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A Napoli tutti pazzi per Kevin De Bruyne. E c'è già la statuina
Ieri 12-06-25, 17:07
AGI - Il Napoli ha ufficializzato l'ingaggio di Kevin De Bruyne, che arriva a parametro zero dopo la separazione consensuale con il Manchester City di Pep Guardiola. Un acquisto di grande rilievo per la squadra campione d'Italia, in vista della prossima stagione e della difesa del titolo nazionale, oltre che dell'impegno in Champions League. Sotto il Vesuvio sperano che il nativo di Drongen, nelle Fiandre orientali, possa ripercorrere le orme di altri due altri recenti pilastri della nazionale dei Diavoli Rossi, Dries Mertens e Romelu Lukaku, che guiderà l'attacco azzurro anche l'anno prossimo. O almeno i tifosi sperano che possa sicuramente fare meglio di altri sui connazionali che non hanno lasciato lo stesso segno, Bertrand Crasson, Oliveir Renard e Omar El Kaddouri. “Benvenuto Kevin”, ha scritto il Napoli sul suo account X come didascalia a una foto in cui il centrocampista stringe la mano al presidente, Aurelio De Laurentiis. Proprio quest'ultimo è stato il primo sponsor per l'arrivo di De Bruyne, esaltato nelle settimane passate e corteggiato fino alla firma. "Kevin è orgoglioso di essere uno di noi", ha poi sottolineato il Napoli sul profilo instagram del club. La società partenopea ha pubblicato un fotomontaggio che mostra l'ex Manchester City sul trono, con la didascalia "King Kev is here". Pochi minuti dopo anche la Federcalcio del Belgio ha celebrato il nuovo calciatore del Napoli, pubblicando una foto che lo ritrae con il compagno di club e nazionale, Romelu Lukaku: "Una connessione belga a Napoli. Buona fortuna Kev". Il centrocampista, 33 anni, ha firmato un contratto biennale, con un'opzione per un terzo anno, almeno secondo quanto riportano diversi media italiani. Insomma, ha firmato probabilmente il suo ultimo grande contratto della carriera. Con il Manchester City, “KDB”, arrivato dopo esperienze al Genk, al Werder Brema, al Chelsea e al Wolfsburg, ha giocato 422 partite in tutte le competizioni, segnando 108 gol dal suo arrivo nel 2015 e fornendo 177 assist. All'Etihad Stadium, ha vinto tutti i titoli possibili, tra cui sei Premier League e una Champions League. La statuina è già pronta Ma l'omaggio più emblematico arriva dal cuore pulsante dell'identità napoletana: San Gregorio Armeno. Qui, Marco Ferrigno – maestro dell'arte presepiale – ha scolpito e dipinto a mano le prime statuine di De Bruyne in maglia azzurra, tra scudetti e sogni di gloria. “Napoli non ha aspettato il comunicato – racconta Ferrigno –. Era nell'aria, nei desideri della gente. Così ho iniziato a modellare il volto, i capelli, la maglia. E ora De Bruyne è già parte del presepe napoletano, accanto ai miti che hanno fatto la storia. Questa città ha un talento unico: trasformare un calciatore in simbolo, in devozione popolare”. Accanto a lui, nei presepi, compaiono Maradona, Conte, De Laurentiis con il tricolore. E ora anche Kevin. Il colpo di mercato più atteso diventa racconto, diventa arte, diventa Napoli. Una firma che non è solo sportiva, ma culturale. E che fa sognare un'intera città. L'ansia per gli infortuni Come sempre, dietro i numeri e i trionfi c'è un “ma”. Nel caso di Kevin De Bruyne, a far discutere sono gli infortuni che lo hanno condizionato negli ultimi anni. Il belga ha saltato molte partite per problemi fisici ricorrenti, e la scorsa stagione è sceso in campo da titolare solo in 15 match di campionato. Secondo diversi addetti ai lavori, questo è uno dei motivi principali per cui il Manchester City ha scelto di non rinnovargli il contratto in primavera. Nonostante ciò, il club inglese ha già annunciato l'intenzione di erigere una statua fuori dallo stadio in suo onore, per celebrare la sua lunga e prolifica permanenza. Sotto la guida di Antonio Conte, arrivato meno di un anno fa, il Napoli ha conquistato il quarto scudetto della sua storia, battendo l'Inter per un solo punto dopo una rimonta da antologia. Ora l'obiettivo è chiaro: confermarsi come la squadra da battere nel prossimo campionato e fare un ulteriore passo avanti in Europa.
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