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Cronaca
La tesi del doppio killer di Garlasco, perché fu abbandonata
Ieri 13-03-25, 19:05
AGI - Cinque anni fa la tesi del doppio killer di Garlasco portata avanti dai carabinieri di Milano e in questi giorni tornata in auge, sempre su loro impulso, venne bocciata dai magistrati di Pavia nella seconda archiviazione per Andrea Sempio. Alla base di quel procedimento c'era una ricca informativa firmata dai militari di via Moscova il 9 luglio 2020 nella quale si segnalavano "anomalie" nell'inchiesta che aveva portato alla condanna di Alberto Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi e si ipotizzava, tra le altre cose, la presenza di un suo complice. "Fermo restando gli elementi a carico di Stasi bisognerebbe quantomeno prendere in considerazione la presenza di un correo" era scritto nell'annotazione del Nucleo Investigativo che già allora evidenziava il dna riconducibile a Sempio sotto le unghie della ragazza uccisa. Uno scenario che ricorda molto quello della nuova indagine della Procura di Pavia con la possibilità che gli inquirenti abbiano però trovati altri nuovi e, a questo punto clamorosi indizi, visto il tempo trascorso, a carico dell'amico del fratello della vittima. Richiesta di archiviazione Nella richiesta di archiviazione, a cui si richiama "integralmente" il gip Pasquale Villani per far calare il sipario su quel procedimento, venivano respinte una a una le richieste di approfondimenti avanzate dai carabinieri. Quanto al possibile duplice autore del crimine, il "mosaico" che risulta dalla "complessa attività di integrazione probatoria ha escluso la presenza di correi", tagliavano corto il procuratore aggiunto Mario Venditti e il gip. Osservazioni dei magistrati A sostegno della loro convinzione osservavano: "Si rammenta che il piccolo disimpegno che dà accesso alle scale (dove è stato rinvenuto il cadavere di Chiara) e al bagno (dove è stato repertato il dispenser) era talmente cosparso di sangue che la perizia disposta in sede di rinvio ha accertato l'impossibilità, per Alberto Stasi come per chiunque altro, di attraversarlo senza imbrattarsi le suole delle scarpe se la porta (chiusa) avesse dovuto essere aperta come Stasi ha dichiarato di avere fatto. La presenza di più persone avrebbe anzi ingombrato ancora di più il disimpegno rendendo del tutto inverosimile la presenza di una seconda persona in totale assenza di sue tracce, tracce peraltro non rinvenute né nel disimpegno, né in altre parti dell'abitazione, né sui mobili e le suppellettili". Sospetti su Andrea Sempio Altro 'grimaldello' suggerito dai carabinieri per scalfire la condanna di Stasi era proprio quello del possibile coinvolgimento di Andrea Sempio sul quale addensavano sospetti "per le tre telefonate a casa Poggi il 7 e 8 agosto 2007 immediatamente antecedenti al delitto". Solo "suggestioni, senza consistenza investigativa" a parere dei magistrati: "La telefonata 'sospetta' (secondo lo scrivente Comando) avviene in realtà una settimana prima dei fatti; ed è vero che le telefonate tra Sempio e il telefono fisso della famiglia Poggi erano poco frequenti, ma questo deve essere considerato normale in un piccolo centro abitato dove i ragazzi hanno molte possibilità di incontrarsi di persona senza preventivamente concordare il luogo e ora. L'affermazione che la chiamata effettuata da Sempio alla sorella di Marco sia 'l'unico errore' tra tutte le chiamate documentate, è una pura petizione di principio dal momento che il contenuto delle altre telefonate non è noto e può solo essere ipotizzato (per quanto è dato sapere, tutte le telefonate potrebbero essere state fatte in errore)". Conoscenza di Chiara Poggi "È poi lo stesso Sempio a dirci di essere stato a conoscenza dell'esistenza di un 'fidanzato' di Chiara Poggi da lui non conosciuto né frequentato - prosegue il gip -. È difficile ipotizzare che Sempio si sarebbe recato presso casa Poggi per cercare la sorella, avendo la pratica certezza di incontrarla in compagnia del fidanzato, e non esistono evidenze di una conoscenza o frequentazione di Alberto Stasi da parte di Sempio". Alibi di Andrea Sempio Respinti anche i dubbi sull'ipotesi che avrebbe conservato "lo scontrino del parcheggio come 'alibi' per la mattina del 13 agosto 2007". I magistrati argomentano che, sentito come teste, "Sempio riferisce di essersi recato a Vigevano la mattina del 13/08/2007, ma non esibisce alcuno scontrino a supporto delle sue affermazioni: un modo ben curioso di crearsi un alibi. Lo scontrino viene infatti rinvenuto successivamente dal padre di Sempio, il quale decide di conservarlo in accordo con la madre, nonostante il figlio fosse già stato sentito dagli inquirenti, o forse proprio per questo; va infatti ricordato l'enorme scalpore suscitato dalla vicenda in Garlasco come nel resto della provincia, ed è verosimile che i genitori abbiano voluto conservare lo scontrino proprio perché il figlio era già stato sentito ed era quindi - ai loro occhi - in qualche modo entrato nell'indagine". Conclusioni dei magistrati In ogni caso, a tranciare ogni illazione di lui ci sarebbe il "fatto incontestabile, accertato nel primo grado di giudizio e pacificamente assunto in tutti i gradi successivi, che l'assassino indossava scarpe numero 42, il numero indossato da Alberto Stasi mentre Andrea Sempio indossava e indossa il numero 44, e nessuna impronta di quella misura è stata rilevata sulla scena del crimine, così come nessun legame è emerso tra Andrea Sempio e Alberto Stasi".
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