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Cronaca
Le app del fitness possono generare ansia
Oggi 24-10-25, 11:19
AGI - Diete monitorate al grammo, obiettivi giornalieri, notifiche incessanti e classifiche digitali: le app per il fitness e il conteggio delle calorie, nate per migliorare la salute e motivare gli utenti, rischiano di ottenere l'effetto opposto. Secondo un nuovo studio condotto dall'University College London (Ucl) e dalla Loughborough University, alcuni utenti sperimentano vergogna, frustrazione e perdita di motivazione, con un impatto negativo sul benessere psicologico. Pubblicata sul 'British Journal of Health Psychology', la ricerca ha analizzato quasi 59mila post pubblicati su Twitter (prima che la piattaforma diventasse X) relativi a cinque delle app più popolari, utilizzando modelli di intelligenza artificiale per isolare e classificare oltre 13mila messaggi a contenuto negativo. Molti utenti hanno descritto sensi di colpa nel registrare cibi "non sani", irritazione per i promemoria automatici e delusione per non aver raggiunto gli obiettivi fissati dall'algoritmo. In diversi casi, le esperienze si traducevano in demotivazione o abbandono dell'app, l'esatto contrario dell'effetto desiderato. Colpa e autoaccusa "Abbiamo osservato una forte presenza di colpa e autoaccusa, con persone che si sentivano inadeguate o fallimentari - spiega la dottoressa Paulina Bondaronek (Ucl Institute of Health Informatics), autrice principale dello studio - queste reazioni emotive possono minare la motivazione e, di conseguenza, la salute stessa". Secondo gli autori, molte app di fitness si basano su metriche troppo rigide, concentrandosi esclusivamente su calorie bruciate o peso perso, e trascurano dimensioni fondamentali del benessere, come la soddisfazione personale e la connessione sociale. Le analisi hanno evidenziato casi limite: un utente ha riferito che l'app gli aveva suggerito di consumare "700 calorie al giorno", mentre altri segnalavano raccomandazioni irrealistiche e insostenibili. Altri ancora lamentavano problemi tecnici, perdita di dati o notifiche invadenti che li "tormentavano" durante la giornata. Una delle scoperte più rilevanti è che monitorare costantemente l'attività fisica può ridurre il piacere dell'esercizio stesso. "Quando le persone si sentono sotto pressione o giudicate da un'app - aggiunge la coautrice Lucy Porter (Ucl Division of Psychology & Language Sciences) - il rischio è che smettano del tutto di usare lo strumento, o che trasformino l'attività fisica in un obbligo carico di ansia, non in un piacere". I ricercatori propongono di ripensare il design delle app di salute, sostituendo la logica del controllo e della punizione con un approccio centrato sul benessere complessivo. "Serve - commenta Bondaronek - più empatia digitale. Le app dovrebbero incoraggiare gentilezza verso sè stessi, non colpevolizzazione". Lo studio, condotto con il contributo della University of Westminster e della Loughborough University, non nega che queste app possano offrire anche benefici, ma mette in guardia sul rischio di trasformare strumenti di supporto in fonti di stress. "Essere troppo severi con sè stessi non aiuta a migliorare - conclude Bondaronek - dobbiamo imparare a usare la tecnologia come alleato, non come giudice".
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Il Resto del Carlino
