s
Quotidiani nazionali


Oggi 24-03-23, 03:30
"Mi sono spaccata il ginocchio": Elena, dramma da Maria De Filippi
"Non ho detto nulla a nessuno e ho continuato a ballare. Tanto ce la faccio, mi dicevo": Elena D'Amario, ballerina professionista di Amici, ha rivelato di avere avuto un infortunio piuttosto pesante. "Mi sono spaccata il ginocchio", ha spiegato al settimanale Grazia. È successo - come lei stessa ha raccontato - in un periodo nel quale, nonostante sentisse dolore, continuava a ballare a ritmi serrati. Questo forse avrà peggiorato la situazione. Nonostante il fisico impeccabile della ballerina, non mancano comunque le critiche e le polemiche contro di lei sui social. Tra queste quelle più ricorrenti riguardano proprio il suo corpo, definito a volte troppo magro o troppo muscoloso. A tal proposito la ballerina di Amici ha ammesso: "Non fa piacere. Ora però sono in armonia con il corpo anche da questo punto di vista”. Il punto di svolta - ha continuato Elena - è arrivato con l'operazione al ginocchio, che le ha dato una consapevolezza nuova: “Io non sono una supereroina”, ha spiegato. La ballerina starebbe anche iniziando a chiedersi cosa farà quando non avrà più la danza: "Per quanto il mio corpo possa essere allenato non potrò ballare a questi livelli all'infinito”.


Oggi 24-03-23, 03:26
Sondaggio Noto, sorpasso a un passo: ribaltati tutti gli equilibri politici
Fratelli d'Italia cresce ancora. A snocciolare i numeri ci pensa Antonio Noto in occasione della puntata di mercoledì 22 marzo di Porta a Porta. Qui, su Rai 1, il partito di Giorgia Meloni viene dato in crescita rispetto allo scorso 13 febbraio. FdI aggiunge un +0,5 per cento al totale, arrivando al 29. Segue il Partito democratico che gode ancora della novità: Elly Schlein alla guida dei dem. Il Pd, dopo il voto delle primarie, sale al 21 per cento guadagnando 4.5 punti percentuali. Dalle cifre mostrate nello studio di Bruno Vespa non sfugge il cambio di passo del Movimento 5 Stelle. La forza politica di Giuseppe Conte sembra pagare lo scotto della Schlein. I grillini, dopo mesi in rialzo, sprofondano al 14,5 per cento lasciandosi alle spalle quattro punti percentuali. Anche la Lega perde 1.5 punti attestandosi all'8.5, mentre Azione-Italia Viva raggiunge l'8 segnando un +0,5. Poco più sotto, c'è Forza Italia che tallona Calenda e Renzi. Il partito di Silvio Berlusconi è vicinissimo al sorpasso con il 7,5 (+0.5 per cento). Notizie meno buone per quei partiti che chiudono la rilevazione. Alleanza Verdi e Sinistra resta stabile al 3 per cento, così come Noi Moderati fermo all'1,5 e +Europa che invece guadagna lo 0,5 attestandosi all'1.5. Ma Noto ha anche dato un valore complessivo agli schieramenti: il centrodestra raggiungerebbe oggi il 46.5 per cento, mentre gli avversari di centrosinistra non andrebbero oltre il 25.5. Il sondaggista ha poi chiesto agli italiani un parere sullo stop alla vendita di auto benzina-diesel dal 2035. Per il 50 per cento è una scelta sbagliata, per il 37 è giusta la strada intrapresa mentre non risponde il 13. E sempre in tema di decisioni dell'Unione europea, sulle case a emissioni zero il campione ha risposto per il 46 che la normativa dovrebbe essere applicata solo ai nuovi edifici, il 25 è favorevole anche per le vecchie abitazioni, contrario è il 26 mentre solo il 3 non risponde.


