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Cronaca
Garlasco: concessa la semilibertà ad Alberto Stasi
11-04-2025, 18:10
AGI - I giudici della Sorveglianza di Milano hanno accolto la richiesta dei legali di Stasi di dare la semilibertà a Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco. La Procura Generale aveva espresso parere negativo perché Stasi aveva rilasciato un'intervista alle 'Iene' nei giorni scorsi in permesso premio dal carcere di Bollate e non avrebbe chiesto un'autorizzazione specifica per il colloquio mandato in onda in tv. Stasi attualmente lavora all'esterno del carcere come contabile. La semilibertà è regolamentata dall'articolo 48 dell'Ordinamento Penitenziario e consiste nella possibilità, data al condannato, di trascorrere parte del giorno fuori dall'istituto di pena, per partecipare ad attività lavorative, istruttive o comunque utili al reinserimento sociale, in base a un programma di trattamento, la cui responsabilità è affidata al direttore dell'istituto di pena. Cosa contiene il provvedimento Alberto Stasi ha mantenuto "toni pacati" nell'intervista alle 'Iene' e il su percorso è stato caratterizzato da un "rigoroso" e "costante" rispetto delle regole. Lo scrive la giudice della Sorveglianza Maria Paola Caffarena nel provvedimento con cui ha concesso la semilibertà a Stasi. "Con riferimento ai rilievi del Procuratore Generale relativi all'intervista del 22.03.2025, rilasciata nel corso di un permesso premio, si osserva che li provvedimento concessivo del beneficio non imponeva al detenuto alcun divieto espresso di avere rapporti con i giornalisti - scrive la giudice -. Si osserva quindi che, a prescindere da ogni diversa valutazione circa la possibilità da parte di Stasi di intrattenere rapporti con la stampa, considerato li tenore pacato dell'intervista, ritiene il Collegio che tale comportamento, se valutato nel contesto di un percorso carcerario connotato dal rigoroso e costante rispetto delle regole, anche nel corso dei benefici penitenziari concessi (grazie ai quali già usufruisce di considerevoli spazi di libertà), non sia idoneo a inficiare gli esiti della relazione di osservazione". Alberto Stasi "ha sempre manifestato empatia e sofferenza verso la parte offesa", cioè Chiara Poggi e la sua famiglia, si legge ancora nel documento. Sulla condanna Alberto Stasi ha accettato la condanna che sta finendo di scontare per l'omicidio di Chiara Poggi anche nega la sua colpevolezza. I giudici della Sorveglianza ritengono che "sussistano i presupposti di legge per promuovere un'ulteriore progressione trattamentale, fondata sulla accettazione della condanna nonostante la posizione negatoria, nonché sulla assoluta adesione alle regole, essendo stata sperimentata per un congruo periodo di tempo, la regolarità della condotta nel corso dello svolgimento del lavoro all'esterno e della fruizione dei permessi premio e considerata altresi' l'entità della pena espiata nel rapporto al non lontano fine pena". Per la Sorveglianza, "sussistono pertanto i presupposti di legge per accogliere l'istanza di semilibertà proposta da Stasi Alberto, al fine di favorirne il reinserimento sociale" Su altri benefici Per concedere ulteriori benefici e misure alternative ad Alberto Stasi, il Tribunale della Sorveglianza di Milano sottolinea che sarà "necessario poter valutare la piena affidabilità del condannato, non solo sul piano del comportamento regolare esterno, ma anche all'esito di un lavoro di approfondimento e osservazione che non si limiti alla ricezione dei suoi ricordi e racconti, ma che sappia superare le sue evidenti barriere difensive e sondare gli aspetti anche nascosti della sua personalità". I giudici si richiamano e condividono un precedente provvedimento, sempre della Sorveglianza, in cui si rilevava"pur a fronte di un legittimo atteggiamento di negazione del reato da parte di Stasi, una grave incompletezza degli approfondimenti richiesti". Un operatore carcerario che l'ha seguito "nella sua relazione ha fatto un cenno alla tendenza di Stasi ad allontanare nei colloqui i temi che lo riportano a eventi dolorosi ed emotivamente difficili: sottolinea che Stasi si relaziona in modo aperto, pur manifestando una modalità protettiva del suo mondo interiore che tende a condividere solo all'interno di rapporti di conoscenza e di grande fiducia. Nel raccontare le vicende del suo passato emerge una strategia per affrontare le situazioni emotivamente difficili: ancorarsi a fatti concreti dell'ambiente al fine di creare una cornice rassicurante che gli permetta di regolare l'emotività. A tratti la tristezza per la vicenda è stata esplorata, in quanto la modalità del detenuto non è legata alla volontà di sostare in vissuti dolorosi. Tale modalità sembra essere legata a una scelta di non rivivere ricordi dolorosi di fatto già sperimentati". Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone
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