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Estero
L'Iran annuncia: "I negoziati con gli Usa domenica in Oman"
10-06-2025, 16:31
AGI - Iran e Stati Uniti terranno un nuovo round negoziale, questa settimana, sul programma nucleare iraniano, nonostante le divergenze sulla questione dell'arricchimento dell'uranio. I due Paesi hanno tenuto cinque round di colloqui dal 12 aprile, con la mediazione dell'Oman; stanno cercando di raggiungere un accordo che impedisca a Teheran di acquisire armi nucleari - un'ambizione che Teheran nega da sempre - in cambio della revoca delle sanzioni che stanno paralizzando la sua economia. I colloqui sono in stallo sulla questione dell'arricchimento dell'uranio: gli Stati Uniti chiedono all'Iran di rinunciare completamente alle sue armi nucleari, mentre Teheran considera questa richiesta irricevibile, sostenendo che viola il Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), di cui è firmataria. Posizioni e richieste delle parti Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), l'Iran è l'unico Stato non nucleare ad aver arricchito l'uranio a un livello elevato (60%), ben al di sopra del limite del 3,67% stabilito dall'accordo Jcpo, concluso con l'Iran nel 2015, da cui gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente nel 2018. Per costruire una bomba, l'arricchimento deve essere portato al 90%. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante un colloquio telefonico nella tarda serata di ieri con Benjamin Netanyahu, ha informato il premier israeliano che Washington ha trasmesso un'"offerta ragionevole" a Teheran nell'ambito delle discussioni sul programma nucleare iraniano. Lo stesso Trump ha annunciato che i funzionari iraniani e americani si incontreranno giovedì, 12 giugno; Teheran, invece, ha comunicato che il sesto round di colloqui sul nucleare si terrà a Muscat domenica 15 giugno e che il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, sarà in Norvegia giovedì per partecipare al Forum di Oslo. Si tratta di un evento che riunisce leader politici e mediatori dal 2003 per cercare di risolvere i conflitti e affrontare le questioni geopolitiche. Proposte e critiche La Repubblica islamica ha indicato ieri che presenterà presto una proposta di accordo agli Stati Uniti, a seguito di un'iniziativa iniziale statunitense criticata dal governo iraniano. Il testo statunitense, che non è stato reso pubblico, non menziona la questione della revoca delle sanzioni, che Teheran ha reso una priorità, secondo il presidente del Parlamento iraniano Mohammad-Bagher Ghalibaf. La settimana scorsa, la Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, ha definito la proposta americana "al 100% contraria" agli interessi del suo Paese. Il viceministro degli Esteri iraniano, Majid Takht-Ravanchi, ha tuttavia negato che i negoziati siano giunti a un punto morto. "Qualsiasi negoziato a livello internazionale richiede molta pazienza per raggiungere un risultato", ha sottolineato Takht-Ravanchi, diplomatico di lunga data, in un'intervista all'Irna. Risoluzioni e minacce L'annuncio del sesto round di colloqui tra Teheran e Washington arriva mentre è in corso la riunione del Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) che dovrebbe esaminare le attività dell'Iran. In questo contesto, secondo fonti diplomatiche, l'Europa e gli Stati Uniti intendono presentare una risoluzione contro Teheran, con la minaccia di deferire la questione alle Nazioni Unite. Una iniziativa del genere darebbe la possibilità di attivare il cosiddetto 'snapback', il meccanismo previsto nell'accordo sul nucleare del 2015 e che consente il ripristino delle sanzioni Onu all'Iran. Teheran ha minacciato di ridurre la sua cooperazione con l'Aiea, se venisse adottata una risoluzione in questo senso. Accordo del 2015 e tensioni attuali L'accordo del 2015 è stato concluso tra l'Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Russia) più la Germania. Nel 2018, Trump ha ritirato unilateralmente gli Usa dall'accordo e ha ripristinato le sanzioni americane. Teheran ha successivamente intensificato il suo programma nucleare per rappresaglia. Israele considera le attività nucleari iraniane una minaccia esistenziale e il primo ministro Benjamin Netanyahu non ha escluso un attacco militare contro gli impianti nucleari iraniani. La Repubblica islamica, dal canto suo, ha avvertito che reagirà a qualsiasi attacco prendendo di mira gli impianti nucleari di Israele, un Paese considerato dagli esperti l'unica potenza nucleare in Medio Oriente. Teheran ha affermato sabato, senza prove a supporto, di possedere enormi quantità di informazioni riservate su Israele, inclusi i suoi siti nucleari e il programma missilistico balistico.
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