Oggi 24-03-23, 03:15
"Bisogna liberare l'Africa": Adolfo Urso e la minaccia russo-cinese, cosa rischiamo
Senatore Adolfo Urso, lei è ministro delle Imprese e del Made in Italy. Perché cambiare nome al vecchio dicastero dello Sviluppo? «La destra è per la difesa delle imprese e quindi dei lavoratori o, se si preferisce, dei lavoratori e quindi delle imprese. Anche per questo motivo, Giorgia Meloni ha voluto cambiare la denominazione del ministero. Per dare un indirizzo politico specifico alla nostra attività. Per noi contano le persone che attivano il processo produttivo e che collaborano nel processo produttivo, quindi gli imprenditori, i lavoratori e anche i consumatori». E il Made in Italy? «Il Made in Italy non è semplicemente un luogo di produzione, è diventato nella percezione comune un marchio di qualità, di eccellenza. È uno stile di vita, un modello, una cultura, un'arte, una creazione, una storia». E come si difende? «Io vengo da due importanti esperienze. La prima è quella da viceministro del Commercio con l'estero. Sono stato il negoziatore italiano nel vertice del WTO che si tenne a Doha, nel Qatar, nel novembre 2001, poche settimane dopo l'undici settembre, quando il mondo tentava di unirsi per combattere quello che allora sembrava il nemico principale, Al Qaeda. E mentre gli aerei dell'Alleanza sorvolavano il Qatar per colpire le basi di Al Qaeda in Afghanistan, il mondo pensò di coinvolgere la Cina nella governance dell'economia globale. L'anno dopo Berlusconi a Pratica di Mare cercò di coinvolgere la Russia nella governance della sicurezza globale». Oggi sembra fantascienza. «La storia ci dice che il treno delle libertà è tornato indietro ed oggi dobbiamo fronteggiare un'epoca del tutto diversa, il ritorno degli autoritarismi e degli imperialismi che premono sull'Occidente, sull'Europa, sul Mediterraneo». E la seconda esperienza? «Nella scorsa legislatura sono stato il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, proprio mentre l'Occidente si ritirava da Kabul e prima ancora doveva fronteggiare la pandemia e poi la guerra della Russia in Ucraina. Nelle nostre relazioni al Parlamento abbiamo evidenziato come il settore finanziario, bancario, assicurativo la sicurezza energetica, l'avventura dello spazio, il sistema produttivo, le tecnologie siano elementi che vanno guardati insieme perché sono anch'essi determinanti per la nostra indipendenza, per la nostra sovranità, per la nostra autonomia». C'entra qualcosa la guerra ibrida? «Certo. La guerra ibrida nei confronti dell'Occidente utilizza tutti i sistemi, dal grano all'energia, dall'acqua all'immigrazione». Anche l'immigrazione? «Nel settembre 2021 cioè poche settimane prima dell'invasione della Russia in Ucraina ci fu un ponte aereo che trasportò decine di migliaia di profughi siriani, iracheni, afgani che furono portati in Bielorussia». Chi li portò? «Chi gestì quell'operazione voleva indirizzarli verso la frontiera europea e guarda caso proprio della Polonia e dei Paesi baltici, che erano e sono i principali supporter dell'Ucraina. Chi non ricorda le accuse che facemmo ai polacchi e i lituani e gli altri baltici perché alzavano la frontiera per fermare quella massa di disperati che veniva spinta verso di loro». Spinta da chi? «Dalla Bielorussia, cioè dalla Russia per far entrare in crisi l'Europa prima di invadere l'Ucraina. Ecco, se quello è accaduto nella frontiera nord orientale dell'Europa, lei pensa che non accada in quella meridionale dell'Africa, dove non c'è frontiera, dove c'è il Mar Mediterraneo?». Come si combatte la guerra ibrida? «Gran parte dell'Africa ormai è sotto l'orbita di Russia e Cina che proprio qualche giorno fa hanno tenuto unvertice a Mosca per pianificare come penetrare e dominare alcuni continenti per condizionare l'Occidente. È per questo che l'Europa e l'Italia devono praticare una politica nei confronti dell'Africa. Enrico Mattei insegnò prima all'Italia e forse anche all'Europa e all'Occidente, che si poteva realizzare una politica win win nei confronti della sponda sud del Mediterraneo o dell'Africa del Medio Oriente. Noi dobbiamo riprendere quella politica per crescere insieme a loro e liberare il continente africano dalla penetrazione cinese e russa che oggi rischia di accerchiare l'Europa, sostanzialmente prendendo il monopolio di quello che ci serve nella nostra transizione, del nostro sviluppo economico, sociale e industriale». Ma l'Europa è pronta a sostenerci? «L'Italia non può essere lasciata sola, sia perché è la più esposta ai flussi migratori, sia perché è in prima linea per quanto riguarda la penetrazione nell'Africa e nel Medio Oriente. Servono