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Tecnologia
Cresco8, il nuovo supercomputer Enea che unisce potenza e sostenibilità per l'energia del futuro
09-04-2025, 12:54
AGI - La ricerca sulla produzione di energia pulita deve affrontare un paradosso: consuma moltissimo e quindi inquina. È il limite che tutti i computer ad alte prestazioni, i cosiddetti 'supercomputer' devono affrontare e in particolare quelli dedicati all'intelligenza artificiale, che sia generativa (quella che, ad esempio, permette di creare musica, testi e immagini come le foto-cartoon ispirate alle opere di Myiazaki) o tradizionale (usata per la ricerca scientifica). Un passo avanti per risolvere questo paradosso è Cresco8, il nuovo supercalcolatore dell'Enea, dotato di capacità computazionali in grado di supportare le attività di ricerca e sviluppo in settori strategici come l'energia da fusione, i cambiamenti climatici, l'intelligenza artificiale e i nuovi materiali. I fondi del Pnrr per l'energia pulita Inaugurato oggi nel Centro Ricerche Enea di Portici, il supercomputer è stato creato con i fondi del Pnrr ed è ospitato in un ambiente dedicato di circa 150 metri quadrati, appositamente progettato per massimizzarne l'efficienza. Università, enti di ricerca e imprese potranno accedere al supercomputer per condurre progetti che necessitano di risorse avanzate HPC (High Performance Computing). In particolare, consentirà di sviluppare modelli avanzati e simulazioni per il comportamento del plasma utilizzato nella reazione di fusione nucleare. “Aumentare la potenza di calcolo e ridurre i consumi energetici è una sfida cruciale e complessa per il nostro settore" dice Giovanni Ponti di Enea e da qui è nata la collaborazione con Lenovo per mettere a punto un supercomputer che ottimizzi i consumi grazie alla tecnologia di raffreddamento ad acqua Lenovo Neptune che cattura fino al 98% del calore prodotto dal supercomputer, consentendo di ridurre fino al 40% l'energia usata per il raffreddamento del sistema. Potenza di calcolo e risparnio energetico "È il più grosso supercalcolatore installato nel centro-sud d'Italia" dice Alessandro de Bartolo di Lenovo "con una capacità di calcolo che quadruplica quella installata precedentemente ed è il primo sistema in Europa che utilizza tecnologie innovative come i nuovi microprocessori di Intel e il sistema di raffreddamento ad acqua che permette di superare quello che era uno dei limiti della distribuzione dei supercomputer in giro per l'Italia: la temperatura ambientale. L'utilizzo principale è nell'ambito del più ampio progetto europeo Eurofusion il cui obiettivo è arrivare nel 2050, alla produzione di energia pulita da fonti rinnovabili come la fusione nucleare". Un progetto nel quale Enea lavora insieme con Cineca, con due supercalcolatori: Cresco8 e Pitagora ed entrambi usano la tecnologia innovativa di raffreddamento e di riduzione del consumo energetico Lenovo-Neptune. Il sogno di una Digital Valley nel Sud Cresco8 rappresenta anche un passo avanti per lo sviluppo digitale del Sud d'Italia. "Sulle infrastrutture digitali di supercalcolo l'Italia sta facendo un ottimo lavoro" dice de Bartolo "basti pensare al sistema Cassandra installato a Lecce per il meteo e al fatto che l'Italia è il terzo Paese al mondo per potenza di elaborazione installata e che questa potenza è interconnessa". Al di là delle reti di supercalcolo, però, nel Sud resta moltissimo da fare per superare il divario digitale con il resto del Paese. "Il Sud è un polo di attrazione per queste tecnologia e per questo non può non creare infrastrutture sulle quali si deve poter lavorare" dice Stefano Ricca ad dell'azienda omonima del Ragusano che ha messo insieme la struttura di Cresco, "altrimenti il risultato è che nelle università del Meridione continuiamo a formare professionalità che poi le grandi corporation portano al nord, o fuori dall'Italia, con un continuo impoverimento del tessuto che non permette alcuno sviluppo. È importante salvaguardare le professioni sul luogo in cui si sono formate. L'accademia, le istituzioni e l'impresa devono andare insieme, non guardarsi in cagnesco, e vedere il bene comune. Devono essere un centro nobile, se vogliamo cambiare questo territorio. Oggi non è un problema di soldi e non è un problema di tecnologia. È un problema di sistema e di volontà di fare innovazione imprenditoriale".
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