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Referendum sulla giustizia al via. Nordio: "La separazione delle carriere c'è in tutti i Paesi democratici"
Ieri 01-11-25, 22:04
Tra raccolte firme, botta e risposta e qualche stoccata tra favorevoli e contrari, la corsa al referendum sulla riforma della Giustizia è partita. Due giorni dopo il via libera parlamentare alla legge i comitati per il Sì e per il No scaldano i motori, mentre dal governo, il ministro Carlo Nordio ribadisce che “non c'è nessun assoggettamento della magistratura alla politica”. La separazione delle carriere “esiste in tutti i paesi democratici”, sostiene il Guardasigilli che assicura, in caso di vittoria del No “rimarrei deluso ma non mi dimetterei”. Per il presidente M5S Giuseppe Conte “ritorniamo alla casta” con “il governo Meloni che si preoccupa, sulla giustizia, di rendere intoccabili i politici, ma non si preoccupa del crollo dei salari reali, della pressione fiscale”. L'obiettivo del governo, evidenzia il ministro della Difesa Guido Crosetto, “è una giustizia con la G maiuscola”, nella quale “i pubblici ministeri rimarranno liberi, l'unica cosa che si fa è togliere alle correnti il Consiglio Superiore della Magistratura”. I due schieramenti assicurano il massimo impegno non solo per la raccolta firme ma per sensibilizzare l'opinione pubblica in una partita che resta tecnica solo sulla carta, perché nonostante l'invito arrivato dal Guardasigilli il clima tra i pro e i contro non pare affatto pacato. Se per Angelo Bonelli di Avs “la destra sta ingannando gli italiani, facendo credere che si tratti di una riforma per rendere più giusta la giustizia”, dal Pd Chiara Gribaudo taglia corto: “Contestiamo il metodo, perché il Parlamento è stato totalmente esautorato, ma anche il contenuto”. Da Forza Italia il presidente dei senatori “azzurri” Maurizio Gasparri annuncia che martedì verranno depositate le firme raccolte per la consultazione: “Vogliamo abolire la spartizione correntizia del Csm e ridare alla magistratura prestigio ed indipendenza”. Mentre da Noi moderati, il coordinatore del partito Saverio Romano sottolinea: “Separare le carriere non significa punire alcuno, come alcuni vogliono far credere, ma ripristinare un principio sacrosanto: che il giudice sia e appaia terzo”. Scettici sulla riforma, seppur favorevoli alla separazione delle carriere, restano Italia viva, con Raffaella Paita, secondo la quale “serviva molto più coraggio” e Più Europa.
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