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Il piccolissimo banco di sabbia conteso da Cina e Filippine
Oggi 28-04-25, 14:14
AGI - Sbarco di agenti della guardia costiera di Cina e Filippine, rispettive bandiere piantate nei banchi di sabbia disabitati e dichiarazioni dai toni duri. Nelle scorse ore si è riacceso in questi termini il braccio di ferro tra Pechino e Manila sull'isolotto conteso di Sandy Cay, nell'arcipelago delle Spratly, nel Mar Cinese Meridionale. A innescare nuovamente il confronto diretto sono state le riprese video e le immagini diffuse nel fine settimana dalla televisione di Stato cinese Cctv che documentavano lo 'sbarco' della guardia costiera cinese a Sandy Cay a metà aprile, assicurando di aver "stabilito il controllo marittimo" sull'isolotto. Il servizio dell'emittente statale non precisava, tuttavia, se attualmente Pechino mantiene ancora una presenza permanente sull'isolotto, chiamato Tiexian dai cinesi e Pag-asa dai filippini. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Financial Times, che cita un funzionario filippino anonimo, la guardia costiera cinese ha abbandonato la zona poco dopo aver spiegato la bandiera. "L'affermazione della Guardia costiera cinese secondo cui (l'isolotto) è stato preso non è affatto vera", ha dichiarato il portavoce del Consiglio di sicurezza filippino, Jonathan Malaya, in conferenza stampa. Manila ha accusato Pechino di "bullismo" per aver insinuato che la guardia costiera cinese ne avesse preso il controllo. Il funzionario ha affermato, inoltre, che la trasmissione di queste informazioni tramite telecamere a circuito chiuso è stata una tattica mediatica "irresponsabile" di "intimidazione e molestia" da parte dalla Cina. È poi intervenuta la Guardia costiera filippina, affermando di essere sbarcata anche lei a Sandy Cay il giorno prima. Replicando la scena già documentata dai rivali cinesi, gli agenti hanno pubblicato anche loro una foto che li ritrae mentre sventolano la bandiera nazionale sullo stesso isolotto conteso. A coronare il tutto, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha affermato che Sandy Cay "fa parte" delle "Isole Nansha", il nome cinese delle Spratly. "La Cina sta conducendo operazioni di tutela dei diritti e di applicazione della legge allo scopo di contrastare qualsiasi sbarco illegale delle Filippine sulla barriera corallina e altre attività di intrusione e provocazione, nonché di salvaguardare fermamente la sovranità nazionale", ha sottolineato Guo Jiakun in conferenza stampa. Nei mesi scorsi, Cina e Filippine si sono accusate a vicenda di essere responsabili del degrado dell'ambiente marino, in particolare delle barriere coralline, sugli isolotti contesi. Questi ultimi incidenti avvengono mentre Manila partecipa all'operazione Balikatan, un'importante esercitazione militare annuale congiunta con gli Stati Uniti, volta in particolare a mostrare un fronte unito contro la Cina nella regione. Pechino ha denunciato queste manovre, ritenendo che "minino la stabilita' regionale", accusando Manila di "collusione con paesi esterni alla regione". L'isolotto di Sandy Cay, nell'arcipelago delle Spratly, si trova a pochi chilometri da Thitu, la più grande isola controllata dalle Filippine nella zona, dove sono presenti personale militare e della guardia costiera filippina. Citando argomenti storici, Pechino rivendica la quasi totalità degli isolotti del Mar Cinese Meridionale, contestando in particolare le conclusioni di una corte arbitrale internazionale secondo cui le sue rivendicazioni non hanno fondamento giuridico. Altre nazioni - in particolare Filippine e Vietnam - avanzano rivendicazioni rivali, a volte sovrapposte, e controllano numerosi isolotti in questa vasta area marittima. Negli ultimi due decenni, la Cina ha occupato una serie di oscure barriere coralline e atolli lontani dalla sua costa attraverso il Mar Cinese Meridionale, costruendo installazioni militari, tra cui piste e porti. La contesa su Sandy Cay rischia di alimentare ulteriormente le tensioni di lunga data tra Filippine e Cina. Rappresenta anche un test chiave per l'amministrazione Trump su come risponderà, soprattutto perché i principali funzionari del gabinetto hanno ripetutamente sottolineato la necessità per gli Stati Uniti di concentrare la loro attenzione e le loro risorse sul contrasto alle ambizioni della Cina nella regione indo-pacifica.
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