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Cronaca
In Italia 390mila nuove diagnosi di tumori nel 2025, mortalità diminuita del 9% in 10 anni
Oggi 18-12-25, 10:45
AGI - Sono stimate in circa 390mila le nuove diagnosi di tumori in Italia nel 2025, un numero che si traduce in una sostanziale stabilità rispetto allo scorso anno (390.100 nuove diagnosi), anzi con una tendenza alla diminuzione vista la progressiva riduzione dei casi di cancro accertati negli uomini. Si tratta di un trend definibile 'ottimistico', pur nella drammaticità della parola cancro, a cui si somma un complessivo calo del 9% dei decessi oncologici negli ultimi 10 anni, e questo calo è ancora più evidente nelle neoplasie del polmone (-24%) e del colon-retto (-13%). È la fotografia che ci consegna il volume 'I numeri del cancro in Italia 2025', presentato oggi in una conferenza stampa a Roma, a Palazzo Baldassini, alla presenza del ministro della Salute, Orazio Schillaci. Una pubblicazione ufficiale, giunta alla quindicesima edizione, che descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie grazie al lavoro di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRTUM, Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening (ONS) e altri enti scientifici. Sono dati migliori rispetto alla media europea e spiccano per il fatto che si traducono in una sopravvivenza a 5 anni più alta nei tumori più frequenti: mammella (86%), colon-retto (64,2%) e polmone (15,9%). L'aumento dell'adesione ai programmi di screening Inoltre, in Italia dal 2020 al 2024 è aumentato il numero di cittadini che aderiscono ai programmi di prevenzione secondaria. Per lo screening mammografico la copertura è passata dal 30% nel 2020 al 50% nel 2024; per il test del sangue occulto nelle feci (per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto) dal 17 al 33% e per lo screening cervicale dal 23 al 51%. Il ruolo strategico della prevenzione secondo il ministro Il volume è un'analisi a 360 gradi sui numeri del cancro in Italia, evidenziando l'impatto sui cittadini e sul sistema sanitario. Il ministro Schillaci sottolinea che "le disuguaglianze sociali nell'accesso alla diagnosi precoce e la persistenza di comportamenti a rischio rappresentano sfide urgenti". Il Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 è una risposta concreta, focalizzata sull'integrazione dei percorsi assistenziali, il potenziamento della prevenzione e lo sviluppo della ricerca. Schillaci evidenzia che "la prevenzione è la leva strategica su cui investire" per promuovere stili di vita sani e incrementare l'adesione ai programmi di screening organizzati. Il ministro aggiunge che sono state stanziate risorse per ampliare la fascia di età da sottoporre agli screening del cancro della mammella e del colon-retto. Vengono garantiti fondi per la Rete italiana per lo screening del cancro del polmone, con l'obiettivo di inserire quanto prima questo screening nei programmi gratuiti del Servizio sanitario nazionale (SSN). Con l'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) sarà introdotto un programma di sorveglianza attiva per i tumori ereditari della mammella e dell'ovaio. Mortalità e incidenza: confronto con l'europa Tornando ai dati, il volume ci dice che in Italia nel 2022 sono state stimate 192.000 morti per cancro, con un tasso di mortalità inferiore del 3,1% rispetto alla media dell'Unione europea (equivalente a una stima di 6.800 decessi in meno). Nel 2025 "non vi saranno sostanziali differenze quantitative" di casi di tumore accertati. Diego Serraino afferma che "nei prossimi anni il numero assoluto di nuove diagnosi in Italia potrebbe stabilizzarsi o iniziare a diminuire", supportato dalla decrescita demografica e dalla diminuzione dei casi negli uomini. Un esempio è il tumore del polmone: negli uomini le nuove diagnosi sono diminuite del 16,7% (2003-2017), mentre tra le donne sono aumentate dell'84,3%. L'abitudine tabagica resta più frequente fra gli uomini (28%) ed è fortemente associata allo svantaggio sociale. Le sfide del servizio sanitario nazionale Massimo Di Maio, presidente AIOM, sottolinea che, nonostante il progresso terapeutico, il carico di lavoro per le strutture sanitarie cresce notevolmente, mentre la forza lavoro nel SSN è insufficiente. Il Servizio Sanitario Nazionale va difeso. È necessario investire in prevenzione per diminuire il numero di malati e garantire diagnosi precoci, quando la probabilità di guarire è più alta. Francesco Perrone (Fondazione AIOM) aggiunge che l'ottimismo non cancella i problemi, in particolare la tossicità finanziaria (l'impatto economico del cancro) e la necessità di contenere le diseguaglianze, ancora troppo evidenti.
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