s
Stupro a Tor Tre Teste: l'educazione "sessuo-affettiva" serve agli immigrati
Oggi 02-12-25, 10:56
Lo scorso 25 novembre, giornata dedicata all'eliminazione della violenza contro le donne, è stata diffusa la notizia della banda di marocchini che ha picchiato e violentato una ragazza davanti agli occhi del suo fidanzato nel parco di Tor Tre Teste a Roma. La notizia è stata pressoché ignorata dai collettivi femministi e dalla sinistra radicale, impegnati nelle manifestazioni già in programma, salvo poi risvegliarsi pochi giorni dopo per una presunta "lista stupri" vergata nel bagno di un liceo della Roma bene. Episodio grave, che merita la punizione del responsabile, ma che difficilmente si tramuterà in una violenza fisica come quella avvenuta nella periferia romana. Da tempo gli stessi collettivi chiedono l'introduzione nelle scuole dell'educazione sessuo-affettiva, materia in realtà ben diversa rispetto all'educazione sessuale che conosciamo. L'educazione sessuo-affettiva, almeno nelle proposte delle femministe e della sinistra, è più un corso di politica transfemminista che una disciplina scientifica vera e propria. Uno dei punti centrali di questa materia, oltre alle teorie su infiniti generi e sui cambi di sesso da affrontare a cuor leggero, sarebbe il concetto di "consenso", che dovrebbe essere libero e privo di costrizioni fisiche o psicologiche. Ma allora perché non introdurre questo tipo di corsi per gli immigrati che arrivano in Italia? I dati ci dicono che gli stranieri sul nostro territorio compiono poco meno della metà delle violenze sessuali e circa un terzo dei femminicidi, quando la popolazione straniera residente si attesta al 9% del totale. Non sarebbe più utile introdurre corsi obbligatori di educazione civica di base per persone provenienti da contesti culturali molto differenti dai nostri, dove il ruolo della donna e il concetto di consenso sono lontani da quelli che intendiamo in Italia? Non sarebbe più opportuno assicurarsi che gli stranieri che si stabiliscono qui conoscano quei valori minimi che ancora ci definiscono come "società civile"? In molti Paesi, ad esempio, la donna è considerata proprietà dell'uomo una volta sposata e non esistono leggi contro lo stupro coniugale; in altri i matrimoni combinati sono un'usanza comune e accettata, senza dimenticare la persecuzione delle persone omosessuali. Ecco, sarebbe meglio lasciar in pace i bambini nelle scuole, tenerli lontani da teorie gender e cominciare a insegnare agli stranieri il rispetto per le donne e per il Paese che li ospita. I fatti di cronaca ce lo raccontano ogni giorno.
CONTINUA A LEGGERE
1
0
0
Guarda anche
La Repubblica
La sindaca Salis: “Sotto i miei post insulti sessisti”
Il Sole 24 Ore
La repressione non basta senza cultura del rispetto
Il Manifesto
Stupro è ogni atto sessuale non consensuale
Il Tempo
12:12
Saldo Imu 2025, si avvicina la scadenza
Il Tempo
11:59
