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Cronaca
Aveline, il cardinale che segue la linea di Francesco su migranti
Oggi 04-05-25, 17:29
AGI - Per una sua scelta, Papa Francesco ha visitato in Europa occidentale ben poche grandi città: Lisbona, Dublino, Ginevra, in Francia Strasburgo e Ajaccio (il suo ultimo viaggio apostolico, ndr) ma il cardinale Jean-Marc Aveline è riuscito a convincerlo a recarsi anche a Marsiglia nel settembre 2023, nell'ambito della terza edizione degli Incontri Mediterranei, una settimana di dialoghi e confronti sulle sfide del Mediterraneo. La visione di Aveline Un risultato piuttosto importante ottenuto perché Aveline condivideva con il Pontefice defunto la visione di un cristianesimo aperto, favorevole a una politica di tolleranza verso i migranti e al dialogo con l'Islam. Posizioni, le sue, improntate anche a un certo realismo: "Il fatto è - ha spiegato in un'intervista - che chi insiste nel dire che si deve accogliere senza limiti non vive di certo nei quartieri di tante città segnate da un alto tasso di disoccupazione, spaccio di droga, degrado, assenza di sicurezza". Pragmatismo nella Chiesa Secondo il porporato francese, anche nella Chiesa occorre maggiore pragmatismo, evitando discorsi "ingenui e pericolosi. Nello stesso tempo, ovviamente, occorre sfuggire al rischio di criminalizzare il migrante che fugge come se fosse la causa di tutti i mali universali". Su questa stessa base i confratelli francesi lo hanno eletto presidente della loro Conferenza Episcopale in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, nel quale Macron scalpita per portare i soldati francesi in una rischiosissima e assurda guerra contro la Russia. Stile di annuncio di Aveline Nel contesto post-cristiano della Francia, Aveline si distingue per uno stile di annuncio non ideologico, sobrio e radicato nell'ascolto. Non è un "vescovo da palcoscenico", ma un uomo di relazioni e di profondità spirituale. All'interno del Collegio cardinalizio, rappresenta una sensibilità ecclesiale attenta alle dinamiche del Sud globale e alla complessità delle società plurali, e, da parte sua, il cardinale Aveline continua a costruire ponti, collegandosi esplicitamente alla tradizione di Marsiglia, porto aperto e crocevia di popoli. Da tempo, diciamo dall'epoca del cardinale Lustiger storico arcivescovo di Parigi e grande amico di Giovanni Paolo II, nella chiesa francese non emergeva una personalità così rilevante. Biografia di Jean-Marc Aveline Jean-Marc Aveline, 66 anni, è nato nell'Algeria francese il 26 dicembre del 1958, a Sidi Bel Abbes (diocesi di Orano), e ha vissuto a Parigi con la famiglia dal 1966, prima di trasferirsi a Marsiglia dove ha studiato nel prestigioso Lycee Thiers. Poi a 19 anni, nel 1977, è entrato nel Seminario interdiocesano di Avignon dove ha seguito il primo ciclo di Teologia, e poi al Seminaire des Carmes di Parigi, svolgendo gli studi teologici presso l'Institut Catholique, ottenendo nel 2000 il Dottorato in Teologia. Possiede anche una Licenza in Filosofia presso l'Universite' Paris I et Paris IV Sorbonne. Carriera ecclesiastica Ordinato sacerdote nel 1984 per l'Arcidiocesi di Marsiglia è stato professore di teologia e direttore degli studi del Seminario interdiocesano, delegato diocesano per i seminaristi, direttore dell'Institut de sciences et de theologie des religions di Marsiglia (ISTR) da lui stesso fondato. Divenendo poi anche direttore dell'Institut Saint-Jean, che diventerà nel 1998 Institut Catholique de la Mediterranee, polo associato alla Facoltà di Teologia di Lione nella quale pure ha insegnato fino al 2007, quando ha dovuto lasciare gli impegni accademici per diventare Vicario Generale di Marsiglia divenendo 6 anni dopo vescovo ausiliare e dopo altri 5, nel 2019, Francesco lo ha nominato Arcivescovo Metropolita di Marsiglia. Passione per il Mediterraneo L'interesse (si potrebbe dire la passione) di Aveline per il Mediterraneo e i suoi popoli resta comunque la nota caratteristica di questo grande uomo di Chiesa: "Nel nostro Mare - ha detto alla rivista dei Gesuiti La Civilta' Cattolica - c'è una memoria felice di una convivenza pacifica e fruttuosa. Molti vorrebbero cancellarla e sostituirla con la paura, per meglio imporre il loro dominio e la loro ideologia. Ma noi siamo testimoni del fatto che, mentre le minacce sono reali, anche il bene è all'opera, attraverso un mosaico di persone e di azioni". Testimonianza di speranza Secondo il porporato, "di fronte alla tentazione della paura il contributo dei cristiani consiste soprattutto nel testimoniare la speranza che ricevono dalla loro fede in Gesù Cristo. Una speranza non ingenua, ma concreta e attenta. Una speranza che non è evasione, ma presenza e spesso resistenza. Una speranza che non è utopica, perché porta con sé fede e carità". Violenza e lavoro teologico Il Mediterraneo è mare di incroci ma anche "di grande violenza, tanto più pericoloso perché le divisioni identitarie si fanno più micidiali. Per questo - ha concluso Aveline - il lavoro teologico nel Mediterraneo è anche un lavoro forgiato nella compassione, cioè un lavoro che non si fa 'in ufficio', ma nella vita reale, nella vicinanza concreta agli oppressi, ai nuovi schiavi del nostro tempo, alle tante vittime dell'ingiustizia sociale".
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