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Cronaca
Ha attirato l'ex con un inganno e l'ha uccisa. Il delitto di Correggio
Ieri 16-05-25, 14:02
AGI - Ha 45 anni ed è residente a Correggio Peter Pancaldi, l'uomo arrestato in relazione al reato di omicidio premeditato aggravato - in quanto "commesso su vittima che sottoponeva ad atti persecutori" - della compagna convivente, una 48enne di origini rumene, Daniela Coman. L'arresto e la confessione L'uomo, secondo quanto riferito dai Carabinieri e dal procuratore di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci, stamattina in un incontro con la stampa, ha attirato la donna in casa con un sotterfugio. La relazione tra i due, infatti, era finita, ma la 48enne si era recata nell'abitazione a Prato di Correggio (Reggio Emilia) dove avevano vissuto insieme per riprendere le sue cose. Il 45enne l'ha poi richiamata per dirle che in un pc e in una macchina fotografica c'erano delle foto del figlio 11enne che la donna aveva avuto dall'ex marito ma, quando è ritornata a casa sua per recuperarle, l'ha uccisa, soffocandola. Nel lungo interrogatorio di stanotte ha confessato di aver ucciso la 48enne perché gli aveva fatto lasciare la precedente compagna che lo sosteneva economicamente. "L'indagato - conferma il procuratore Paci - l'ha attirata con un inganno presso la propria abitazione allo scopo di ucciderla". Il profilo dell'uomo Paci ha anche tratteggiato il profilo dell'uomo fermato. "È un soggetto che ha diversi precedenti penali tutti trattati dall'autorità giudiziaria di Modena e che, per sua stessa ammissione, da oltre 20 anni fa uso di sostanze stupefacenti ma anche di alcol. Non ha mai avuto un lavoro stabile e ha vissuto, secondo le fonti acquisite, facendosi sostenere economicamente da persone con cui ha avuto precedenti relazioni di tipo affettivo". L'uomo perseguitava da tempo la ex convivente che non aveva sporto denuncia. "Il quadro che abbiamo potuto accertare allo stato - spiega Paci - evidenzia chiaramente la sottoposizione della vittima a una relazione tossica inquadrabile certamente nel paradigma dell'articolo 612 bis, cioè degli atti persecutori e che, se fosse stata portata adeguatamente a conoscenza delle forze dell'ordine della magistratura, avrebbe certamente consentito di poter trovare delle misure di salvaguardia della tutela dell'integrità fisica della donna ed è la ragione poi, alla fine, per cui l'esito tragico che abbiamo potuto accertare ha indotto l'indagato ad ucciderla". L'appello del procuratore Paci fa quindi un appello: "Lo ribadiamo, anche se è difficilissimo perché ci sono i figli di mezzo e le condizioni anche economiche, ma dite alle vittime di denunciare sempre. Senza la denuncia queste vicende non emergono, rimangono sommerse in un ambito che ripeto, diventa difficile da esplorare, perché possono esserci tante ragioni che possono indurre una persona a non denunciare, ragioni legate sia al rapporto affettivo con la vittima, nella stragrande maggioranza dei casi, sia alla difficoltà di portare a conoscenza fuori dal proprio ambito relazionale queste vicende dolorose e certamente drammatiche. Però - insiste Paci - bisogna farlo, senza la denuncia il sistema di contrasto vigente nel nostro Paese, che è certamente all'avanguardia e idoneo per fronteggiare situazioni del genere, non può trovare realizzazione e il rischio è che poi si perda la vita come in questo caso". Il ritrovamento del corpo Il corpo della donna è stato ritrovato la notte del 14 maggio, poco dopo le 22 e 30, quando i Carabinieri della Stazione di Correggio, con il supporto di una squadra dei Vigili del Fuoco di Reggio Emilia, sono intervenuti nell'abitazione della coppia, forzandone l'ingresso. L'intervento si è reso necessario perché nessuno rispondeva al campanello e la donna, una 48enne residente nell'abitazione, era stata segnalata alle 20 dall'ex convivente come scomparsa. Quest'ultimo, non riuscendo più a contattarla, aveva formalizzato la denuncia di scomparsa presso la Stazione dei Carabinieri di Sassuolo (Modena). Una volta all'interno dell'abitazione, i Carabinieri hanno rinvenuto il corpo senza vita della donna. A seguito del sopralluogo e dell'ispezione cadaverica effettuati sul posto, la salma è stata posta a disposizione della Procura della Repubblica di Reggio Emilia e trasferita presso l'Istituto di Medicina Legale di Modena per l'esecuzione dell'esame autoptico. Nel frattempo, mentre i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia eseguivano i rilievi tecnici, i colleghi della Compagnia del capoluogo reggiano hanno avviato le ricerche del compagno convivente, un 45enne, risultato essersi allontanato alla guida dell'auto intestata alla donna. Grazie alla collaborazione dei carabinieri della radiomobile della compagnia di Modena, l'uomo è stato rintracciato e fermato nel capoluogo modenese poco prima delle due di notte. Successivamente, è stato condotto nella caserma di Corso Cairoli a Reggio Emilia, dopo che a suo carico sono stati assunti gravi indizi di colpevolezza. Secondo indiscrezioni, nella vettura dell'uomo sarebbero stati rinvenuti anche i vestiti della vittima che sarebbe stata ritrovata in casa sotto le coperte senza abiti, ma questo particolare non è stato confermato dalla Procura.
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