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Cronaca
Affida un ricorso all'intelligenza artificiale, avvocato 'sgridato' dal giudice
Oggi 01-10-25, 16:09
AGI - Non è la prima volta che un giudice 'sgrida' un legale per aver portato avanti la difesa del proprio assistito affidandosi all'intelligenza artificiale, ma questa volta la giudice di Latina, Valentina Avarello, ha utilizzato parole particolarmente severe verso il difensore che ha utilizzato impropriamente l'AI. Ricorso redatto con l'AI "di scarsa rilevanza" Il ricorso del legale, spiega la magistrata nella sentenza letta dall'AGI su una causa di lavoro, "così come tutti gli altri centinaia patrocinati dal medesimo avvocato, tutti redatti a stampone, risulta evidentemente redatto con strumenti di intelligenza artificiale. Tanto è evidente non solo dalla gestione del procedimento (deposito delle note il giorno successivo al deposito del decreto di fissazione dell'udienza) ma soprattutto dalla scarsa qualità degli scritti difensivi e dalla totale mancanza di pertinenza e rilevanza degli argomenti utilizzati". Atto incoerente e infondato L'atto è infatti composto da "un coacervo di citazioni normative e giurisprudenziali astratte, prive di ordine logico e in gran parte incoerenti rispetto al tema della decisione e, in ogni caso, tutte manifestamente infondate". A ciò si aggiunge che "il difensore, più volte chiamato a presentarsi in udienza al fine di chiarire, non ha ritenuto di presentarsi". Condanna per negligenza e malafede La giudice quindi conclude che da parte dell'avvocato ci sono state "negligenza" e "malafede" nell'assistere il proprio assistito e lo condanna, rifacendosi all'articolo 96 del codice di procedura civile, al pagamento di una sanzione per la cosiddetta 'lite temeraria'.
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