una comprensione e una politica industriale che parta sin dall'inizio dall'autonomia strategica sulle materie prime critiche che ci servono. Bisogna sviluppare subito una seria e significativa politica energetica e industriale nel nostro continente, come hanno fatto gli Stati Uniti, con lungimiranza e non a caso prima dell'Europa. E l'autonomia energetica si può raggiungere grazie proprio all'Italia che può diventare hub del gas europeo. Ma l'Italia non è soltanto questo. È il ponte dell'Europa nei confronti dell'Africa, deve essere chiaro a tutti». A Bruxelles è chiaro questo concetto? «Non è un concetto o un'aspirazione è un'assoluta necessità se si rialza il muro di Berlino, se si rialza la cortina di ferro qualche centinaia di chilometri più a oriente di Trieste. L'Europa non solo per l'approvvigionamento energetico ma anche per i suoi canali commerciali deve necessariamente guardare, crescere e svilupparsi a Sud». Lei ha anche dei legami familiari con l'Ucraina, giusto? «Mia moglie è nata in Siberia dove tuttora vive suo padre da una famiglia metà russa e metà russofona di Lugansk, dove loro hanno vissuto poi. Quindi sono consapevole forse più di altri del dramma di quei popoli. Ma che gli ucraini si difendano e riescano a tutelare le proprie libertà nel proprio Paese è un nostro interesse nazionale». La soluzione può arrivare solo attraverso le armi? «Innanzitutto noi non possiamo dire loro cosa cosa fare. Possiamo da una parte aiutarli a difendersi e nel contempo a sopravvivere economicamente. È ovvio che noi tutti ci auguriamo che la guerra si fermi il prima possibile. Questo deve essere sempre tenuto bene a mente: è l'obiettivo che dobbiamo raggiungere». Nel frattempo? «Il 2023 è un anno in cui dobbiamo sviluppare la politica industriale europea perché dobbiamo dare una risposta non tanto e non solo a quello che gli Stati Uniti hanno messo in campo di importante e significativo, ma insieme agli Stati Uniti dobbiamo dare una risposta alla sfida sistemica cinese che è quella della supremazia tecnologica economica anche approfittando della transizione ecologica. Non è un caso che tutti gli elementi critici, le materie prime, la lavorazione ma anche i prodotti siano realizzate dalla Cina». Quali sono i rischi? «Non dobbiamo passare dalla dipendenza che abbiamo pagato caro dal carbon fossile russo a quella ancora più grave e significativa della tecnologia e delle materie prime green cinesi. Gli Stati Uniti hanno messo in campo 1.200 miliardi di dollari sulle infrastrutture e poi 280 miliardi sulle nuove tecnologie e infine 370 miliardi di sulla transizione ecologica. A questa risposta così assertiva deve esserci in parallelo una risposta altrettanto assertiva dell'Ue per fronteggiare insieme la supremazia o la sfida sistemica cinese. È quello che noi chiediamo all'Europa, una risposta comune sul fronte dell'immigrazione e contemporaneamente sul fronte della politica industriale. Se l'Europa non risponde si mette a rischio la stessa sopravvivenza dell'Unione europea che abbiamo costruito». Lei è da tantissimi anni animatore della fondazione Farefuturo, pensatoio della destra, liberale moderna. Ma l'egemonia culturale della sinistra sembra ancora solida. Tempo sprecato o bisogna fare di più? «La fondazione Farefuturo è la dimostrazione di come si debba fare politica e nel contempo si debba fare politica culturale tanto più nel centrodestra con una prospettiva di governo e quindi con la necessità di affrontare i temi concreti secondo una visione strategica. È importante che ci sia e che continui questa elaborazione culturale. Ritengo peraltro che l'egemonia culturale della sinistra sia messa in crisi dalla storia. È stata costruita su un mondo di illusioni evaporate nel tempo. Ora sono tornati gli imperi, sono tornate le ideologie e sono nati sistemi autoritari che tentano di prevalere sulle nostre sfere di libertà. E questo ha rimesso in discussione molte delle consuetudini su cui la sinistra si era adagiata. La prima delle quali probabilmente è proprio quello secondo cui non esiste più il lavoro, la produzione, l'industria e che invece noi dobbiamo difendere. Quando Giorgia Meloni parla al congresso della Cgil parla al mondo del lavoro italiano e mette in crisi quella che appariva un'egemonia della sinistra italiana. Perché oggi non è un paradosso. Ma è la realtà. Oggi il lavoro viene tutelato o viene difeso in Europa dalla destra, non dalla sinistra. Perché la destra è più consapevole della realtà. E la sa affrontare per quella che essa è. Per questo, nei momenti di crisi, gli elettori chiamano la destra a governare. Perché serve un po' di sano pragmatismo».


