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Estero
Carlo III varca il soglio di Pietro, Andrea esce da quello di Windsor
Oggi 21-10-25, 09:54
AGI - Tra visite storiche e tagli radicali, la monarchia britannica sembra oggi vivere un momento di ridefinizione profonda. Il viaggio di Carlo in Vaticano segna una svolta simbolica nelle relazioni tra Chiesa cattolica e anglicana. Al contempo, la gestione del caso Andrea mostra una casa reale che, sotto lo stretto controllo del principe William, non ha paura di voltare pagina. All’Agi, Marco Ubezio, avvocato esperto della monarchia britannica e grande osservatore delle vicende di Buckingham Palace, spiega cosa significa - in termini simbolici e reali - la prossima visita a Papa Leone XIV in Vaticano di re Carlo III, la rinuncia (o meglio, la revoca) dei titoli al principe Andrea e quale direzione stia prendendo la corona in questo momento delicato.“Stiamo per assistere a un momento storico, senza precedenti da quasi cinquecento anni” premette Ubezio. “Il sovrano inglese, capo della Chiesa anglicana, che varca il portone del Vaticano, partecipando a un rito religioso ufficiale accanto al Pontefice, è un evento che non accadeva dal tempo dello scisma di Enrico VIII”. Ma la portata simbolica va anche oltre, condita da un paradosso “potente”: “Una chiesa nata da un divorzio che oggi celebra un rito condiviso con il Papa alla presenza di un re divorziato, con i cori della Sistina, della Cappella di San Giorgio e di Saint James’s Palace”. Un gesto fortissimo sul piano della riconciliazione, anche personale. Il biografo della regina Elisabetta sottolinea. “È un gesto che investe la monarchia nel profondo del suo significato, e non si tratta solo di diplomazia, qui c’è una dimensione spirituale, un ‘ponte’ tra due tradizioni — quella cattolica e quella anglicana — che fino a oggi erano rimaste accanto, ma quasi parallele. Il pomeriggio vedrà poi un atto simbolico presso la basilica di San Paolo fuori le mura, dove gli sarà conferito il titolo di Royal Confrater of St Paul. “Un’onorificenza antica, che dimostra un legame a una tradizione più nascosta della monarchia inglese e delle sue relazioni con Roma”.“La visita avviene anche a ridosso della prossima proclamazione a Dottore della Chiesa del Cardinale Newman, un anglicano dell’ottocento convertito al cattolicesimo che, anch’esso, rappresenta un ponte tra le due comunità ecclesiali” aggiunge Ubezio, ricordando il prelato inglese come “apostolo della ragione, per il suo tentativo di conciliarla con la fede”. Ma Carlo non è nuovo alle visite in Vaticano. La prima volta nel 1985, poi in occasione del funerale di Giovanni Paolo II nel 2005, dove rappresentò sua madre, e ancora nel 2009 e nel 2017. “Ma questa - evidenzia Ubezio - è la sua prima ufficiale da sovrano e, soprattutto, la prima che sfocia in un evento religioso pubblico”. La 'rinuncia' del principe Andrea Tuttavia, mentre questo appuntamento avanza come segnale di apertura e rinnovamento, dietro le quinte un’altra vicenda scuote la famiglia reale: la perdita del titolo per il principe Andrea. “La vicenda in questione è una specie di spartiacque”, analizza l’autore - insieme ad Alberto Mattioli - di ‘ Elisabetta, la regina infinita”. “Quel titolo - Duca di York - è stato da sempre affidato ai secondogeniti maschi della famiglia reale: pensiamo a Giorgio V e Giorgio VI, che lo portarono prima di diventare re, anche se saliti al trono per una serie di accidenti della storia. Andrea non è diventato re, ma l’assegnazione del titolo era comunque un segno di rilievo”. Perdendo quel titolo, perde anche il ruolo istituzionale che gli era stato riservato. L’esperto spiega che formalmente si parla di “rinuncia”, ma in realtà la decisione appare come una “revoca”. “Nulla viene scelto o fatto per caso nella corona. È un segnale fortissimo. Una famiglia reale non toglie titoli così a cuor leggero. Vuol dire che la linea che guida la casa Windsor in questi anni è chiara: non si tollerano più zone grigie, non si può restare in una condizione ambivalente”. Il riferimento è alle accuse legate al rapporto tra Andrea e Jeffrey Epstein, e al recente libro della scomparsa Virginia Giuffrè che getta nuove ombre su quei legami. Secondo Ubezio, “con le anticipazioni uscite nell’ultimo periodo la pressione è salita nuovamente. Non si tratta più solo di indiscrezioni: c’è un dossier pubblico che rende la permanenza di Andrea in posizioni di rilievo un rischio immagine gravissimo”. E c’è un fattore interno. “Andrea rimane ‘non gradito’ - sia dai vertici della monarchia, sia da una parte del pubblico - alla futura incoronazione. Il principe William di Galles e la moglie hanno già fatto sapere che non lo vogliono presente. E, a maggior ragione se non ha i titoli, non potrà esserci”. Ubezio su questo punto è chiaro: “È William il vero regista della rottura. Ha promosso una linea non dura, durissima”. D’altronde, la casa reale ha da sempre dimostrato di essere pronta a sacrificare anche un membro della famiglia pur di proteggere il futuro della corona. Il futuro della monarchia britannica Allargando lo sguardo, la domanda che Ubezio solleva è: “Cosa sta diventando la monarchia britannica? “Dopo la morte di Elisabetta II, la corona ha avuto bisogno di ritrovare sé stessa. Si è così scelto di non stravolgere nulla, e per questa ragione Carlo III ha scelto un profilo sobrio, quasi difensivo. Ora William e Kate appaiono come il futuro reale su cui puntare. Sono loro che metteranno in atto un vero cambiamento”. Sull’altro lato, nonostante la visita dello scorso mese tra Harry e Carlo, non ci sono voci di un riavvicinamento tra i fratelli. Ubezio rivela che William di recente ha accennato pubblicamente al fratello – cosa che non accadeva da tempo- quindi forse “potrebbe esserci una prima apertura”. “Ma sul piano pratico, Harry sembra voler tornare a fare il working royal a metà tempo, cosa che la famiglia ha già spiegato di non accettare”. Tornando sul ‘caso Andrea’, Ubezio precisa che non può dirsi chiuso con la rinuncia ai titoli. “Si parla addirittura della possibilità che l’ormai ex duca di York debba dimostrare la provenienza del denaro sborsato per l’accordo transattivo con la Giuffrè. Se ci fosse di mezzo un prestito della regina Elisabetta, le cose si potrebbero complicare, con il rischio per il principe di dover addirittura restituire l’ingente somma”. Ancora una volta, la famiglia teme le ricadute di immagine legate all’uso di fondi per coprire uno scandalo privato. E potremmo così assistere a nuove tensioni anche sul fronte economico. La storica visita in Vaticano e la revoca del titolo al principe Andrea sono dunque due facce dello stesso processo, che arrivano un momento particolarmente delicato. Ubezio li sintetizza così: “La corona britannica sta dicendo: sì, continuerò a essere simbolo, continuità, tradizione, ma nello stesso tempo, se vuoi rimanere e far parte di questa istituzione, devi accettare che i tempi sono cambiati. Il tuo ruolo è pubblico, trasparente, in servizio, non uno status sostanzialmente privato con prebende”. Ed è in questa dialogica che si gioca il futuro stesso della monarchia britannica.
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