s

Estero
Iran e Usa a Muscat: al via i colloqui per l'accordo sul nucleare
12-04-2025, 01:15
AGI - Iran e Stati Uniti sono pronti ad incontrarsi oggi in Oman, in colloqui volti a raggiungere un accordo sul programma nucleare della Repubblica islamica e probabilmente a evitare un'ulteriore guerra in Medio Oriente. Il ritorno della diplomazia Alla vigilia dell'atteso incontro, non c'è ancora una versione comune sul formato, ma appare chiaro che la Guida Suprema, Ali Khamenei, abbia ammorbidito la sua posizione dando luce verde a colloqui fortemente voluti dal presidente USA, Donald Trump. Colloqui diretti o indiretti? Secondo quanto riportato dalla Reuters, le delegazioni iraniana e statunitense si troveranno nella stessa stanza a Muscat. I funzionari iraniani, invece, insistono sul fatto che i colloqui saranno "indiretti", respingendo qualsiasi trattativa diretta con Washington. Le parole di Shamkhani Alla vigilia dei negoziati, un alto collaboratore di Khamenei, Ali Shamkhani, ha assicurato che "Teheran sta cercando un accordo reale ed equo" dando una chance alla diplomazia. Le minacce di Trump e le conseguenze militari Trump ha concesso all'Iran due mesi per raggiungere un nuovo accordo sul nucleare e, durante il suo incontro col premier israeliano, Benjamin Netanyahu, il 7 aprile alla Casa Bianca, ha annunciato colloqui "diretti" ad alto livello con la Repubblica islamica. Contemporaneamente, ha minacciato un intervento militare, in caso la diplomazia fallisse, e rafforzato la presenza militare americana nella regione. La spinta di Khamenei alle trattative Proprio le conseguenze di un eventuale scontro con gli Stati Uniti, secondo il New York Times, hanno portato Khamenei ad aprire a colloqui diretti con gli americani: secondo il quotidiano americano, in un incontro a Teheran, i vertici della Repubblica islamica lo hanno avvertito di un "inevitabile" attacco americano ai due principali siti nucleari iraniani, Natanz e Fordow, in caso di un rifiuto a negoziare. Teheran, in quel caso, sarebbe costretta a rispondere scatenando un'escalation che, innestata su una costante crisi economica e un diffuso malcontento popolare, rappresenterebbe una minaccia esistenziale per il regime. I protagonisti a Muscat A Muscat le delegazioni saranno guidate dal ministro degli Esteri, Abbas Araghchi, e dall'inviato speciale USA per il Medio Oriente, Steve Witkoff. Quest'ultimo si è recato prima in Russia per colloqui sull'Ucraina con il presidente Vladimir Putin, stretto alleato dell'Iran e tra i firmatari dell'accordo sul nucleare del 2015 (Jcpoa). L'uscita dagli accordi del 2018 Gli USA del primo mandato Trump, nel 2018, uscirono in modo unilaterale dall'intesa, reimponendo sanzioni a Teheran che, dal canto suo, avviò un disimpegno graduale dagli obblighi previsti nel Jcpoa. Un nuovo accordo in vista A distanza ormai di 10 anni da quell'intesa, la Casa Bianca e il suo alleato Israele mirano a un accordo più ampio che non solo fissi la rinuncia dell'Iran allo sviluppo di armi nucleari, ma affronti anche il suo programma missilistico e le sue alleanze regionali. Teheran, però, rifiuta di trattare argomenti diversi da quelli strettamente legati al nucleare, che Araghchi ben conosce. Dieci anni fa, era stato il braccio destro dell'allora ministro degli Esteri, Javad Zarif, ai negoziati di Losanna prima e di Vienna poi per l'intesa sul Jcpoa. L'opzione di un accordo provvisorio Secondo quanto riporta Axios, i negoziatori iraniani domani potrebbero proporre di discutere un "accordo provvisorio", prima di iniziare i colloqui su un documento più ampio. Le autorità iraniane riterrebbero irrealistico raggiungere un accordo globale, tecnicamente complesso, in soli due mesi come vorrebbe Trump; nel frattempo, un accordo temporaneo potrebbe comportare la riduzione da parte di Teheran di alcune delle sue attività di arricchimento dell'uranio e un maggiore accesso degli ispettori delle Nazioni Unite ai suoi impianti nucleari e aumentare la fiducia reciproca.
CONTINUA A LEGGERE
10
0
0