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Estero
Israele bombarda la capitale dello Yemen ed è pronto a conquistare Gaza
Ieri 06-05-25, 19:02
AGI - Il capo di Stato maggiore delle forze armate israeliane, il generale Eyal Zamir, e il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, hanno approvato i piani tattici finali per ampliare l'offensiva a Gaza. I comandanti dell'Idf e dello Shin Bet hanno dunque pronti i dettagli operativi sul teatro dell'operazione e le forze su cui potranno contare. L'unica incognita è quanto tempo servirà per mobilitare i riservisti necessari per affrontare la nuova fase. Confermato poi che sarà data ad Hamas l'ultima opportunità di arrivare a un nuovo accordo sugli ostaggi fino a dopo la visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nella regione, che si concluderà il 16 maggio. Intanto, promessa e annunciata, la vendetta di Israele per l'attacco Houthi di domenica all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv si è abbattuta per la seconda volta sullo Yemen. Lunedì era toccato al porto di Hodeidah, oggi l'aviazione ha preso di mira l'aeroporto della capitale Sanaa, la base al Dailami, diverse centrali elettriche e un cementificio in una ventina di raid. Distrutti il terminal internazionale, le piste di decollo e atterraggio, la torre di controllo e diversi aerei che stazionavano nello scalo reso ora inagibile. Le immagini delle alte colonne di fumo nero che si levavano dallo scalo hanno fatto il giro del web. A differenza di ieri, quando l'attacco era partito senza preavviso e c'erano state almeno 4 vittime, l'Idf ha diramato un ordine di evacuazione dell'aeroporto un'ora prima che i jet cominciassero a sganciare bombe. "Gli attacchi sono stati condotti con precisione, avendo cura di limitare i danni ai civili e alle infrastrutture civili", ha assicurato l'Idf in una nota. Oltre all'aeroporto, sono state neutralizzati anche la centrale elettrica di Dhahban e il cementificio di Amran, entrambi a nord di Sanaa, considerata da Israele "una delle risorse più importanti per gli Houthi per costruire tunnel e infrastrutture militari". Una decina in tutto gli obbiettivi dell'operazione, nome in codice 'Stand up' (In piedi). Lo scalo "fungeva da hub del regime terroristico Houthi per il trasferimento di armi e miliziani", ha spiegato l'Idf, "a testimoniare il brutale sfruttamento che gli Houthi hanno fatto delle infrastrutture civili per attività terroristiche". Netanyahu: "La popolazione sarà spostata a sua tutela" Il gabinetto di sicurezza di Israele ha approvato all'unanimità il piano operativo, pronto già da mesi ma tenuto nel cassetto per le pressioni dell'amministrazione Biden e qualche dubbio negli alti ranghi militari. Si procederà tra con lo sfollamento della maggior parte degli abitanti. Secondo fonti della Difesa c'è ancora una possibilità che non si proceda, se Hamas cederà sulla restituzione degli ostaggi entro il 16 maggio, quando il presidente americano Donald Trump terminerà la sua visita di quattro giorni nel Golfo. Del resto sembra difficile che l'offensiva possa scattare con Trump nella regione. Il presidente incontrerà i leader del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) durante la sua tappa in Arabia Saudita e per quanto la causa palestinese abbia perso appeal tra i dirigenti delle ricche monarchie dell'area, sarebbe politicamente complicato anche per gli emiri comparire nella foto di famiglia con il più grande sponsor di Israele proprio mentre Gaza viene invasa. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato che Israele è alla vigilia di "una grande offensiva a Gaza". In un video pubblicato su X, il premier ha spiegato che "la popolazione sarà spostata, per la propria protezione". Netanyahu non ha voluto rivelare i dettagli di ciò che sarà fatto "per gli ostaggi e per sconfiggere Hamas". Ma di certo, "non entreremo e usciremo" per "conquistare territori, ritirarci e compiere incursioni sul resto". Anzi. "La nostra intenzione" è "l'opposto". E che, 20 anni esatti dopo il ritiro deciso dall'allora premier Ariel Sharon, gli israeliani entreranno a Gaza per restare lo ha chiarito senza giri di parole anche il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich. "Finalmente occuperemo la Striscia di Gaza. Smetteremo di avere paura della parola 'occupazione'", ha detto il super-falco. I carri di Gedeone Il 'Piano generale' per battere una volta per tutte Hamas, frutto di una lunga discussione già nel 2024, è stato illustrato ai ministri dal capo di Stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir. Come è consuetudine per le operazioni israeliane, è stato ribattezzato. Il titolo scelto, 'I carri di Gedeone', fa riferimento a un episodio biblico del Libro dei Giudici: Gedeone, mandato da Dio a liberare il suo popolo dalle razzie dei Midianiti, riuscì a terrorizzare e sbaragliare i nemici con solo un piccolo gruppo di soldati armati di torce e vasi di coccio. Simbolo della capacità di Dio di fare grandi cose anche con pochi mezzi. In questo caso all'esercito israeliano i mezzi non mancano. Il piano prevede lo sfollamento di tutti i civili dal nord di Gaza. La popolazione sarà inviata a sud - liberato da Hamas - dove sarà assistita grazie a un nuovo programma pilota di aiuti umanitari. "L'operazione includerà un attacco su vasta scala, compreso lo spostamento della maggior parte della popolazione della Striscia di Gaza. Questo per proteggerli in un'area securizzata lontana da Hamas", ha detto il portavoce dell'esercito, il generale di brigata Effie Defrin. L'idea è che se tutti i civili saranno allontanati, l'Idf sarà libero scatenare nel nord una guerra senza quartiere agli esponenti di Hamas e radere al suolo tutto, come già fatto a Rafah. Con questo piano, Israele aumenterà significativamente la porzione di territorio dei Gaza che controlla, ora già oltre il 40%. E non la lascerà. Nel caso di un nuovo accordo di cessate il fuoco con Hamas, manterrà comunque un'ampia zona cuscinetto lungo tutto il confine. Con le deportazioni a sud, i civili saranno tutti concentrati nella stessa zona e questo faciliterà la distribuzione di aiuti sotto il controllo dell'esercito. Secondo il Jerusalem Post, a gestire la consegna di beni di prima necessita' saranno due società americane - la Safe Reach Solutions e la UG Solutions - che durante il cessate il fuoco avevano supervisionato il controllo dei veicoli con le forniture che entravano nella Striscia. Anche se non ci sarebbe ancora una data fissata, gli aiuti alimentari dovrebbero riprendere nelle prossime settimane, dopo tre mesi di blocco. La reazione più dura al piano israeliano è arrivata dalle Nazioni Unite. Il segretario generale Antonio Guterres ha espresso il suo allarme per il piano che, ha detto tramite un portavoce, "porterà inevitabilmente a innumerevoli altri civili uccisi e a una maggiore distruzione di Gaza". Senza contare che la Striscia "è parte integrante dello Stato palestinese". Silenziose le cancellerie, timida la reazione dell'Unione Europea. "È essenziale il ritorno al cessate il fuoco, che porti al rilascio di tutti gli ostaggi e alla cessazione definitiva di tutte le ostilità", ha dichiarato un portavoce. Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone
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