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Politica
E se fossero stati studenti di destra ad assaltare l'ateneo di Pisa?
Oggi 18-09-25, 14:01
«Immagina, puoi», recitava George Clooney in una celebre pubblicità. Ecco, proviamo anche noi a immaginare una scena: si tratta di un esercizio facile facile. Poniamo - questo è il giochino di fantasia - che lo stesso spettacolo avvenuto all’Università di Pisa fosse stato provocato da Forza Nuova, o da Casa Pound, o da un collettivo studentesco di destra. Non importa, in questo test di fantasia, la ragione o il pretesto per l’eventuale chiassata. Ipotizziamo solo che - per qualsiasi motivo - un gruppo di destra avesse inscenato esattamente lo stesso numero recitato dagli attivisti pro Pal: irruzione in un’aula, interruzione forzata della lezione, violenza contro cose e persone, un professore prima insolentito e poi mandato all’ospedale. Il tutto con la ripresa video del blitz per poter “socializzare” la bravata. Cosa sarebbe successo in questo caso? Elementare, Watson: staremmo da due giorni a parlare di fascismo, di squadrismo, di marcia su Pisa (e presto di nuova marcia su Roma). Ovviamente avremmo registrato aperture in prima pagina di tutti i quotidiani, con le prime firme di ogni testata in nobile gara tra loro per stracciarsi le vesti e strapparsi i capelli. E poi le dirette televisive con gli inviati nel cortile dell’Università: «Abbiamo lì il nostro XXX (inserire un nome a piacere, programma per programma). Raccontaci com’è andata». A seguire, l’inevitabile dibattito in studio, con sociologi, psicologi, politici, preti di qualche comunità di recupero, al grido di “dove abbiamo sbagliato? cos’è successo ai nostri giovani?”, con recita finale compulsiva di Bella Ciao e altri canti resistenziali a piacere. E le opposizioni? Un solo urlo: «Meloni riferisca in Parlamento!». E giù comizi e piazzate sull’onda nera, la torsione autoritaria, le radici e le matrici, i semi e i frutti. E le procure? Dove le metti le procure? Subito una pioggerellina di inchieste per tentata ricostituzione del partito fascista. E poi - signora mia - gli appelli, anzi un diluvio di appelli: cantanti, artisti, intellettuali, morti di fama assortiti, tutti lì a raccontare l’Italia come un paese finito, in fez e stivaloni, travolto dalla lebbra squadrista. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44152655]] A quel punto, come una piccola comitiva di avvoltoi, due o tre ministri francesi avrebbero rilasciato interviste sdegnate e dichiarazioni di fuoco: “Oggi a Roma, domani a Parigi”. E via il repertorio e le giaculatorie sul cordone sanitario, l’impresentabilità, l’eterno ritorno della violenza ne ra. Fine della simulazione. Come si sa, non è andata così. Forza Nuova e Casa Pound non c’entrano nulla, e i collettivi di destra meno che mai. È tutta roba dei compagni, purissima farina proveniente dal sacco comunista e pro Pal. Oddio! E allora come si fa? Panico nella SCPC (Suprema Cupola Politicamente Corretta), turbamento nella RU (Redazione Unica), gastrite ingestibile per l’EU (Editorialista Unificato). E mo’ che facciamo, compagni? Niente paura, la soluzione intelligente non manca mai. L’editorialista salta un turno, e i giornali “seri” se la cavano con una “breve”, con un riquadrino formato francobollo, o - al massimo- con un pezzettino di fredda cronaca. Niente commenti, niente analisi, niente interviste, niente approfondimenti. E in tv? Meglio parlar d’altro, buttiamola su Netanyahu, chiamate Iacchetti, vedete voi. Tu chiamala - se vuoi - “stampa democratica”. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44142389]]
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