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Estero
L'Africa sarà al centro del pontificato di Leone XIV
Oggi 17-05-25, 02:15
AGI - L'Africa sarà centrale nell'azione di Leone XIV. Ne sono convinti il vescovo del Sud Sudan, Edward Hiiboro Kussala, e padre Edward Danaing Daleng, procuratore generale dell'Ordine di Sant'Agostino e consigliere generale per il continente. "Chiediamo al nuovo Papa di continuare a sostenere la pace nel nostro Paese, esortando tutti i leader politici a tornare al tavolo delle trattative per far cessare le violenze. Chiediamo che levi alta la sua autorevole voce, che potrà essere uno stimolo affinché la comunità internazionale possa davvero aiutarci", spiega monsignor Hiiboro Kussala, vescovo della diocesi di Tombura-Yambio, che si estende per oltre 81.000 chilometri quadrati nella parte occidentale della nazione africana, parlando ai media vaticani. "Sabato scorso - racconta - un giovane della parrocchia Santa Maria Aiuto dei Popoli, che si trova nella città di Tombura, è stato ucciso da alcuni ribelli arrivati di notte dalle foreste circostanti, dove si annida la guerriglia e impazzano gli scontri". Situazione umanitaria "terribile, non hanno più nulla" Quando hanno sparato a bruciapelo al ragazzo - che ricopriva anche l'incarico di coordinatore diocesano della Caritas - stava dormendo all'esterno della struttura religiosa, nella quale da mesi sono accampati oltre 5.000 sfollati che hanno dovuto abbandonare le proprie case per non rimanere stretti nella morsa del conflitto. Il vescovo ammette che tra loro c'è chi pensa che anche quello che ritenevano un luogo sicuro ormai non lo sia più: "La loro situazione è terribile, non hanno più nulla. L'arrivo degli aiuti umanitari è stato interrotto, mentre c'è una grande emergenza sanitaria. Inoltre, per i bambini non esiste alcuna possibilità di partecipare a una qualsiasi forma di istruzione. L'unico sostegno che la nostra diocesi ha potuto dare a questa gente sono stati 25.000 euro donati da Caritas Austria. Ma è passato più di un anno". E poi, aggiunge monsignor Hiiboro Kussala, a complicare la situazione ci sono anche "i profughi che scappano dal vicino Sudan in guerra. Sono davvero molti: noi li avremmo dovuti aiutare, ma ora non possiamo". Le zone sudsudanesi più colpite dagli scontri si stanno difatti ampliando ogni giorno: "Sono quelle nei pressi di Malakal, la capitale dello Stato dell'Alto Nilo, quelle vicino al villaggio di Nasir e poi tutti i punti di frontiera con il Sudan. Senza dimenticare Juba, dove cibo e acqua sono diventati un miraggio". Il legame con l'Africa di Leone XIV Leone XIV ha un legame speciale con l'Africa. "Ha l'Africa nel cuore", dice senza esitazioni padre Edward Danaing Daleng, procuratore generale dell'Ordine di Sant'Agostino e consigliere generale per il continente. Prevost "ha visitato più volte tutte le nostre missioni africane ed è venuto nel mio Paese, la Nigeria, almeno in una decina di occasioni, compresa quella, nel 2016, in cui celebrammo per la prima volta il capitolo generale intermedio". Gli agostiniani sono presenti in una decina di Stati africani e il Papa neo-eletto "ha visitato tutte le nostre missioni", sia quando era priore generale dell'Ordine (2001-2013), sia da cardinale prefetto del Dicastero per i Vescovi. La Federazione Agostiniana d'Africa (Afa) è un'emanazione internazionale dell'Ordine e riunisce tutti gli istituti religiosi che praticano la spiritualità agostiniana nel continente. Ne fanno parte gruppi religiosi maschili e femminili con sedi in Kenya, Tanzania, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Benin, Burkina Faso, Togo e altri Stati. "La Nigeria è diventata una provincia proprio quando Robert Francis Prevost è stato eletto priore generale, nel 2001. La nostra presenza lì risale al 1938 - quando arrivarono i primi missionari agostiniani irlandesi - e fin dall'inizio ci siamo contraddistinti per un'opera di educazione capillare, con scuole e istituti di formazione, strumenti fondamentali per lo sviluppo umano. Purtroppo ci fu un periodo in cui il governo requisì tutti i nostri centri educativi, e per anni avemmo molti problemi. Nel 2006, proprio grazie al futuro Leone XIV, che teneva moltissimo ai progetti nel Paese, riuscimmo a inaugurare un nuovo collegio per tantissimi ragazzi e ragazze. Per capire quanto tenesse al mio Paese, basti ricordare che, divenuto priore generale il giorno del suo 46 compleanno, il 14 settembre, a novembre era già da noi in Nigeria. Non mancò neanche un capitolo: era sempre presente. Aveva programmato una visita alla provincia nigeriana anche per il prossimo luglio, ma credo dovrà rimandare", commenta ironicamente il religioso. "Credo che l'Africa sarà centrale nel pontificato di Leone XIV - riprende Edward Danaing Daleng -. Ha sempre mostrato un'attenzione particolare per il nostro continente, come ho detto amava visitarlo, incontrare, capire, ascoltare. Posso dire con certezza che tra le sue migliori attitudini ci sono la capacità di ascoltare, di restare sempre umile, di mettersi a servizio. Io lo conosco bene: è stato lui a volermi a Roma e a inviarmi a svolgere un servizio nella sagrestia pontificia quando era Papa Benedetto XVI. È un grande ascoltatore, sempre sorridente, sa sempre trovare una soluzione. E tutto ciò, per l'Africa e per la Chiesa tutta, è un dono. Se negli anni tanti confratelli africani sono venuti a formarsi a Roma, è grazie a lui". L'ultima visita in Kenya di Papa Leone XIV L'ultima visita che ha fatto in Africa è stata in Kenya, alla fine del 2024. In quell'occasione il cardinale Prevost presiedette la dedicazione della cappella della Madonna del Buon Consiglio presso il convento di Sant'Agostino di Karen, nella provincia di Nairobi, il 10 dicembre. "Ha sempre tenuto in modo speciale alla missione in Kenya - conclude il sacerdote agostiniano - fin dai suoi primi passi, agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso. Lì abbiamo vari centri, alcuni voluti proprio da lui. Tra questi, uno per malati di Aids che fu inaugurato nel 2004".
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