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Estero
Da Lady Gaga a Sanders, lo show è al Coachella festival
14-04-2025, 21:50
AGI - Non c'è Coachella senza un po' di caos. È così è anche quest'anno. L'edizione del festival più alternativo al mondo, nella Coachella Valley, Indio, California, è cominciata con un traffico di auto e camper paralizzante. Macchine rimaste senza benzina, gente costretta a camminare chilometri per raggiungere i bagni. Ingorghi durati più di dodici ore e un'esperienza, scrivono i media americani, da "Mad Max", per dire da allucinati. Ma, tranquilli, era solo il primo dei due weekend in programma. Al secondo giorno i lettori ottici dei preziosi braccialetti da indossare hanno smesso di funzionare, aggiungendo confusione all'adrenalina del primo giorno. Intanto le temperature erano salite a 38 gradi. Però, sia chiaro: nessuno si addentra nel deserto del Mojave pensando di partecipare a una serata d'opera con posti assegnati e maschere in guanti bianchi. Qui si celebra il trionfo di tutta la musica, dal rock all'elettronica, dall'hip hop all'indie. Dei brani, ma anche dei costumi variopinti, estremi, provocatori, sul palco e tra il pubblico, formata da centinaia di migliaia di persone, che rappresenta uno show nello show. Negli anni sono passati artisti molto diversi tra loro come Beyoncè, i Radiohead, Billie Eilish. L'edizione di quest'anno ha visto nel weekend in cartellone Lady Gaga, Travis Scott e Post Amalone, ma la stessa Eilish è ricomparsa sul palco, a sorpresa, assieme ad altri big, come Lorde e Danny Brown. Per qualche meraviglioso motivo si è presentato tutto il cast in costume di "Yo Gabba Gabba!", programma cult per bambini nato in Usa nel 2007, che ha cantato Rainbow Connection. I volti giganteschi di Malcom X, Nelson Mandela e Marcus Garvey hanno dominato la scena del festival, fatto di cultura panafricana, vangelo, hiphop e rap futuristico. Benson Boone ha reso omaggio a Freddie Mercury vestendosi come un re per eseguire al pianoforte il brano dei Queen "Bohemian Rhapsody", affiancato dal chitarrista Brian May. Lady Gaga ha trasformato il palco in teatro d'opera, sfoderando una prova da regina assoluta del pop, da "The Beast" a "Shadow of a Man". La Los Angeles Philarmonic Orchestra ha proposto Wagner e Beethoven. E poi i Green Day. La band sudcoreana Enhypen. Il rap di Tink. Lo show di Trixie Mattel con i costumi rosa shocking. O quelli postatomici di T-Pain. La coreografia del dj brasiliano Alok. Anche uno breve intermezzo politico: l'anziano senatore Bernie Sanders è salito sul palco per offrire un assaggio del suo tour antitrumpiano "Fight the Oligarchy", scatenando l'ovazione del pubblico. Ma a Coachella il successo non è garantito solo per il fatto di esserci: il cantante nigeriano Rema ha vissuto una serata difficile, prima presentandosi con trenta minuti di ritardo e poi incontrando sul palco problemi tecnici, non dipesi da lui. Il suo set di brani proposti è apparso a molti deludente. Ma Rema avrà un altro weekend per redimersi. Il festival esalta e condanna, eleva e stordisce, riempie di sogni e di sabbia, e offre sempre una seconda possibilità.
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