s
Strano, toghe rosse al servizio di Lucano. “Siamo con voi sindaco”, l'intercettazione choc
05-12-2024, 08:49
«La dottoressa Tarzia mi dice: "Siamo con voi, sindaco", mi ha detto ieri. Una stima... C'è stata la riunione di tutti i magistrati democratici. "Ci dovete dire come evolve questa situazione con la Prefettura e prenderemo una posizione". Guarda che parole. "Prenderemo una posizione"». A vantarsi con un collaboratore dell'appoggio della corrente di sinistra dei magistrati è Mimmo Lucano, il sindaco di Riace finito a processo per le irregolarità nella gestione dei migranti. L'europarlamentare di Avs, nell'estate del 2017, tesseva la rete di coperture per salvare il suo modello Riace, mettendo a punto un sistema di rendicontazione delle spese del tutto arbitrario e preparando le controdeduzioni alla relazione prefettizia con l'aiuto del suo amico Emilio Sirianni, giudice civile della Corte d'Appello di Catanzaro, iscritto a Magistratura Democratica, il quale prometteva al sindaco indagato che si sarebbe mosso con i vertici nazionali. Ed ecco che il 24 luglio 2017, da un'intercettazione, vengono fuori i nomi di quelle toghe rosse pronte a prendere una posizione a sostegno del sindaco accusato di aver sottratto i soldi dell'accoglienza. A svelare l'identità dei magistrati più vicini a Lucano, è proprio il primo cittadino, che la sera prima aveva parlato con la giudice Olga Tarzia, anche lei di Md. La Tarzia non è una qualunque, ma la presidente della Seconda sezione della Corte d'Appello di Reggio Calabria, dove, dopo la condanna in primo grado a 13 annidi carcere, è stato incardinato in tempo record l'appello dell'imputato, finito con una pronuncia a un anno e sei mesi, con pena sospesa. Lucano nell'intercettazione ambientale fa i nomi delle toghe rosse dalla sua parte, pronte perfino a recarsi a Riace: «Guarda che parole. "Prenderemo una posizione". Eh... Lucisano (Roberto, ndr), è venuto Sirianni... Eh... Magistrati di alto livello. Ma tu ci pensi, Gaetano Paci, il sostituto procuratore, Musolino, sostituto procuratore... e Gaetano Paci lavorava con Borsellino». Lucano si riferisce al segretario nazionale di Magistratura Democratica, Stefano Musolino, proprio la toga rossa che, dopo il nostro scoop sulla mail del giudice Patarnello, ha definito Il Tempo "I bassifondi della comunicazione" solo perché ci siamo permessi di rivelare come la bocciatura del modello Albania sia sfociato nelle esternazioni di Patarnello, che definiva addirittura il premier Giorgia Meloni più pericolosa di Berlusconi, perché non avendo inchieste giudiziarie non si muove per un salvacondotto ma per una visione politica. Di fronte a quella lista di nomi altisonanti, il collaboratore di Lucano è così incredulo da ripetere: «Madonna. Madonna». E chiede: «Ma devono venire qui a Riace?». Il sindaco risponde senza alcun tentennamento: «Vengono, vengono un'altra volta. Verranno». A quel punto l'eurodeputato di Avs è pronto a quella che il suo interlocutore chiama «una rivoluzione» contro la Prefettura, rea di voler demolire il modello Riace. «Io mi presento al Prefetto e gli dico: "Riace è così"», continua Lucano. «Io non accetto il ridimensionamento di Riace... Se mi fanno il ridimensionamento, io chiuderò tutto... perché io non posso fare la chiusura... faccio la revoca totale. Immediatamente! Al governo italiano dico: mi avete mandato in giro per mondo, hanno fatto film su Riace... È nata una letteratura; il progetto migliore d'Italia... l'avete chiuso voi, senza nessun motivo perché sono cazzate quello che avete scritto, perché tutto il resto del mondo parla bene, solo il Governo italiano parla male». Infine una nuova rivelazione sui suoi amici toghe rosse: «Considerateci...», riferisce il sindaco, «ci consideriamo al vostro fianco», la magistratura. Mi ha chiamato apposta per dirmelo. Perché mi ha detto: "A questo - ha detto la dottoressa Tarzia - la Prefettura vi dovrebbe chiedere scusa"».
CONTINUA A LEGGERE
4
0
0