Oggi 24-03-23, 03:00
Morti in mare, fango contro Meloni: il grafico che svela la vergogna della sinistra
Dopo il naufragio di Cutro, il numero di immigrati vittime della traversata verso l'Italia è diventato argomento quotidiano di polemica politica. È stato così anche ieri, nel dibattito alla Camera, quando Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, ha accusato Giorgia Meloni di avere «contribuito ad aumentare i morti nel mar Mediterraneo». I numeri, però, raccontano una storia molto diversa: durante tutti gli ultimi governi della sinistra, il pericolo di morire in mare è stato più alto di quanto lo sia con questo esecutivo. Organizzazioni internazionali come l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) danno le cifre “ufficiali”, per quanto approssimative, dei morti e dei dispersi: queste ci dicono quanti disperati perdono la vita durante la traversata, ma nulla ci fanno capire, ad esempio, della pericolosità del loro viaggio, la quale dipende da molte cose, incluso l'impegno profuso dai governi per salvare chi rischia il naufragio. Per comprendere meglio il fenomeno, allora, occorre fare un calcolo diverso, ossia il rapporto tra il numero delle vittime del viaggio e quanti ne sbarcano. Mille morti hanno infatti un certo significato se a partire erano stati in ventimila, e ne hanno uno molto diverso se a tentare la traversata erano stati appena duemila. A fare questa analisi, elaborando i dati dell'Unhcr, sono stati il sociologo Luca Ricolfi e l'analista Luca Princivalle, della Fondazione Hume. Il risultato, pubblicato sul quotidiano La Ragione, smentisce molti luoghi comuni cari alla sinistra. Iniziando da quello che di questi tempi va per la maggiore: «A dispetto della tragedia di Cutro», scrive Ricolfi, «la rischiosità dei viaggi – misurata dal numero dei morti o dispersi per 100 migranti sbarcati – è oggi al minimo storico dai tempi del governo Renzi». Il semplice calcolo dei migranti scomparsi nel Mediterraneo dice che il governo che ne ha visti di più è proprio quello che fu guidato dall'ex sindaco di Firenze: con lui a palazzo Chigi si contarono, in media, 11,9 morti in mare al giorno. Il dato in apparenza migliore appartiene invece al secondo governo Conte, quello giallorosso, con una media quotidiana di 3,7 vittime. Il governo Meloni, in carica dal 22 ottobre, si colloca a metà, con 6,8 annegati al giorno: meno del governo Gentiloni (7,5), più del governo Draghi (5,9) e del primo governo Conte (5,6). Ma questo, appunto, è solo un modo di raccontare la storia, e non il più completo. Se si tiene conto di quanti immigrati sono partiti in direzione dell'Italia, e dunque del numero degli sbarcati, emerge tutto un altro quadro. IL RECORD Il primo governo Conte, quello gialloverde, aveva avuto pochi morti perché c'erano state pochissime partenze. Nonostante il basso numero assoluto di vittime, il tasso di mortalità di quelle traversate fu di gran lunga il più alto tra quelli visti durante gli ultimi sei governi: si contarono, in media, 16,6 morti o dispersi in mare ogni cento sbarcati. Con lo stesso parametro, il secondo governo che ha visto annegare più immigrati è l'altro esecutivo guidato dal giurista di Volturara Appula, che riportò il Pd al governo: per ogni cento che giunsero sani e salvi sulle nostre sponde, ne scomparvero 4,6 tra i flutti. L'esecutivo col quale risulta esserci la quota di morti in mare più bassa è proprio quello in carica: 1,7 vittime ogni cento sbarcati. La fredda analisi dei dati dice che mai, negli ultimi nove anni, i viaggi di chi si imbarca per l'Italia sono stati meno pericolosi di adesso. Da questi numeri Ricolfi trae comunque una morale sconsolante, perché nessuna strategia pare funzionare. «La politica dei porti chiusi», scrive, «fa esplodere la rischiosità dei viaggi e così mantiene alto il numero delle morti nel Mediterraneo. La politica dei porti aperti alimenta il traffico di esseri umani, facendo lievitare un giro di affari che è già dell'ordine dei miliardi di euro. L'apertura di nuovi corridoi umanitari (sicuramente auspicabile) non fermerebbe i trafficanti, che soddisfano una domanda di posti in Europa ben superiore all'offerta. Il blocco delle partenze e i respingimenti assesterebbero un colpo mortale al business dei migranti, ma cozzano con il senso di umanità e il diritto internazionale». Non esistono soluzioni facili, insomma (ma questo già si era capito).


