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Estero
Londra prova la castrazione chimica degli stupratori
Oggi 22-05-25, 14:59
AGI - La Gran Bretagna comincia a testare la castrazione chimica per combattere il sovraffollamento delle carceri. Il ministro della Giustizia Shabana Mahmood ha annunciato un programma pilota in 20 prigioni sui condannati per reati sessuali. Mahmood ha dichiarato in Parlamento che prenderà in considerazione anche l'idea di rendere obbligatoria la castrazione, intesa a prevenire la recidiva, come già avviene in altri paesi, tra cui gli Stati Uniti, sebbene questa ipotesi sia stata messa in discussione dalle organizzazioni per i diritti umani. Il ministro ha affermato che la somministrazione di farmaci "per controllare l'eccitazione sessuale problematica" - ad esempio nei pedofili - sarebbe accompagnata da "interventi psicologici che affrontino altre possibili cause delle aggressioni, come l'affermazione di potere e controllo". La proposta di castrazione è inclusa in un rapporto commissionato dal governo all'ex ministro conservatore David Gauke, che contiene diverse raccomandazioni per la gestione carceraria. Di fronte all'attuale carenza di posti nelle carceri, il governo laburista ha annunciato la costruzione di tre nuovi centri negli ultimi mesi e ha autorizzato il rilascio anticipato dei detenuti accusati di reati minori. Nel suo discorso ai parlamentari, Mahmood ha confermato che accetterà in linea di principio il modello di "progressione guadagnata" proposto da Gauke, che consentirà ai trasgressori di progredire attraverso tre fasi entro tempi determinati dalla sentenza e dalla gravità del reato. Alla fase di custodia, in cui i detenuti vengono incoraggiati a comportarsi bene, segue quella della custodia, in cui vengono gestiti con diversi gradi di supervisione e condizioni di rilascio e infine la fase a rischio, in cui non ricevono una supervisione attiva ma possono essere nuovamente incarcerati se recidivano. D'altro canto, il ministro ha respinto la proposta contenuta nel documento secondo cui i criminali pericolosi, compresi i terroristi, potrebbero richiedere la libertà vigilata prima di aver scontato due terzi della pena nel caso in cui abbiano maturato dei "crediti" per le attività di riabilitazione svolte in carcere. Il rapporto propone inoltre che i tribunali modifichino le loro procedure di condanna per ridurre il ricorso alla detenzione. Suggerisce, ad esempio, che nei casi in cui verrebbero imposte pene più brevi, si dia priorità a multe o sanzioni alternative, come il divieto di viaggio, di guida o di giocare a calcio. Chiede inoltre un maggiore ricorso alla sospensione della pena per i criminali a basso rischio con esigenze particolari, come le donne incinte o i tossicodipendenti, e di aumentare le espulsioni degli immigrati autori di reati e di ampliare i tribunali specializzati in violenza domestica per migliorare il supporto alle vittime e garantire un trattamento sano e riabilitativo ai trasgressori.
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