s

Cronaca
Dopo 86 anni, Virginia torna nella scuola da cui fu espulsa per le leggi razziali
Oggi 06-05-25, 16:01
AGI - Ottantasei anni. È questo il tempo trascorso prima che Virginia sia tornata nel cortile della scuola elementare di Roma che frequentava e da cui fu allontanata perchè ebrea. Virginia Della Seta ha oggi rivisto quel cortile, ha in qualche rivissuto l'allegria di allora nelle pause delle lezioni in classe, prima che le leggi razziali promulgate dal governo fascista e definite con la firma del re imponessero a lei e a migliaia di altri, tra bambini, adolescenti e adulti, il divieto di accedere a scuole, mestieri, attività professionali. E qui oggi, nella scuola ora chiamata 'Alberto Cadlolo', in via della Cordicella, zona Sant'Angelo, e che fa parte dell'Istituto Comprensivo 'Virgilio', è stata scoperta una lapide che ricorda la sua vicenda e quella analoga di tanti altri scolari ebrei. E lei oggi c'era, accompagnata dal figlio Roberto Pierluigi e stretta nell'abbraccio delle alunne di quarta e quinta elementare. La storia di Virginia Accolta dall'Inno di Mameli suonato e cantato dalla classe di 5^ elementare, con lei che accompagnava con il movimento delle labbra e della mano destra quelle note e quelle parole. Nata nel 1929, Virginia aveva otto anni e frequentava la terza elementare quando durante l'anno scolastico 1937-38 intervennero le leggi razziali che le imposero di lasciare quella scuola, di lasciare le amichette di classe e di gioco, di cambiare vita, di sentirsi 'diversà, perché ebrea o perché rappresentava altro comunque non gradito al regime fascista. Proseguì la scuola elementare alla Umberto I, dove l'allora ministero della scuola o istruzione aveva istituito una classe per bambini ebrei ma con lezioni al pomeriggio, perché non dovevano incrociare gli altri scolari... Il padre di Virginia e altri componenti della famiglia paterna - nonni, zii, cugini - con il rastrellamento nel ghetto di Roma vennero deportati nell'ottobre 1943 dapprima nel campo di concentramento di Fossoli (Modena), da dove il papà riusciva a far pervenire lettere a moglie e figlia, e poi ad Auschwitz, da dove non tornarono. Nelle ultime due lettere da Fossoli il papà le scrisse che sarebbero stati trasferiti altrove, ma non sapevano dove. In seguito, nel dopoguerra, si è saputa quale sia stata la loro ultima destinazione. La targa affissa oggi a una parete interna alla scuola, a destra appena varcato l'ingresso, è una iniziativa dell'ADIMS, l'Associazione docenti italiani per la memoria nelle scuole ed è in ricordo degli alunni espulsi nel 1938 a causa delle leggi razziali. Il lavoro dell'Associazione ADIMS Al nome di Virginia si è arrivati attraverso una meticolosa ricerca in questi ultimi anni negli archivi del Ministero dell'Istruzione, "e non è stato facile farla questa ricerca - dice all'AGI la presidente dell'ADIMS, Tiziana Della Rocca - abbiamo chiesto con insistenza di essere ascoltati. Siamo riusciti ad arrivare agli archivi della scuola Regina Margherita (a cui faceva all'epoca riferimento la 'Cadlolo' di oggi, ndr) e li' si parla di bambini e studenti espulsi perché ebrei. E sono stati trovati gli archivi di tre scuole: Mameli, Trento e Trieste, che fanno parte del complesso del Virgilio". Nella Regina Margherita c'erano anche i registri della sezione ebraica della scuola di via Sant'Ambrogio (nell'ex Ghetto ebraico, ndr) che dipendeva dalla Trento e Trieste". Un riscontro si è avuto attraverso gli archivi della Comunità ebraica di Roma, e in quella che è l'attuale Cadlolo risultavano 2 alunni, tra cui appunto Virginia, e una insegnate di cognome Levi, mentre alla Regina Margherita una quarantina di nomi, e alla Trento e Trieste una decina. Con l'apposizione e lo scoprimento di questa targa "diciamo ai ragazzi della Cadlolo, della Virgilio e della scuola ebraica - sottolinea Della Rocca - cosa è allora successo, diciamo dove abbiamo trovato i nomi. Guardando la targa i ragazzi possono sapere subito cosa è accaduto. È importante coinvolgere i giovani, perché saranno poi loro a tenere viva la memoria di quanto successo". Il preside Alessio Santagati ha parlato di "giornata emozionante nata con il duplice scopo di riportare in qualche modo in vita quei bambini ricordandone i nomi. Coltivare il ricordo e la memoria è il modo per costruire un mondo migliore". La presenza di una rappresentanza della Comunità ebraica di Roma, di genitori e docenti è "uno splendido esempio dell'inclusione, dell'universalità. A Virginia restituiamo simbolicamente uno dei momenti scolastici che le sono stati rubati". A sua volta Ludovica Cantano Di Ceva, presidente del Consiglio di Istituto e organizzatrice dell'evento, ha sottolineato che "ricordo e passione per l'inclusione sono passaggi chiave dello stare insieme e per non dimenticare". E l'assessore alla Memoria dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane ha espresso "apprezzamento per questa scuola e per le altre che vogliono interrogarsi su cosa significhi il ricordo al di là della retorica, capire quella ferita profonda e ricordarci sempre dell'articolo 3 della Costituzione italiana, del principio dell'uguaglianza". Emma, scolara di 5^ elementare, ha letto un passaggio di 'Una bambina e basta', autobiografia di Lia Zevi, e una serie di pensieri che di sua iniziativa ha voluto mettere nero su bianco, tra cui quello che ricorda "il valore del sacrificio di tanti bambini meno fortunati di noi, e ci auguriamo che queste ingiustizie non si ripetano più". È intervenuto Roberto, che si è fatto portavoce della madre Virginia: "Molto emozionante tornare in questa scuola dopo 86 anni, da cui ero stata allontanata solo perché ebrea. Le leggi razziali rappresentano tuttora uno dei momenti più bui della nostra storia. Un futuro che mai avremmo immaginato come è stato, mio padre e altri 6 familiari, tra cui un bimbo di 2 anni, deportati. Avevo 14 anni quando mio padre è stato arrestato a causa della delazione pagata 5mila lire dell'epoca. I valori inviolabili della persona è qualcosa che è rimasto dentro di me per tutta la vita. Grazie per l'accoglienza, grazie alla scuola e all'associazione". E il figlio ha aggiunto di suo "grazie mamma per essere presente qui con noi in questo bellissimo evento". Virginia poi, circondata dalle scolare, ha commentato "era molto bello stare insieme qui in cortile e in aula". La materia che le piaceva studiare di piu'?, le ha chiesto una bambina, e lei ha risposto "l'italiano e un po' il francese". E poi di nuovo, a chiusura manifestazione, ha accompagnato con mano e movimento delle labbra l'Inno di Mameli che la scolaresca le ha ancora riservato.
CONTINUA A LEGGERE
5
0
0
Guarda anche
Agi
18:09