Oggi 24-03-23, 02:45
"Compagni, champagne!". Indiscrezioni: al tavolo del ristorante di Elly Schlein...
Prima trasferta all'estero per Elly Schlein. La dem si è seduta come leader del Partito democratico al tavolo dei socialisti europei. Al suo fianco niente di meno di Pedro Sanchez, Sanna Marin e Olaf Scholz. I quattro avrebbero discusso sui temi caldi: dalla guerra in Ucraina fino all'emergenza migranti. Ma non lo hanno fatto in ufficio, o in una sede istituzionale, bensì al ristorante francese. L'appuntamento, secondo quanto riportato da Repubblica, era a "L'Improbable". Là dove i più o meno big europei hanno potuto degustare un tataki al salmone fumé e un carpaccio di Saint-Jacques. Ma non solo, il quotidiano rivela che "i camerieri, a richiesta, servivano anche champagne da 89 euro a bottiglia, ma nessuno al tavolo dem l'ha ordinato". Il vero tavolo di prova, però, per la Schlein non è stato quello de "L'Improbable". La segretaria del Pd si gioca tutto il giorno dopo, quando arriva a Bruxelles per partecipare al pre-vertice del Pse. "Per noi - commenta a incontro finito - la sfida principale sono i temi che abbiamo messo al centro della nostra campagna per le primarie: come accompagnare la conversione ecologica, su cui l'ambizione delle proposte della Commissione continuerà ad avere il nostro pieno supporto, affinché si creino le competenze per riprofessionalizzare lavoratrici e lavoratori". È necessario, aggiunge, "che ci siano risorse in più anche da parte dell'Unione europea per accompagnare le imprese, le famiglie, i lavoratori, per accompagnare le imprese a innovare i loro processi produttivi e ridurre l'impatto negativo sull'ambiente". Nel Consiglio europeo di oggi, conclude poi, "c'è in discussione la grande questione di come riformare il Patto di stabilità, e di come approvare il bilancio dell'Unione. Sono temi centrali per il futuro dell'Ue".


