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Estero
Difesa Ue e Ucraina, i dubbi di Pd e FdI nei voti a Strasburgo
12-03-2025, 18:52
AGI - Lo aveva detto, Ursula von der Leyen, nel discorso con cui aveva annunciato l'ormai noto piano ReArm Europe: "Il contesto in cui operiamo sta cambiando drasticamente e drammaticamente". E se si guarda all'Italia, quello che viene fuori dai voti di oggi nella sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, su difesa e Ucraina, è un quadro in rapida evoluzione e con smottamenti causati dagli sviluppi più recenti dello scenario internazionale. Sulla difesa, appunto, la presidente della Commissione europea ha impresso un'accelerazione che ha lasciato dietro di sé, pur in un consenso ampio a livello europeo, un Partito democratico spaccato praticamente a metà. Nel voto sulla risoluzione relativa al Libro bianco sulla difesa - approvata con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti - che tra le altre cose "accoglie il piano in cinque punti" presentato dalla Commissione, la delegazione Dem non ha trovato una posizione comune. Il gruppo si è diviso tra il sì al rafforzamento della difesa europea, espresso da 10 eurodeputati, e l'astensione, su cui si sono schierati invece 11 compagni di partito. Un'astensione frutto della proposta della segretaria, Elly Schlein, che ha evitato un no che sarebbe suonato come una bocciatura troppo forte nei confronti dei piani dell'esecutivo europeo. Bocciatura che pero' è arrivata comunque sul ReArm, visto che 13 eurodeputati, tra cui il capodelegazione, Nicola Zingaretti, hanno votato apertamente contro il paragrafo 68, quello in cui l'Eurocamera accoglie il piano di von der Leyen. Tra gli altri partiti italiani, invece, Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno votato a favore, mentre Movimento 5 stelle, Lega e Alleanza verdi sinistra si sono espressi in maniera contraria. Tre deputati della delegazione di Fratelli d'Italia, inoltre, hanno presentato un emendamento che chiedeva il cambio del nome del piano in "Defend Europe", richiesta esplicita di Giorgia Meloni: emendamento però bocciato con 97 voti a favore, 517 contrari e 56 astenuti. Trump e la guerra in Ucraina Se i piani europei per il riarmo dividono il Partito democratico, è l'azione di Donald Trump sull'Ucraina a determinare una piccola svolta nella delegazione di Fratelli d'Italia. Dai meloniani è arrivata l'astensione sulla risoluzione che ribadiva il supporto europeo all'Ucraina. Un voto inaspettato, a suo modo, se si pensa che il partito si era sempre espresso a favore, finora, nelle risoluzioni su questo tema. In apertura del voto, il co-presidente del gruppo dei Conservatori e riformisti, di cui è parte FdI, Nicola Procaccini, aveva avanzato la richiesta di rinviare il voto sull'Ucraina, in virtù degli ultimi sviluppi con l'accordo tra Usa e Kiev per una tregua di trenta giorni. "Questa risoluzione non tiene conto di ciò che è successo ieri sera. L'accordo tra gli Stati Uniti e l'Ucraina sembra essere la buona notizia che stavamo aspettando. Per la prima volta, un cessate il fuoco è possibile ed è ciò che l'Ucraina desidera. Temo che una risoluzione non aggiornata possa solo alimentare l'odio contro Trump e gli Stati Uniti, anziché favorire la causa ucraina", ha dichiarato il deputato presentando la richiesta, respinta però dall'Eurocamera con 428 voti contro, 203 voti a favore e 14 astenuti. A quel punto, di fronte a una risoluzione "non a favore dell'Ucraina ma contro gli Stati Uniti", come ha commentato a margine il capodelegazione di FdI, Carlo Fidanza, i deputati meloniani hanno optato per l'astensione. Obiettivo, "da un lato continuare a riconoscere le ragioni dell'aggredito - l'Ucraina - ma dall'altro lato anche sostenere gli sforzi che si stanno facendo in questi giorni, in particolare l'iniziativa americana", ha spiegato Procaccini. L'Eurocamera ha invece accolto la richiesta del Partito popolare europeo di aggiungere nella risoluzione - approvata con 442 favorevoli, 98 contrari e 126 astenuti - una formulazione con cui si "accoglie con favore la dichiarazione congiunta dell'Ucraina e degli Stati Uniti in seguito al loro incontro nel Regno dell'Arabia Saudita l'11 marzo 2025, che include la ripresa dell'assistenza militare statunitense e della condivisione di informazioni di intelligence, nonché una proposta di accordo per un cessate il fuoco di 30 giorni". Per quanto riguarda gli altri partiti italiani, si attestano tra i favorevoli il Partito democratico - con le eccezioni di Marco Tarquinio e Cecilia Strada, astenuti - e Forza Italia, mentre contraria la Lega e il Movimento 5 stelle. Astenuta la delegazione di Alleanza verdi sinistra, a eccezione di Ignazio Marino, che si è espresso positivamente.
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