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Qr code "antifascista" per i monumenti di Roma. I luoghi a rischio
Ieri 07-12-25, 12:53
In attesa che il Comune di Roma, come richiesto in una mozione approvata giovedì scorso in Assemblea capitolina, realizzi la mappatura dei «luoghi e dei monumenti che portano i segni del regime» fascista, Il Tempo si permette di offrire qualche suggerimento, certamente non esaustivo, al Campidoglio e a quei consiglieri di sinistra che vorrebbero «risignificare» le opere (questo il termine usato nell'atto) con nuove didascalie collegate a Qr code per sottolineare «i valori violenti, discriminatori, razzisti e autoritari veicolati». E allora, senza scomodare l'Eur (basterà un Qr Code unico per tutto il quartiere razionalista o ne vorranno uno per ogni centimetro di marmo?), ci si chiede ad esempio di quali valori violenti e discriminatori sia portatrice la Città universitaria de La Sapienza, in piazzale Aldo Moro. Inaugurata nel 1935 alla presenza del re, la cittadella firmata da Marcello Piacentini racchiude e protegge numerose facoltà (dalle «rosse» Scienze politiche e Lettere a Matematica e Giurisprudenza) e decine di migliaia di studenti. A volo d'angelo, poi, proponiamo al Comune via dei Fori Imperiali, via della Conciliazione, piazza Augusto Imperatore e il pontile di Ostia, risalente al 1940, che 75 anni dopo è ancora uno dei luoghi più amati dai romani, che lo scelgono per una passeggiata verso il tramonto, evidentemente ignari del messaggio violento e prevaricatore veicolato dall'affaccio sul mare. Cambiando quartiere, ci spostiamo all'ex ospedale Forlanini, sorto negli Anni Trenta per curare i malati di tubercolosi. Qui forse un Qr Code sarebbe superfluo, visto che l'enorme struttura sanitaria è chiusa da una decina d'anni e versa nel degrado, in attesa della rinascita. La stazione Ostiense invece ad oggi è ancora il terzo scalo romano per importanza, così come Cinecittà è uno degli hub mondiali più rilevanti della produzione cinematografica. Si potrebbero poi, volendo, elencare i quartieri popolari tanto cari alla sinistra romana ma inaugurati nel Ventennio, dal Quarticciolo a Garbatella, da Borgata Gordiani ad Acilia, ma a questo punto di Qr Code ce ne vorrebbero davvero troppi. Meglio forse restare nell'ambito dei monumenti, e allora è d'obbligo una menzione al Foro Italico, non solo all'obelisco da cui l'ex presidente della Camera Laura Boldrini voleva cancellare la scritta «Dux», ma anche alle piscine e ai mosaici. Restando dalle parti di Monte Mario non si può dimenticare lo Stadio dei Marmi, realizzato tra il 1928 e il 1932, ma si potrebbero citare anche alcuni ponti monumentali che sovrastano il Tevere: uno è Ponte Matteotti (già Ponte Littorio), un altro è Ponte Flaminio, dove campeggiano aquile di marmo e i cui lavori a causa della guerra vennero sospesi e terminati a conflitto terminato. L'elenco lo anticipavamo - è solo parziale ma speriamo possa essere utile al Campidoglio, qualora volesse dar seguito alla richiesta dei consiglieri. O magari pensarci ancora un po' su, visto che già l'assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio non ha nascosto qualche perplessità.
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