Oggi 24-03-23, 02:18
Esplode la rivolta contro Elly Schlein, mezzo Pd si ribella: cosa le costa carissimo
Dal sostegno all'«eroe» Dario Nardella che placca gli attivisti di Ultima generazione intenti a imbrattare Palazzo Vecchio, al silenzio imbarazzato dopo la sortita con la quale il segretario Elly Schlein di fatto si schiera con gli ecoteppisti. Il Pd è passato in meno di una settimana dalla lotta senza quartiere agli estremisti ambientalisti alla tolleranza per chi, in tema di ambiente, sta semplicemente «chiedendo di ascoltare la scienza» (Schlein dixit). E quindi non bisogna «fare l'errore di guardare troppo il dito e non la Luna (sempre Schlein). Con tanti saluti agli sforzi, anche economici, che le amministrazioni comunali guidate dal Pd stanno mettendo in campo per rimediare alle sortite dei “gretini”. Prendiamo proprio Nardella. Lo scorso 17 marzo il primo cittadino fiorentino si è preso gli applausi di tutti, in primis dal suo partito, per quanto fatto a difesa di Palazzo Vecchio. Quella corsa in direzione del militante ecologista al grido di «che c**** fai?» gli ha portato consensi anche da destra. LA LISTA DEI COSTI Ancora ieri, per dire, il sindaco fiorentino ha ricevuto la solidarietà di Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte: «Non c'e rivendicazione di valori, di idee, di principi che giustifichi la violazione dei diritti degli altri. Se io vedessi qualcuno distruggere il bene di un altro, proverei anche io a intervenire. Ho apprezzato che Nardella lo abbia fatto. Ha fatto bene, è stato anche colorito nel suo eloquio, ma io avrei detto anche peggio». «Nessuna battaglia per una causa, anche la più condivisibile, può mai giustificare l'attacco all'arte», aveva reagito a caldo Nardella. E invece, a sentire Schlein, qualche giustificazione c'è. Da qui il palpabile l'imbarazzo del primo cittadino gigliato, peraltro rivale di Elly alle primarie, visto che ha coordinatola mozione del rivale, Stefano Bonaccini. Così come è lecito supporre il malumore dei maggiorenti dem pronti a solidarizzare con Nardella. «Potente il suo gesto: nessuna causa può giustificare l'attacco ad arte e cultura», ha scritto su Twitter, ad esempio, Simona Malpezzi, capogruppo dem al Senato. Qualcosa non torna tra il «dito» e la «luna» di Schlein. Perché il «metodo» scelto dai militanti di Ultima generazione costa. Il Comune di Firenze per ripulire Palazzo Vecchio, a proposito di rispetto dell'ambiente e siccità, ha dovuto sborsare circa 30mila. E meno male che la vernice era lavabile, visto che con oltre 5mila litri d'acqua è stato possibile ripulire la facciata. È andata peggio a Milano, dove il 9 marzo è stato imbrattato il monumento a Vittorio Emanuele II, in piazza del Duomo. In quel caso si è scoperto che la vernice, al contrario dei proclami dei contestatori, non era lavabile. Così l'amministrazione sarà costretta a sborsare più di Firenze. «CRIMINALI» Ieri su Libero abbiamo riferito di come l'amministrazione cittadina abbia confermato che per rimettere in sesto la statua del Re ci sarà bisogno di una lavoro «molto complesso e costoso». Alla faccia del “dito” e della “Luna” di Schlein. Un assist per Fratelli d'Italia. «Non è il bene dell'ambiente andare a sporcare i monumenti e le opere d'arte», attacca Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo, nel corso del suo intervento a Montecitorio sulle comunicazioni del governo in vista del Consiglio Ue. «Chi riempie con i secchi di vernice Palazzo Vecchio è un criminale e anche un criminale ambientale, perché poi servirà tanta acqua in un momento di siccità per togliere quella vernice».


