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Estero
Arrivano i nuovi dazi di Trump. Giappone, Cina e Corea sono pronti a rispondere
Ieri 31-03-25, 03:11
AGI - Conto alla rovescia per l'ingresso dei nuovi dazi annunciati dall'amministrazione Trump, destinati a cambiare faccia alle relazioni commerciali a livello mondiale e a ridisegnare anche i futuri scenari geopolitici. I segnali di riflessione, cambiamenti e tessitura di nuovi assetti sono in atto da settimane e passi concreti iniziano ad arrivare. Da ultimo è arrivata la notizia che Giappone, Cina e Corea del Sud, per fronteggiare l'offensiva doganale statunitense, intendono rafforzare la loro cooperazione per offrire "un ambiente prevedibile" alle imprese e "accelerare" i negoziati in vista di un accordo di libero scambio. Insomma, i tre Paesi dell'Estremo Oriente intendono unire le forze per contrastare la politica commerciale di Donald Trump, con negoziati che risultano già in stadio avanzato. LA risposta dei paesi dell'estremo Oriente Tra mercoledì e giovedì, infatti, il nuovo presidente degli Stati Uniti ridisegnerà la mappa del commercio mondiale, rafforzando quella ormai tutti chiamano la "guerra dei dazi". L'inizio dei dazi reciproci Mercoledì 2 aprile, come ha preannunciato da più di un mese, Trump introdurrà i cosiddetti dazi reciproci nei confronti di qualsiasi partner commerciale che applica tariffe o impone altre barriere commerciali sui prodotti statunitensi. Tuttavia, si prevede che l'effettiva attuazione di queste imposte richiederà più tempo: sei mesi o più dalla data dell'annuncio di marzo. Inoltre, Trump lunedì scorso ha affermato che potrebbe ammorbidire questi dazi ed esentare alcune nazioni. "Potrei dare tregua a molti paesi", ha detto, mentre si vocifera che i Paesi direttamente colpiti dai dazi reciproci potrebbero essere circa 15, tra i quali stavolta è praticamente certo che ci sarà l'Europa. I dazi sui veicoli e il loro impatto Il giorno dopo, giovedì 3 aprile, come preannunciato mercoledì scorso, entreranno in vigore i dazi del 25% sulle importazioni globali di automobili negli Stati Uniti. I dazi riguarderanno sia le auto finite, sia le componenti per gli autoveicoli, mentre le parti conformi all'Usmca rimarranno esenti dai dazi finché il Dipartimento del Commercio "non stabilirà un processo per applicare tariffe al loro contenuto non statunitense". L'impatto sui mercati automobilistici Secondo i dati di S&P Global Mobility, quasi la metà dei nuovi veicoli venduti negli Stati Uniti viene importata, una cifra che equivale a circa sette milioni di automobili, per il 50% provenienti da Canada e Messico e poi soprattutto da Giappone, Sud Corea ed Europa. La maggior parte delle case automobilistiche mantiene scorte solitamente sufficienti per durare circa due o tre mesi. "Esamineremo l'inventario sul campo e probabilmente passeranno circa due mesi prima che i concessionari inizino ad avere un inventario tariffato", ha reso noto un analista del settore automobilistico di S&P Global Mobility. In media, nel giro di qualche mese i prezzi dei veicoli potrebbero aumentare dell'11-12% per compensare le tariffe doganali, hanno scritto gli analisti di Morgan Stanley in una nota. Gli altri dazi e la risposta internazionale I dazi reciproci e quelli sulle auto andranno ad aggiungersi a quelli già introdotti, che non sono pochi, tra cui vale la pena di ricordare i dazi del 25% che gli Usa già applicano su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, ai quali l'UE ha risposto imponendo tariffe del 50% su whisky americano, motociclette e motoscafi a partire dal primo aprile, e da metà aprile ulteriori dazi su gomme da masticare, pollame, semi di soia e altri beni. E a cui il Canada ha reagito imponendo tariffe su altri 20,6 miliardi di dollari di beni importati dagli Stati Uniti. L'impatto sull'economia globale Inoltre, lo scorso 3 marzo Trump ha aumentato del 20% i dazi sui prodotti cinesi diretti negli Usa, provocando ritorsioni da parte di Pechino. In ogni modo con le tariffe che arriveranno o entreranno in vigore tra mercoledì e giovedì sapremo meglio quale sarà l'impatto della guerra dei dazi. "L'arrivo di questi dati - commenta Vincenzo Bova, strategist di Mps - preoccupa per l'impatto che potrà avere sull'economia. C'è un rischio di stagflazione, perché i dazi in parte si scaricheranno sui prezzi finali e scoraggeranno i consumi. E la stagflazione rappresenta un pericolo per le banche centrali che dovranno far fronte a un doppio allarme: inflazione elevata e crescita debole". Le strategie future di Trump E Trump? I mercati e gli economisti s'interrogano sulle sue mosse ma sono anche convinti che a questo punto andrà avanti sui dazi. Non si fermerà, anche se è difficile dire cosa farà. Secondo molti analisti la prossima settimana Trump potrebbe avviare una fase dura, sperando di aprire una fase negoziale, che potrebbe durare diversi mesi, in cui punterà a far migliorare la situazione economica per ottenere dei risultati concreti entro la fine del suo mandato. Difficile dire se ci riuscirà o meno, ma da questa scommessa dipenderà il suo futuro e cioè se ne uscirà vincente o meno.
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