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Separazione delle carriere, falsa citazione di Falcone "inguaia" Gratteri
Oggi 12-11-25, 14:03
Una falsa intervista a Giovanni Falcone fa "confondere" il Procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri. Per sostenere la teoria che la separazione delle carriere in magistratura non è una buona scelta, ieri alla trasmissione televisiva "diMartedì" condotta da Giovanni Floris ha letto alcune frasi che sarebbero state pronunciate dal pm palermitano ucciso dalla il 23 maggio 1992 a Capaci. "Sarebbero", appunto. Perché di tali dichiarazioni non c'è traccia. Preso il telefonino, Gratteri ha riportato: "Una separazione delle carriere può andar bene se resta garantita l'autonomia e l'indipendenza del pubblico ministero, ma temo che si voglia attraverso questa separazione subordinare la magistratura inquirente all'Esecutivo: questo è inaccettabile". E subito è venuto giù il diluvio. Perché Falcone è un eroe dell'Italia che si batte contro la criminalità organizzata e tutto ciò che ha fatto e che ha detto è catalogato, analizzato, archiviato nella storia della Repubblica. Le parole attribuite al defunto capo della Procura Antimafia non risultano su nessuna carta, in nessuna intervista. Mentre del pm Gratteri è nota la posizione contraria alla separazione delle carriere delle toghe. ''L'amico Gratteri, che non riuscirà mai a essermi antipatico nonostante mi copra di critiche anche feroci, è favorevole al sorteggio. Adesso fa finta di nulla, ma come direbbe Di Pietro, carta canta'', gli ha risposto il ministro della Giustizia Carlo Nordio dai microfoni di Rai Radio1. ''Anche lui - ha aggiunto - è stato vittima delle spartizioni correntizie, quando gli hanno negato dei posti che magari meritava. Quindi dovrebbe ricordare di essere stato favorevole al secondo e al terzo quesito, che sono forse i più importanti''. "Nicola Gratteri merita rispetto, stima e riconoscenza per la sua costante lotta contro la criminalità organizzata, ma la tesi che egli sostiene per contrastare la riforma costituzionale della separazione delle carriere non può essere assolutamente condivisa", è intervenuto il deputato di Fratelli d'Italia Andrea Pellicini, componente commissione Giustizia della Camera. Il procuratore di Napoli insiste nell'affermare, contro ogni evidenza, che l'obiettivo della riforma è quello di subordinare il pubblico ministero all'esecutivo. Basta leggere l'art. 104 della Costituzione per avere la dimostrazione che è fatta salva l'autonomia e l'indipendenza sia dei magistrati giudicanti, sia dei magistrati richiedenti". "Se dunque le affermazioni di Gratteri si scontrano con la realtà, il suo non può che essere un processo alle intenzioni, inaccettabile perché la sottoposizione del pubblico ministero al potere esecutivo non potrebbe essere attuata surrettiziamente, ma richiederebbe un'altra riforma della Costituzione", sottolinea Pellicini. E Giovanni Falcone? Nel 199 rilasciò un'intervista al quotidiano La Repubblica in cui disse: "Chi, come me, richiede che (giudici e pm) siano due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera viene bollato come nemico dell'indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell'azione penale, desiderose di porre il pm sotto il controllo dell'esecutivo". Una distorsione che sta scatenando un'ondata di polemiche nei confronti di Gratteri, tra i sostenitori del fronte del No al referendum.
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