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Indagine ONU, Israele a Gaza ha compiuto atti di genocidio. Netanyahu: "E' falso"
Oggi 14-03-25, 10:20
AGI - Un'indagine condotta dalle Nazioni Unite ha concluso che Israele a Gaza, distruggendo la principale clinica per la fecondazione in vitro e altre strutture sanitarie riproduttive, ha compiuto "atti di genocidio". La Commissione d'inchiesta precisa che Tel Aviv ha "intenzionalmente attaccato e distrutto" il principale centro di fertilità del territorio palestinese e contemporaneamente ha imposto un assedio e bloccato gli aiuti, compresi i farmaci per garantire gravidanze, parti e cure neonatali sicuri. Nella dichiarazione si legge inoltre che "attraverso la distruzione sistematica dell'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva" le autorità israeliane "hanno in parte distrutto la capacità riproduttiva dei palestinesi di Gaza". La convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio definisce tale crimine gli atti commessi con l'intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. L'inchiesta ha affermato che Israele ha "deliberatamente inflitto al gruppo condizioni di vita studiate per provocarne la distruzione fisica" e "imposto misure volte a impedire le nascite". Commissione internazionale d'inchiesta La Commissione internazionale d'inchiesta - composta da tre membri - è stata istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel maggio 2021 per indagare sulle presunte violazioni del diritto internazionale in Israele e nei territori palestinesi. Il membro della Commissione Chris Sidoti ha spiegato che il crimine di genocidio riguarda l'azione e l'intento, sia generale che specifico, e che finora il rapporto aveva preso in esame solo l'azione. "Non abbiamo fatto alcuna scoperta di genocidio. Abbiamo identificato una serie di atti che costituiscono le categorie di atti genocidi ai sensi della legge. Non abbiamo ancora esaminato la questione degli scopi genocidi", ha detto in una conferenza stampa. "Presto saremo in grado di affrontare in modo esaustivo la questione del genocidio", ha aggiunto. Reazioni e dichiarazioni Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha dichiarato che il rapporto "conferma quanto accaduto sul campo: genocidio e violazioni di tutti gli standard umanitari e legali", aggiungendo che questo sottolinea "l'urgente necessità di accelerare il perseguimento dei leader israeliani per questi crimini e di garantire il loro rapido processo presso la Corte penale internazionale". Da Tel Aviv la risposta è stata durissima. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha reagito definendo il Consiglio per i diritti umani un "circo anti-israeliano", sottolineando come l'Onu ancora una volta "abbia scelto di attaccare lo Stato di Israele con false accuse", "delle vere e proprie bugie croniche". La delegazione israeliana a Ginevra, definendo il rapporto infondato e antisemita, ha accusato la commissione di portare avanti un "programma politico predeterminato e di parte, con il vergognoso tentativo di incriminare le Forze di difesa israeliane". In risposta a queste accuse, Sidoti ha affermato che Israele "continua a ostacolare" le indagini dell'inchiesta e a impedire l'accesso all'interno sia dello Stato che nei territori palestinesi. Distruzione del centro di fertilità Nello specifico, il rapporto afferma che nel Centro per la fecondazione in vitro di Al-Basma - la principale clinica per la fecondazione in vitro del territorio - sono stati distrutti circa 4.000 embrioni in una clinica che assisteva tra i 2.000 e i 3.000 pazienti al mese. La commissione ha poi aggiunto che le forze di sicurezza israeliane hanno intenzionalmente attaccato e distrutto la clinica, compreso tutto il materiale riproduttivo conservato per il futuro concepimento dei palestinesi. Questi atti - prosegue il rapporto - "erano diretti a impedire le nascite tra i palestinesi di Gaza, il che costituisce un atto genocida". La relazione conclude che Israele ha preso di mira direttamente donne e ragazze, in moltissimi casi morte a cause di complicazioni legate alla gravidanza e al parto, a loro volta conseguenti le durissime condizioni imposte dalle autorità israeliane.
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