Roma
Oggi 24-03-23, 02:08
Occupazioni a Roma, le chat inguaiano Tobia Zevi: convocato in Commissione. Gualtieri lo difende: «Giusto ascoltare tutti»
È bufera politica su Tobia Zevi, l?assessore del Comune di Roma coinvolto nel caso della chat da cui sarebbe emersa una presunta trattativa con il leader delle occupazioni, Luca Fagiano,...


Economia e Finanza
Oggi 24-03-23, 02:07
Pnrr, scontro governo-Comuni. Tensione per i ritardi nell?attuazione: c?è l?ipotesi del commissariamento
La macchina dell?attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, non riesce a ingranare la marcia. I ritardi iniziano ad accumularsi e Bruxelles si sta dimostrando più...


Oggi 24-03-23, 02:00
Stelle "mai morte" e buchi bianchi: la nuova teoria sull'origine dell'Universo
Ha atteso otto anni prima di scriverlo, perché nel 2014, esattamente l'11 febbraio, Carlo Rovelli pubblicò su arXiv, server di prestampa riservato agli scienziati, il risultato della sua scoperta e solo nel 2022 dopo due annidi svariate stesure – ha completato il suo ultimo libro, Buchi bianchi (Adelphi, pp. 144, euro 14), che lo ha lanciato di nuovo in vetta alle classifiche di vendita, un po' per la fama di abile divulgatore che si è fatto e un po' per il tenore della scoperta presagita nel titolo: l'esistenza di buchi bianchi in aggiunta a quelli neri, già fonte di enorme interesse anche nell'immaginario comune. Nel 2014 l'articolo scientifico uscì con un titolo, Planck stars, che era però privo di alcun riferimento a suggestivi e ben più accattivanti buchi bianchi, mentre solo nel 2018 sarebbe apparso su Universe un altro documento circa la materia oscura e la stabilità di un buco chiamato “black/white”, dunque di un primo colore bianco. La sensazionale scoperta riguardava una sorta di “teoria del tutto” - il sacro graal inseguito da tutti i fisici del mondo – che accoglieva le equazioni di Einstein e nello stesso tempo i contrapposti principi della meccanica quantistica. L'idea era prorompente: al centro del buco nero non c'è, come si è creduto, una “singolarità”, ovvero una inspiegabile incognita, ma una stella capace di rifondere le informazioni inghiottite dall'orizzonte degli eventi del buco nero e di restituirle all'esterno dopo un rimbalzo quantico. In altre parole, mentre un buco nero “evapora” per via della “radiazione di Hawking”, perde massa e si contrae, la stella di Planck all'interno diventa sempre più grande man mano che ne assorbe le informazioni. RIMBALZO COSMICO - Ne deriva che il Big Bang può essere stato un grande rimbalzo cosmico di una Planck star, nella supposizione quindi di un universo preesistente, e che la relatività generale destinata ad annullarsi sulla scala di Planck (cioè al grado più infinitesimamente piccolo) può invece tornare ad avere validità con effetti quantistici. Stupefacente. La singolarità, quantomeno del libro in questione, viene però adesso. Nell'asserzione che dava il titolo al documento del 2014 si leggeva «We call a star in this phase a “Planck star”», dove il pronome personale non sottendeva in Rovelli un plurale maiestatico dal momento che il documento era cofirmato da Francesca Vidotto, brillante scienziata di Treviso oggi docente di Fisica teorica in Ontario, che però nel libro di Rovelli appare solo tre volte e sempre nelle note d'appendice. Nella prima di esse Rovelli le rende tuttavia omaggio: «Francesca, mia coautrice nell'articolo (quello del 2014, nda), ha avuto un ruolo chiave in questa storia». Sin dall'inizio la scena è invece occupata nel libro da uno scienziato americano, Hal Haggard (mai citato col cognome), al quale Rovelli riconosce il merito di avergli offerto, nel 2013 a Marsiglia, il destro per arrivare l'anno dopo con Vidotto alle Planck stars e sul finire del 2022 ai buchi bianchi. I DUBBI - Rovelli, Vidotto e Haggard sono fisici teorici che studiano in particolare la “gravità quantistica a loop”, quella che secondo Rovelli «descrive transizioni quantistiche fatte di salti da una configurazione dello spazio a un'altra». La teoria immagina cioè la gravità non come forza ma come realtà geometrica, come “configurazione” capace, dentro un Buco nero dove le equazioni classiche fermano il tempo, di passare attraverso un tunnel al di là della singolarità, rimbalzare e dare allo spaziotempo una nuova conformazione. E Rovelli scrive che fu questa «la prima idea di Hal», ma non nasconde che possa essere del tutto infondata. L'azzardo della teoria può allora spiegare non solo perché Rovelli abbia atteso nove anni per pubblicare un libro il cui contenuto, quanto alle acquisizioni teoretiche raccolte, non ha dopotutto elementi in più, ma può anche giustificare l'assenza della Vidotto. Del resto, per stessa ammissione di Rovelli, la teoria dei buchi bianchi richiede ulteriori studi. Mentre per esempio i buchi neri sono stati addirittura fotografati, perché quelli bianchi, che sarebbero il loro doppio, nessuno li ha visti? Rovelli li descrive come sottilissimi e infinitesimali pezzettini di capelli fluttuanti nell'universo, quindi pressoché invisibili, tali da potere costituire persino la famosa materia oscura. «Ci sono davvero?» si chiede alla fine. «E chi lo sa? A me e ad Hal piacerebbe molto». Ma anche a Francesca Vidotto, “madre” delle Planck stars, non dispiacerebbe affatto.


Oggi 24-03-23, 01:57
Elena Cattaneo: "Ragazzi avete il diritto di fallire"
La biologa e senatrice a vita scrive agli studenti e spiega le tappe necessarie per orientare le scelte. E scrive: "Capita di iscriversi a un corso di laurea e poi accorgersi di non essere portati per quel percorso. Alcuni se ne vergognano, senza sapere che è normale, che è...


Economia e Finanza
Oggi 24-03-23, 01:55
Auto green, le proteste dell?Italia: «Accordo con Berlino svantaggioso»
BRUXELLES I carburanti sintetici per salvare i motori termici si fanno strada in Europa, ma l?apertura della Commissione Ue alle richieste tedesche non convince l?Italia, che contesta un...


Politica
Oggi 24-03-23, 01:52
Migranti, Meloni incontra Macron: disgelo sul dossier Africa
BRUXELLES Anche a Bruxelles è primavera. E così, inattese, le decine di accuse e attriti che in questi mesi hanno diviso Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, iniziano a sciogliersi come...


