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Prodi bacchetta Schlein e spacca il Pd: "Il modello non è Mamdani, ma il riformismo concreto"
Oggi 14-11-25, 09:09
"Mamdani ha fatto cose interessanti: ha risvegliato la partecipazione, ha attratto i giovani, e' stato capace di mettere in campo una campagna elettorale con pochi fondi. Cio' detto, la sua non mi pare esattamente la cifra del rivoluzionario: e' il figlio di un professore della Columbia University e di una nota intellettuale. Se proprio debbo fare il nome di un affermato sindaco rivoluzionario di New York preferisco citare Fiorello La Guardia. Ne' so come Mamdani, sotto un profilo economico, potra' realizzare le sue promesse. Ma il fatto nuovo, importante, che arriva dagli Stati Uniti e' un altro. La vittoria delle due governatrici democratiche, in Virginia e New Jersey". Cosi' Romano Prodi in un'intervista al 'Corriere della sera'. "E' quello che serve a noi: un riformismo coraggioso, ma concreto, che punti al cambiamento", sottolinea il Professore. "La giustizia sociale e' nel cuore della gente. Mentre il livello di concentrazione delle ricchezze oggi e' impressionante: la buonuscita di Musk dimostra che siamo ben oltre il livello di guardia. Ma occorre prima chiedersi quali sono gli strumenti giusti per affrontare il problema - aggiunge -. Per cominciare bisogna governare e per farlo serve il consenso della maggioranza della popolazione. Non e' un dettaglio. Dobbiamo poter parlare di argomenti veri come tasse, immigrazione, sanita', scuola con le parole giuste, senza un radicalismo che spaventa gli elettori e che nella nostra storia non ha mai pagato. Dicendo gia' adesso, con onesta', che cosa si vuole realizzare, ma anche cosa si puo' fare e che cosa no, con quali risorse, attingendole dove e a scapito di cosa, visto che non si puo' finanziare ogni progetto con le tasse. Senza slogan facili, ma con un riformismo concreto che impasti insieme realismo e coraggio". E come si puo' realizzare? "Con idee e leader credibili".Da Elly Schlein a Giuseppe Conte, l'opposizione ha almeno un leader credibile? "I leader possono nascere. O farsi". Lei e' a favore della patrimoniale? "Parlarne oggi verrebbe interpretato come l'inizio di un'oppressione fiscale. La magia dei grandi ricchi e' quella di aver fatto credere che il loro destino e' il destino di tutti", risponde Prodi. Gli sgravi fiscali previsti nella manovra aiutano i ricchi? "Si', ma non lo dico solo io. Lo sostiene il Financial Times, oltre che qualunque studio serio in circolazione. Si e' fatto credere che i benefici riguardano persone che guadagnano 2 mila euro o poco piu', ossia salari non certo alti, mentre il vero vantaggio e' per redditi ben superiori". Dopo le sue prime dure critiche al "centrosinistra che ha voltato le spalle all'Italia", c'e' stata anche una telefonata di chiarimento con la segretaria del Pd? "Si', Schlein mi ha chiamato. Ci siamo sentiti spesso nelle ultime settimane. Posso dire cio' che le ho detto io - rivela Prodi -. Ho ribadito quanto sostenuto in pubblico. La mia preoccupazione e' che una parte dell'elettorato si allontani dal centrosinistra perche' ritiene che dall'opposizione arrivi una lettura troppo ristretta della societa', non sufficiente per un'alternativa concreta di governo. Ed e' gia' tardi perche' siamo oltre meta' legislatura. Le ho anche spiegato che a me non interessano i partiti, ma le coalizioni di governo. C'e' tanto da cambiare, ma a dire il vero molti anche nel Pd vogliono semplicemente conservare il proprio ruolo". "Meloni non ha realizzato nulla - sostiene l'ex presidnete del Consiglio -: la crescita stenta a livelli molto preoccupanti, la produzione industriale ha problemi serissimi. L'unica sua forza e' la durata, per mancanza di alternativa". E se anche il centrosinistra vincesse, poi l'amalgama Pd- M5S-Avs potrebbe funzionare? O finira' come e' accaduto a lei con Rifondazione comunista? "Questo e' un rischio che corre anche Meloni con la Lega. Ma Salvini finora ha capito che e' meglio succhiare un osso che un bastone. Ossia che e' meglio accontentarsi di un accordo con le altre forze di governo piuttosto che finire all'opposizione. Nella mente di Conte, invece, non e' ancora definito quello che lui pensa sia il suo ruolo. Se il centrosinistra uscira' vincitore dalle Politiche auguriamoci che non gli prenda la bertinottite. Alla fine uno dei due leader, tra Schlein e Conte, dovra' riconoscere che l'altro ha vinto. Ma prima, ben prima, occorre un modello di coalizione ampia, con un programma capace di intercettare una platea che vada oltre gli attuali confini". E' un riferimento implicito anche al progetto politico dell'ex direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini? "Ruffini lo conosco da molti anni, lo stimo e non posso che parlarne bene. Lo seguo con interesse e so che proprio in questi giorni riunira' i suoi comitati. Seguo lui come ho seguito con interesse cio' che e' accaduto a Milano qualche settimana fa nel Pd".
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