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Sulle navi di Flotilla spuntano anche due ex terroristi Eta
19-10-2025, 08:16
C'è ancora chi scende in piazza per la Flotilla, chi vuole conferire alla “grande operazione umanitaria” persino l'Ambrogino d'Oro, il premio più prestigioso della città di Milano. C'è chi nega che ci siano legami con Hamas. Eppure, a bordo di una delle imbarcazioni della spedizione diretta in Israele per forzare gli aiuti umanitari c'erano Itziar Moreno Martínez, alias Hodei, e José Javier Osés Carrasco, alias Jotas. Due nomi che in molti non conoscono forse, ma che hanno fatto parte del terrorismo. Erano, infatti, due membri del gruppo terroristico Eta (Euskadi Ta Askatasuna), i separatisti baschi, la cui cessazione permanente dell'attività armata venne annunciata il 20 ottobre 2011. Entrambi, Martínez e Carrasco, erano a bordo della nave Sirius, la stessa su cui viaggiava l'ex sindaco di Barcellona Ada Colau. Andando a guardare i precedenti, notiamo come José Javier Osés è stato arrestato dalla polizia francese ad Albi (Occitania) nel giugno 2012 e successivamente condannato dal Tribunale penale di Parigi a otto anni di carcere per appartenenza all'apparato militare-logistico del gruppo terroristico Eta. È stato rilasciato nel 2018 dopo aver trascorso sei anni in carcere, cinque dei quali in Francia. Mentre Itziar Moreno è stata condannata in Francia a 15 anni di carcere per aver sparato a diversi gendarmi nel 2011 mentre fuggiva da un posto di blocco della polizia insieme a un altro membro della gang, Oier Gómez Mielgo. I due membri dell'Eta furono arrestati il giorno dopo la sparatoria nella città di Croze (Nuova Aquitania) e nel 2016 un tribunale di Parigi li dichiarò colpevoli del tentato omicidio di quattro gendarmi. Dopo la sua estradizione in Spagna nel 2022, Itziar Moreno ha scontato la sua pena nel carcere di Alcalá Meco ed è stata successivamente trasferita al carcere di Zaballa ad Álava. Nel 2023 è stata rilasciata su cauzione, con due casi pendenti presso il Tribunale Nazionale. L'Eta, nata nel 1958 e considerata un'organizzazione terroristica da diversi Stati, tra cui la Spagna, la Francia e gli Stati Uniti d'America, oltre che dall'Unione europea, è responsabile della morte di oltre 800 persone: gli anni più sanguinosi sono stati il 1978, il 1979 e, soprattutto, il 1980. Dal 1980 al 1987 ci fu una media di 40 attacchi mortali ogni anno, superata nel 1991 (con 46 omicidi). Questo dopo i nomi rinvenuti nel documento del ministero della Diaspora israeliano sui legami opachi della Flotilla in cui, oltre ad Hamas si leggono altri nomi riconducibili al terrorismo palestinese: «Alcuni membri del comitato direttivo della Global Sumud Flotilla hanno partecipato a incontri con rappresentanti di organizzazioni terroristiche designate dagli Stati Uniti, tra cui Hamas, la Jihad Islamica Palestinese (PIJ) e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Inoltre, hanno fornito finanziamenti a diverse organizzazioni nella Striscia di Gaza». Nella lunga lista di volti sospetti c'è Muhammad Nadir Al-Nuri, attivista umanitario, cittadino malese nato nel 1987 in Scozia, fondatore e CEO di Cinta Gaza Malaysia (CGM) che «ha sostenuto il finanziamento di diverse iniziative a beneficio di entità di Gaza affiliate ad Hamas. Tra le altre attività, ha finanziato la costruzione di un edificio per l'Ufficio per lo Sviluppo Sociale, un'istituzione che opera sotto il controllo di Hamas». Altro membro del comitato direttivo della Flotilla è Wael Nawar, che in passato ha ricoperto il ruolo di coordinatore e portavoce del Soumoud Convoy, e che ha incontrato rappresentanti di Hamas, del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e della Jihad Islamica Palestinese. Nominato anche Zaher Birawi, presidente dell'EuroPal Forum e del Comitato Internazionale per la Rottura dell'Assedio su Gaza, considerato uno dei fondatori della Flotilla: nel 2013, Israele, nonostante lui stesso smentisca, ha definito Birawi un «alto operatore di Hamas in Europa», e nel 2012 è apparso insieme al leader di Hamas morto un anno fa Ismail Haniyeh in diversi eventi. Poi i documenti rinvenuti a Gaza e pubblicati dal Ministero degli Esteri israeliano, contenenti una lettera del 2021 firmata da Haniyeh, in cui sostiene la Conferenza Palestinese per i Palestinesi all'Estero (PCPA). Un fatto che il ministero ritiene essere la «conferma che le risorse chiave della Flotilla sono di fatto possedute e controllate da Hamas. Chiarisce la catena di comando e il sostegno finanziario dietro queste operazioni, che sono state a lungo presentate con pretesti civili». Forse, la presenza di due ex terroristi a bordo di quella che viene considerata un'operazione umanitaria, qualche sospetto in più potrebbero farlo sorgere.
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