dimensionale, ma anche a fattori esogeni, come viene illustrato nella ricerca realizzata da Conflavoro in collaborazione con la Luiss Business School. La pubblica amministrazione, la qualità del settore pubblico e l'efficienza del sistema giudiziario sono tra questi ultimi e rappresentano degli ostacoli alla crescita, su cui la politica è chiamata a intervenire. Un compito che in questi tre anni di Governo Meloni ci siamo presi la responsabilità di affrontare, ponendo in essere tante misure per aiutare le imprese, in particolare, quelle piccole e medie. I risultati sono evidenti sotto il profilo occupazionale. Lo Stato agevola le imprese, gli imprenditori che creano occupazione anche nei territori più difficili e nelle aree sottoutilizzate. Le imprese creano il lavoro, fondamento della nostra Costituzione, e lo difendono, insieme ai lavoratori e a tutte le parti sociali. Non a caso nella Manovra di Bilancio appena approvata dal Consiglio dei ministri ci sono 2 miliardi di euro per incentivare i rinnovi contrattuali e la produttività". Per Guido Crosetto, Ministro della Difesa: “Il mondo del lavoro cambierà profondamente nei prossimi anni: molti processi saranno automatizzati e le macchine lavoreranno senza interruzioni. In questo scenario, le startup svolgono un ruolo strategico. Anche la Difesa ha avviato un ampio processo di trasformazione, basato sull'adozione di tecnologie di nuova generazione e su un forte investimento nella formazione del personale. Ogni euro investito nella Difesa genera circa due euro addizionali di valore aggiunto per il Paese e, per ogni dieci occupati nelle grandi imprese del settore, se ne creano altri trenta nelle piccole e medie imprese collegate. Investire in Difesa produce dunque un potente effetto moltiplicatore sull'economia nazionale. In questo scenario, è cruciale sostenere le micro, piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale del nostro sistema produttivo e realizzano la maggior parte dell'export nazionale. Tuttavia, non possono affrontare da sole la transizione digitale e tecnologica, inclusa l'intelligenza artificiale. Serve un forte contributo dello Stato e delle associazioni di categoria per accompagnarle in questo periodo di transizione, trasferendo conoscenza e cultura tecnologica, così da consentire loro di sfruttare appieno le potenzialità dell'IA, considerata come un'estensione delle capacità umane”. Tommaso Foti, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, ha osservato: “Questo Governo ha dedicato grande attenzione ai temi del lavoro e delle piccole e medie imprese. In particolare, il mio ministero con il PNRR ha destinato alle politiche per il lavoro un finanziamento complessivo pari a circa 7 miliardi di euro. Dall'inizio della legislatura abbiamo dato priorità al lavoro: siamo intervenuti con un insieme di misure per sostenere la crescita dei redditi reali, promuovere la stabilità occupazionale e rafforzare il sistema di protezione sociale. Ritengo doveroso citare due provvedimenti per imprese e lavoratori, attualmente all'esame del Parlamento: il primo è il disegno di legge che contiene la Legge annuale sulle PMI. La sua finalità è quella di ridare slancio alle imprese con interventi incentrati sul lavoro. Il secondo è il decreto-legge dedicato alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, che porta con sé anche una importante dote finanziaria per potenziare i controlli e le attività ispettive. Oltre a sostenere il reddito da lavoro, il nostro impegno è volto a rafforzare il sistema produttivo, ponendo le imprese al centro delle politiche di sviluppo”. Maria Elisabetta Alberti Casellati, Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa, ha espresso “l'auspicio che i lavori possano offrire un prezioso contributo al fine di avviare una nuova stagione di crescita per migliaia di realtà produttive, che rappresentano una colonna portante della nostra economia in termini di valore prodotto, occupazione e innovazione”. “Quello che chiediamo - ha spiegato Roberto Capobianco, Presidente di Conflavoro - è una riforma che trasformi gli ammortizzatori sociali da ultima spiaggia a trampolino di rilancio per imprese e lavoratori. Tre sono gli assi del nostro Salva Impresa: primo, una cassa integrazione attiva, con lo Stato che sostiene i contributi e i lavoratori che restano in azienda senza fermare la produttività; secondo, una liquidità immediata, senza lungaggini né dinieghi bancari, per saldare i