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Caso Almasri, la Camera respinge la sfiducia. Nordio, "contro di me accuse da inquisizione"
26-03-2025, 16:02
AGI - La Camera respinge la sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio per la vicenda del torturatore libico Almasri. La mozione era stata presentata dalle opposizioni, tranne Azione che, pur condividendo nel merito le critiche al Guardasigilli, non ritiene utile lo strumento della sfiducia e, per questo, non ha partecipato al voto. Soddisfatto il ministro ("il Parlamento è sovrano"), che non risparmia stilettate alle forze di minoranza ("Mi accusano di tutto, sembra l'inquisizione") e ribadisce la ferma volontà del governo di andare avanti sulla riforma della separazione delle carriere, vero obiettivo degli attacchi, a dire del ministro e della maggioranza. Dibattito e tensioni Rinviato più volte a causa dell'intasamento del calendario dei lavori, il dibattito sulla mozione di sfiducia non surriscalda gli animi, ad eccezione di alcuni momenti che, però, non sfociano mai in bagarre, come invece avvenuto nelle scorse settimane in occasione dell'altra mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, questa volta nei confronti della ministra del Turismo Daniela Santanchè per le vicende giudiziarie che la riguardano. Allora la tensione superò i livelli di guardia, con il governo schierato al gran completo. In Aula, questa volta, la mattinata scorre relativamente tranquilla (nell'emiciclo non si registra il pienone tra le fila della maggioranza e nemmeno tra i banchi dell'esecutivo). Gli animi si surriscaldano un po' durante gli interventi della segretaria del Pd Elly Schlein e del capogruppo FdI Galeazzo Bignami che, complice anche il tono elevato della voce, suscita la reazione delle opposizioni, soprattutto quando le avverte: "Tranquilli, non ve ne facciamo passare nessuna, perché siamo stanchi di lasciarvele passare..." (più tardi la capogruppo dem Braga protesterà con il presidente di turno Rampelli per le espressioni "minacciose e di intimidazione che appartengono a una certa destra nostalgica per noi inaccettabili"). Repliche di Nordio La seduta di Montecitorio inizia con le repliche di Nordio, il quale ribadisce che il provvedimento della Corte penale internazionale sul mandato di arresto nei confronti di Almasri conteneva errori, tanto che la Corte stessa ha dovuto modificarlo e di essersi preso 48 ore di tempo per valutare. Perché un "ministro non è un passacarte". Detto questo, Nordio confessa di avere "il sospetto che tutti questi attacchi che arrivano da tutte le parti, anche nei modi più sciatti e fasulli" siano in realtà "un attacco programmato e duraturo per evitare quella che secondo noi è la madre di tutte le riforme, la riforma della separazione delle carriere e il sorteggio nel Csm". "La riforma sulla giustizia andrà avanti" Ma le opposizioni, avverte Nordio, non si facciano illusioni: "Quali che siano gli attacchi, giudiziari, di stampa, politici, noi non vacilleremo e non esiteremo", "la riforma andrà avanti, e più saranno violenti, impropri, sciatti gli attacchi contro di noi, più noi saremo forti e determinati", assicura il ministro, che "ormai" si vede "accusato di tutto" e questo "ricorda un po' i libelli dell'Inquisizione dei secoli scorsi, mancano solo l'accusa finale di simonia e bestemmia e siamo a posto". Reazioni delle opposizioni Tocca quindi alle opposizioni, che non risparmiano bordate: "Lei ministro ha avuto una enorme responsabilità politica" nella scarcerazione del libico Almasri, afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi, che parla di "ministro commissariato" da palazzo Chigi. Per Angelo Bonelli Nordio "ha detto una enorme sequela e quantità di bugie al Parlamento che le sue dimissioni sarebbero anche un atto di igiene politica per il Paese". Anche per la capogruppo di Iv Maria Elena Boschi Nordio "ha mentito e quindi deve dimettersi". Poi un consiglio rivolto al Guardasigilli, da cui si sente "delusa: anziché fare la separazione delle carriere, separi la sua carriera da questo governo". Per M5s il Guardasigilli "ha violato sia la legge che la Costituzione", dice Federico Cafiero De Raho. Infine Schlein: "La sua difesa d'ufficio di un torturatore libico è una delle pagine più vergognose" della storia del Parlamento, premette la leader dem. Ma "il paese ha il diritto di sapere la verità: chi ha deciso il rilascio di Almasri e di riportarlo in Libia, la presidente Meloni? Lei ministro ha gravi responsabilità, giuridiche e politiche", afferma Schlein che insiste: "Dov'è la presidente del Consiglio? Perché fugge? Mentre i ministri sono costretti a difendere le sue scelte lei è nascosta nell'ombra". Conclude la segretaria Pd: "Lei ministro ha scelto la ragione di partito su quella del diritto". La difesa della maggioranza La maggioranza si schiera al fianco del ministro: "L'opposizione è in evidente difficoltà, la mancanza di potere vi sta logorando, siete in perenne assetto da guerra", osserva Pietro Pittalis di FI. "Raramente si è vista in Parlamento tanta scomposta aggressività nei confronti di un ministro, accompagnata da pigrizia intellettuale, sciatteria e malafede", accusa la leghista Simonetta Matone. Chiude Bignami di FdI: "La mozione di sfiducia a Nordio non c'entra nulla con la vicenda Almasri, infatti sareste voi dell'opposizione a dovervi dimettere: eravate dalla parte dei torturati quando sottoscrivevate il memorandum nel 2017 con la Libia poi rinnovato?". E ancora: "Il tema vero è la riforma della giustizia, il fatto che noi vogliamo scardinare uno dei pilastri su cui si è retto il malsano rapporto tra politica e magistratura sottraendo alla degenerazione patologica correntizia con il sorteggio la scelta di giudici". L'esito del voto Scontato il risultato del voto: 215 contrari alla sfiducia e 119 voti a favore.
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