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Urbanistica: pm Milano, 'quadro allarmante, scelte opache' e spunta traffico influenze
07-11-2024, 15:55
Milano, 7 nov. (Adnkronos) - Un elenco di tredici casi emblematici e una Commissione comunale per il paesaggio che omette o parteggia. E' questo il quadro che emerge nel decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla procura di Milano. Un provvedimento che riporta al centro della cronaca il ricorso ingiustificato alla Scia, la violazione delle norme nazionali o regionali in materia di urbanistica che avrebbe permesso di trasformare normali edifici in disuso in torri e grattacieli spuntati in ordine sparso in città. Quello che emerge, per i pm Marina Petruzzelli, Mauro Clerici e Paolo Filippini, è un "quadro allarmante che vede i progetti urbanistici sul territorio milanese dipendere, in maniera di fatto determinante, dal parere della Commissione per il paesaggio del Comune di Milano, i cui membri sono risultati agire in un contesto caratterizzato da conflitti di interesse e comunque opacità". Nel caso di via Lepontina 4- Valtellina 38, oggi sottoposta a sequestro, i pareri della Commissione, per la residenza universitaria convenzionata e di due edifici residenziali su progetto dell'architetto Paolo Mazzoleni - "risultano funzionali ad avallare le procedure dirette al conseguimento di titoli edilizi illegittimi, con conseguenti danni alla comunità e all'erario, a fronte di ingenti profitti privati". Le indagini della Guardia di finanza mostrano "un quadro d'insieme, indiziario di sistematici casi di conflitto di interessi in seno alla Commissione per il paesaggio e in capo ad alcuni soggetti interni all'amministrazione comunale, i quali operano in sintonia con la Commissione, dando vita a quello che a tutti gli effetti appare essere un 'sistema' consolidato nel tempo, in virtù del quale sembrerebbero essere sempre meno tutelati gli interessi della collettività e del Comune, e sempre più avvantaggiate le società operatrici e i loro progettisti, a scapito dell'interesse pubblico". Alcuni degli indagati sono accusati di aver attestato il falso rispetto alla rappresentazione dei luoghi da ristrutturare, di aver violato le norme urbanistiche o celato conflitti di interesse. Un "sistema" organizzato che ha portato la procura ad aprire più fascicoli d'indagine: da piazza Aspromonte (indagati, tra gli altri, l'allora dirigente dello Sportello unico per l'edilizia Carla Barone, l'ex componente e presidente della Commissione per il paesaggio Paolo Mazzoleni), alla Torre Milano in fase di udienza preliminare (indagati, tra gli altri, Giovanni Oggioni e Franco Zinna oggi perquisito), e ancora Park Tower in via Crescenzago, il progetto Bosconavigli, o la doppia inchiesta su via Lamarmora. In questo caso, per i civici 27-29 il procedimento è a carico di Marco Cerri "per traffico di influenze, relativamente al suo rapporto privilegiato con la dirigente Carla Barone". In particolare, Cerri, esperto di urbanistica e di pratiche amministrative, "vantando aderenze e canali privilegiati presso il Sue del Comune di Milano, si proponeva a Salvatore Greco (legale rappresentante della Sun Shine srl, acquirente dell'immobile di via La Marmora 23/27) come facilitatore per l'ottenimento del titolo edilizio per la realizzazione dell'intervento su tale immobile, inducendo quest'ultimo ad affidargli l'incarico professionale remunerato per l'opera" si legge nel decreto. Questo progetto, inizialmente affidato a un altro architetto, "sembra osteggiato dal Sue dando l'impressione che tali dinieghi fossero strumentali all'assegnazione dell'incarico di progettista a persona gradita", nello specifico l'architetto Cerri, che non riuscirà a veder realizzato il presunto piano perché Greco ritorna sulla sua scelta iniziale. E' in questo contesto che si inserisce Ada Lucia De Cesaris (non indagata), già assessore all'Urbanistica del Comune di Milano, oggi perquisita. L'avvocatessa, con la passione per la politica, "avrebbe rivelato all'architetto Marco Cerri, il contenuto di un incontro del 24 maggio del 2023, rivelandogli che era stato estromesso dal progetto. Le diverse perquisizioni sono motivate dalle modalità d'azione degli indagati che "lungi dall'essere isolati casi di false attestazioni di assenza di conflitti di interesse, appaiono sintomatici dell'esercizio distorto di poteri e funzioni pubbliche in cambio di utilità o riconoscimenti professionali". In tal senso la procura, tramite chat e contatti, mira a "ricostruire la rete di relazioni e le dinamiche che influenzano in concreto le scelte dell'amministrazione in campo edilizio determinando gli esiti delle pratiche presentate".
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