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Estero
Cronache da Siviglia, paralizzata dal blackout
Ieri 28-04-25, 22:01
AGI - È una questione di metri: qui un ristorante che serve tapas riesce ad accomodare i clienti e a servire vino tinto con limon, mentre lì, nello spazio accanto, il titolare di un negozietto di souvenir deve scuotere sconsolato la testa a chi vuole portare a casa un ventaglio sivigliano: impossibile accettare le carte di credito e quasi nessuno ha in tasca dei contanti. Nel caos generato dal blackout che ha paralizzato la penisola iberica, Siviglia ha fatto in fretta a organizzarsi, semplicemente non facendo niente. Gli uffici pubblici hanno chiuso non appena è stato chiaro che la cosa non si sarebbe risolta in tempi brevi, mentre nelle attrazioni turistiche più celebrate, come la cattedrale o l'Alcazar, i custodi si sono limitati ad accompagnare i visitatori all'uscita e a chiudere i cancelli, consigliando di riprovare un altro giorno o di chiedere un rimborso online. Con il guaio che l'online, in questa città, non esiste più. Per almeno altre sei ore. Con i tram fermi all'improvviso sui binari, magari in mezzo a un incrocio, il traffico è andato subito in tilt. I lungofiume sono diventati due flussi paralleli e altrettanto densi di veicoli. Niente insofferenza, né esasperazione, però: solo qualche sirena di vigili del fuoco che accorrono a liberare chi è rimasto chiuso negli ascensori. Nessuno sembra troppo disturbato dal fatto che, di colpo, la città non è solo tornata a prima dell'era dei cellulari, ma al medioevo. In Italia chi ha più di vent'anni ricorda bene il caos del 29 settembre del 2003, quando un albero caduto su una linea di alta tensione lasciò al buio tutto lo stivale. Ci volle tutta una notte e buona parte del giorno successivo per tornare lentamente alla normalità. Turisti offline È quello che sta vivendo la Spagna, con la differenza che 22 anni fa non eravamo così dipendenti da Internet come lo siamo oggi. Immaginate che la serratura elettronica del B&B che avete preso improvvisamente non funzioni più. Che l'host vi abbia mandato il codice della cassetta in cui ci sono le chiavi di emergenza, ma che il messaggio non vi sia arrivato perché la rete cellulare non funziona. Immaginate di non poter comprare nemmeno una bottiglia d'acqua in una città dove si sono toccati i 32°, semplicemente perché avete pensato che girare con i contanti non è prudente, né utile e che tutto ormai si può comprare con un tap del telefono o della carta di credito. Immaginate che le mappe sul telefono vi dicano ancora dove siete, ma non dove potete andare perché non riconoscono la destinazione. O di essere appena arrivati in aeroporto e di voler raggiungere la città con un treno che non può partire. Immaginate di non aver portato la power bank che altrimenti aveste sempre con voi perché non vi va di avere a che fare con le nuove regole introdotte da molte compagnie aeree. Magari non dalla vostra, però non si sa mai, quindi meglio evitare grane a prescindere. Immaginate che nei negozi una batteria di riserva costi all'improvviso il triplo di quello che costava fino a due minuti prima, con la speranza, tra l'altro, che la vendano già carica. "Corrente a macchia di leopardo" Ma, soprattutto, immaginate che una cosa del genere possa ripetersi ancora e ancora: la vulnerabilità delle nostre reti continua a sorprenderci. Per ammissione dello stesso premier Pedro Sanchez, la corrente sta tornando a macchia di leopardo. Ne sanno qualcosa a Siviglia, dove Interi quartieri, anche del centro, alle otto passate, erano ancora senza corrente. Così, mentre i ristoranti di pesce chiudono i battenti e si industriano per conservare il Mariscos che altrimenti andrebbe buttato, altri locali illuminati come se nulla fosse attirano turisti come falene su una grande lampada. Non appena, poco prima delle 16 l' energia ha cominciato a tornare, tutti hanno salutato con un lungo applauso il rientro nella civiltà, ma in moltissimi si sono precipitati a fare la fila al bancomat: l'ottimismo induce a pensare che la serata tornerà presto alla normalità, ma è meglio non fidarsi.
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