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Economia e Finanza
Eurozona: perchè il manifatturiero regge nonostante i dazi
Oggi 24-04-25, 00:40
AGI - Il settore manifatturiero della zona euro sembra reggere meglio del previsto. Nonostante gli Stati Uniti abbiano introdotto a inizio aprile le tariffe generali al 10% e quelle sulle auto al 25%, la maggior parte delle aziende manifatturiere dell'eurozona non sembrano molto turbate. Invece di scivolare a picco, hanno invece aumentato la produzione per il secondo mese consecutivo, anche più massicciamente rispetto a marzo. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha così commentato i PMI preliminari di aprile per l'Eurozona. E ha proseguito: "Sempre la manifattura ha anche rallentato i tagli ai posti di lavoro riuscendo a innalzare i propri margini di profitto, grazie all'abbassamento dei costi e alla capacità di aumentare i prezzi di vendita più velocemente del mese scorso. I costi energetici, crollati a causa dei timori di recessione negli Stati Uniti, sono attualmente una vera benedizione per il settore manifatturiero dell'eurozona. Un altro fattore positivo è l'annuncio di incrementi delle spese sulla difesa." Il settore terziario rallenta e frena l'economia "È il settore terziario ad assumere ora il ruolo di una sorta di guastafeste – ha proseguito l'esperto nell'analisi – con l'attività che si riduce anziché crescere, come aveva fatto quasi ininterrottamente da febbraio 2024. Tutto questo, come si evince dai dati compositi PMI, ha spinto l'intera economia in territorio di stagnazione. Il calo più veloce dei nuovi ordini ci fa presagire che questa debolezza resterà per un po'. Tuttavia, le maggiori spese fiscali tedesche sulle infrastrutture e quelle sulla difesa in Europa dovrebbero alla fine giovare non solo il settore manifatturiero ma anche quello terziario, anche se con un po' di ritardo. La linea del taglio dei tassi seguita dalla Banca Centrale Europea sta ricevendo un lieve sostegno dagli indicatori dei prezzi del settore terziario, monitorati con attenzione dalle autorità monetarie." Divergenze tra Germania e Francia E ha continuato: "I costi sono aumentati a tassi simili a marzo, ma i prezzi di vendita sono considerevolmente rallentati. Il prezzo dei beni mostra tendenze diverse: quelli di acquisto hanno rovesciato l'andamento inflazionistico degli ultimi quattro mesi e sono ora in calo, mentre quelli di vendita sono aumentati ancora più di marzo anche se moderatamente. Osservando le due economie principali dell'eurozona, Germania e Francia, si scorgono somiglianze. Tutte e due le nazioni hanno registrato ad aprile un aumento della produzione manifatturiera, ed un calo dell'attività terziaria. L'indebolimento generale sembra essere più pronunciato in Francia, soprattutto nel terziario. Questo forse – ha concluso – è dovuto a scenari politici contrastanti: la Francia vive un costante rischio di collasso del governo, vista la fragile condizione del debito, mentre in Germania c'è la possibilità di un governo nuovo e operativo e di un'importante manovra fiscale a partire da maggio."
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