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Cronaca
L'omicidio di Willy. Ergastolo a Marco Bianchi, 28 anni a suo fratello Gabriele
Oggi 14-03-25, 17:35
AGI - Un ergastolo e 28 anni di carcere: sono queste le pene comminate in appello-bis ai fratelli Bianchi per l'uccisione di Willy Monteiro Duarte, il 21enne italo-capoverdiano massacrato di botte il 6 settembre 2020, a Colleferro. La Corte d'Assise d'Appello di Roma ha condannato all'ergastolo il 26enne Marco Bianchi e a 28 anni il fratello maggiore, il 30enne Gabriele, a cui sono state concesse le attenuanti generiche. "Noi non siamo dei mostri, chiediamo scusa alla famiglia di Willy per il dolore che prova e per quello che è avvenuto", avevano detto i due prima che i giudici entrassero in camera di consiglio. Marco Bianchi aveva però ammesso di aver sferrato "un calcio alla vittima", ma di non aver infierito quando questa era "a terra". "Le condanne dei ragazzi non ci ridanno Willy", ha commentato amara la madre della vittima, Lucia Monteiro Duarte, "spero solo che questi ragazzi apprezzino il fatto che sono vivi e i loro familiari possono vederli e sentire la loro voce. Invece a noi di Willy è rimasta solo una fotografia da guardare. E la sua voce è solo un ricordo lontano. Mi auguro che i fratelli Bianchi imparino a rispettare gli altri e a fare in modo che un'altra famiglia non viva quello che abbiamo vissuto noi". La procura generale di Roma aveva chiesto l'ergastolo per entrambi i fratelli nell'udienza del 17 gennaio. Il processo era tornato davanti ai giudici di secondo grado per volere della Cassazione solo per la questione relativa alle attenuanti concesse in appello ai fratelli di Artena. Nel processo di secondo grado i due si erano infatti visti ridurre la condanna a 24 anni, rispetto all'ergastolo inflitto nel luglio del 2022 dalla Corte d'Assise di Frosinone. Sono invece diventate definitive le pene per gli atri due imputati: Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, rispettivamente a 23 e 21 anni di carcere. La pena dei Bianchi era stata ridotta perché la loro azione omicida veniva inquadrata come 'dolo eventuale': avrebbero picchiato Willy non con l'intenzione di ucciderlo, ma accettando il rischio che questo potesse accadere, essendo entrambi due lottatori di Mma. Partendo da questo punto, secondo i giudici d'appello, la condanna all'ergastolo andava rivista per tre motivi: non avevano partecipato alla lite iniziale da cui è scaturita l'aggressione; il pestaggio si è risolto in un breve lasso di tempo; la personalità negativa dei Bianchi non sarebbe stata così spiccata da potere essere presa in considerazione per il delitto. Sotto questo punto di vista, secondo i giudici di appello, la Corte d'Assise di Frosinone si sarebbe fatta condizionare dal clamore mediatico sulla figura dei due fratelli. Le conclusioni dell'appello erano state poi impugnate dalla Procura generale in Cassazione e la Corte aveva deciso per un appello bis solo per la concessione delle attenuanti.
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