Estero
Oggi 24-03-23, 01:37
Guerra Ucraina - Russia, le news di oggi. Kiev pronta al contrattacco a Bakhmut. Ira di Mosca per i Mig slovacchi
L'Ungheria non consegnerà Putin alla Corte penale internazionale. Zelensky ai leader Ue: "Subito un summit sul nostro piano di pace"


Cronaca
Oggi 24-03-23, 01:17
L’oroscopo di Paolo Fox di oggi, venerdì 24 marzo 2023
L’oroscopo di Paolo Fox, segno per segno, di oggi, venerdì 24 marzo 2023: lavoro, amore, salute e fortuna, che cosa dicono le stelle


Politica
Oggi 24-03-23, 01:15
Vertice dei leader Ue, la spinta sui migranti. È stallo sull’auto «verde»
Von der Leyen: bene l’Italia sui corridoi umanitari. Zelensky: un summit per il piano di pace


Estero
Oggi 24-03-23, 01:09
Per salvare se stesso Netanyahu porta Israele sull’orlo della dittatura
Se i promotori della cosiddetta riforma giudiziaria porteranno a termine il processo legislativo, di fatto revocheranno lo Stato di diritto


Oggi 24-03-23, 01:08
Meloni, una convitata fuori posto
La premier al verrtice europeo di Bruxelles non ottiene nulla sui migranti anche perché la sua proposta non appare chiara. E così l'Italia perde peso internazionale


Cronaca
Oggi 24-03-23, 01:07
“In cella anche madri e donne incinte”, la destra ci prova, scontro con il Pd
La sinistra voleva mandare le donne con figli in case famiglia, la maggioranza le vuole in carcere in caso di recidiva. Serracchiani: "disumani"


Oggi 24-03-23, 01:06
Da dove riparte la sinistra in Europa
In Italia l'elezione di Schlein alla segreteria ha rinvigorito il Pd. Ma l'area politica in tutto il continente è in trasformazione


Politica
Oggi 24-03-23, 01:05
Registi, preti, ex deputati. Ecco gli 80 consulenti d’oro di Palazzo Chigi
Storici collaboratori dei politici oggi al comando, ma anche ex deputati rimasti senza poltrona e che quindi hanno rimediato qualcosa. Chi comanda negli staff della macchina di governo


Estero
Oggi 24-03-23, 01:03
Il Congresso Usa processa TikTok: legami con Pechino, l’ad alle strette
Shou Chew non ha potuto garantire che i dati di cittadini americani non finiranno in mani cinesi


Economia e Finanza
Oggi 24-03-23, 01:01
Cambio al vertice di Enel e Leonardo: Salvini tratta la pace delle poltrone
Entro il 13 aprile il governo deve presentare i candidati per le partecipate dal Tesoro: braccio di ferro con Meloni. Spostare l’ad di Ferrovie alla società elettrica libererebbe posti per la Lega. Le pressioni dei fondi internazionali


Cultura e Spettacolo
Oggi 24-03-23, 01:01
Quando Fosbury ci insegnò a saltare più in alto
A chi scrivere il proprio punto di vista sulle cose? A chi affidare l’ indignazione e la speranza? Vi proponiamo di dirlo a Corriere
notizie in primo piano

LaPresse
Oggi, 02:25
FIFA sets May 2024 date to pick 2027 Women’s World Cup host

LaPresse
Oggi, 02:18
Biden’s Canada agenda stacked: NORAD, migration deals likely

LaPresse
Oggi, 02:11
Autism now more common among Black, Hispanic kids in US

LaPresse
Ieri, 23:36
Disney World reaches union deal with minimum $18 hourly wage

Il Mattino
Ieri, 20:33
Riforma pensioni Francia, violente proteste a Parigi: 123 poliziotti feriti, almeno 80 fermi

Adnkronos
Ieri, 20:00
Teatro, a Londra sta per debuttare il musical su Silvio Berlusconi

Adnkronos
Ieri, 19:23
Omar Hassan porta a Palermo 'Punctum', da domani al Palazzo Reale

Adnkronos
Ieri, 19:02
Colacurci (Sigo): Sicurezza e percorsi omogenei in tutti i punti nascita"

Il Mattino
Ieri, 18:45