creditori e rilanciare l'attività; terzo, qualora l'impresa non riuscisse a ripartire, un'indennità di rischio imprenditoriale di due anni per l'imprenditore e la sua famiglia, come avviene con la NASpI per i lavoratori rimasti senza occupazione. I dati del Centro Studi Conflavoro mostrano che il sistema attuale non è più sostenibile: nel triennio 2023-2025 la Cassa Integrazione Guadagni, ordinaria e straordinaria, ha assorbito oltre 1,5 miliardi di ore di sospensione dal lavoro, con un aumento del 46% in due anni. Il costo diretto per l'INPS è salito da 3,02 miliardi nel 2023 a 4,41 miliardi nel 2025, 11,15 miliardi di euro nel triennio a cui si sommano 7,5 miliardi di contributi non versati e oltre 3 miliardi di mancate entrate fiscali, per un impatto complessivo di 18,2 miliardi di euro. Nello stesso triennio, la NASpI ha pesato per 35,1 miliardi di euro, quasi il doppio della prossima Manovra. È un modello che non regge più, perché mentre assorbe risorse pubbliche crescenti riduce la produttività delle imprese e il potere d'acquisto delle famiglie. Serve una riforma coraggiosa che renda la cassa integrazione uno strumento attivo e restituisca centralità a chi produce e crea lavoro. È una misura di civiltà, perché un Paese che tutela solo chi perde il lavoro ma non chi lo crea finisce per indebolire sé stesso. Con il Salva Impresa vogliamo restituire dignità, fiducia e futuro a chi ogni giorno rischia in prima persona per tenere viva l'economia reale”. Federico Freni, Sottosegretario al ministero dell'Economia e delle Finanze, ha affermato: “Sono convinto che le piccole e medie imprese siano la dorsale strutturale della nostra economia, una dorsale da cui non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo prescindere. Tutelare il lavoro delle e nelle piccole e medie imprese è l'unica strada per far crescere questo paese. Dobbiamo però fugare un equivoco: gli imprenditori non hanno bisogno dell'aiuto dello Stato, hanno bisogno che lo Stato li lasci liberi di lavorare. Usciamo da questa idea di inutile assistenzialismo, il lavoro si crea con il lavoro e con la libertà di lavorare. Uno degli obiettivi di questo Governo è una drastica riduzione della burocrazia, che soffoca lo sviluppo delle imprese. Crescere, oggi, significa poter lavorare con la libertà necessaria per farlo. Ecco perché chi come Conflavoro lotta ogni giorno contro un sistema, talvolta eccessivamente asfissiante, di lacci e lacciuoli, non può che meritare il nostro ringraziamento”. Per Lucia Albano, Sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze, ha dichiarato: “In questi anni il confronto tra Governo e parti sociali non è mai mancato. Fin dal suo insediamento, il Governo ha operato partendo dall'assunto di non ostacolare chi desidera fare impresa. Il messaggio che abbiamo voluto lanciare agli imprenditori è chiaro: lo Stato cammina al fianco di chi vuole creare valore. Non è lo Stato a generare ricchezza, ma le imprese e i lavoratori. Il compito dello Stato è quello di creare un contesto favorevole all'attività produttiva, mettendo i lavoratori nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie capacità, favorendo gli investimenti e gettando le basi per una nuova politica energetica capace di rafforzare la competitività del sistema Italia sui mercati internazionali. I risultati economici certificati dall'Istat sono positivi: il tasso di disoccupazione è ai minimi storici. È tuttavia necessario rafforzare la formazione dei giovani, una sfida fondamentale che dobbiamo affrontare per rispondere alla crescente domanda di nuove competenze da parte delle imprese. Il Governo continuerà a sostenere il mondo produttivo, consapevole che da esso dipendono la crescita e il benessere del Paese.” Durante l'Assemblea, tra gli altri, sono intervenuti diversi esponenti istituzionali che hanno portato il loro saluto, tra cui: Claudio Durigon, Sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Walter Rizzetto, Presidente della Commissione Lavoro della Camera; Francesco Filini, Membro VI Commissione Finanze della Camera; Marco Osnato, Presidente VI Commissione Finanze della Camera; Chiara Tenerini, Capogruppo XI Commissione Lavoro della Camera; Valentina Barzotti, Capogruppo XI Commissione Lavoro della Camera; Daniele Manca, Capogruppo Partito Democratico V Commissione Bilancio del Senato; Andrea de Bertoldi, Membro VI Commissione Finanze della Camera.
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