s

Estero
Lavorare scalzi in ufficio si può. Aumenta la produttività
Oggi 01-10-25, 03:09
AGI - Scalzi in ufficio si può. Dopo aver imperversato nella Silicon Valley, la moda è arrivata anche nel Regno Unito, dove sempre più startup hanno deciso di consentire ai dipendenti di non indossare le scarpe sul posto di lavoro, con la speranza di alleviare lo stress e stimolare la creatività. Tra queste c'è HelloSKIN, un'azienda che produce prodotti per la pelle la cui fondatrice, Natalie James, l'anno scorso ha introdotto una politica che prevede solo l'uso dei calzini. I benefici percepiti del lavoro senza scarpe "Gli uffici sono, per loro stessa natura, ambienti stressanti", ha dichiarato James al 'Guardian', "se una piccola cosa come togliersi le scarpe ti fa sentire più a tuo agio - e quindi più creativo - allora è una cosa ovvia". James ha delle regole: niente piedi nudi, solo calzini puliti (senza buchi) e in cucina, in bagno e all'aperto le scarpe devono essere indossate. "C'è stato sicuramente un aumento della calma, e con questo si sono aggiunte una migliore concentrazione e una maggiore creatività", assicura James. L'esperienza di Tao Climate Gary Brynes, Ceo dell'azienda tecnologica Tao Climate, incoraggia i suoi colleghi in tutto il mondo a lavorare scalzi. "L'ufficio è un posto super noioso e super impegnativo", ha spiegato il manager al quotidiano britannico, "un tema ricorrente negli uffici è che alle persone non piace starvi. Qualsiasi cosa renda le cose più facili è un bene per la produttività, il benessere e la felicità". Le perplessità e i rischi della nuova tendenza Non tutti però apprezzano la novità. "Crediamo nelle scarpe. Incoraggiamo le startup a sviluppare la propria cultura aziendale come meglio credono, ma quando forniamo consulenza, cerchiamo di concentrarci meno sui commenti in ufficio e sulle calze e più sugli strumenti collaborativi, sulla consapevolezza del denaro e sull'etica dell'integrazione dell'intelligenza artificiale", osserva Aaron Asadi, amministratore delegato della piattaforma di supporto alle imprese Enterprise Nation. Il professor Mustafa Ozbilgin, che si occupa di inclusione sul posto di lavoro alla Brunel University di Londra, vede invece il rischio di tensioni generazionali. "I lavoratori più giovani potrebbero vedere l'informalità come un segno di creatività. I lavoratori più anziani potrebbero vederla come poco professionale", spiega l'accademico al 'Guardian', "questo divario può creare differenze nel modo in cui le persone vengono valutate".
CONTINUA A LEGGERE
7
0
0
Guarda anche
Agi
Ieri, 23:50