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Estero
L'Ue passa ai fatti, controdazi da 21 miliardi
09-04-2025, 18:13
AGI - L'Unione Europea passa ai fatti: i Ventisette (o meglio, i Ventisei, data la contrarietà dell'Ungheria) hanno approvato le contromisure commerciali in risposta ai dazi americani sull'acciaio e sull'alluminio. Dettagli delle contromisure: importi, fasi e strategia L'ammontare complessivo è di 20,9 miliardi di euro (contro i 28 miliardi che dovrebbe incassare il tesoro americano dalle nuove tariffe), suddiviso in tre fasi [*Nota: il testo originale indicava erroneamente "quattro fasi"*]: dazi per 3,9 miliardi a partire dal 15 aprile, ulteriori 13,5 miliardi dal 15 maggio e infine 3,5 miliardi dal primo dicembre. Le tariffe varieranno tra il 10% e il 25%, a seconda dei prodotti. Al contrario della politica adottata dall'amministrazione di Donald Trump, che colpisce senza distinzioni, la strategia europea è più chirurgica: massima leva sugli americani con il minor danno possibile per le imprese europee. Anche per questa ragione sono state tolte dalla vecchia lista il whisky e il bourbon. Posizione europea: fermezza e apertura al dialogo Nel mirino di Bruxelles finiscono quindi non solo acciaio e alluminio ma altri settori chiave come agroalimentare, cosmetica, tessile e beni industriali. "L'Europa è aperta al commercio e agli investimenti", ha rassicurato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, incontrando i rappresentanti delle imprese americane. "Noi negoziamo, non alimentiamo le tensioni, per mantenere fluide le catene di approvvigionamento tra UE e USA. Investite qui, beneficiate qui", ha aggiunto. La Commissione ha precisato che le contromisure potranno essere sospese qualora si arrivi a un accordo negoziale "equo e bilanciato" con Washington. Tuttavia, l'Unione ha agito ritenendo i dazi statunitensi "ingiustificati e dannosi" per l'economia europea e globale. I prodotti Usa nel mirino di Bruxelles Tra i prodotti colpiti finiscono quindi mais, riso, legumi, succhi di frutta, conserve, frutta secca e semi oleosi, tabacco lavorato e sigari. Per il consumo quotidiano sono previsti dazi su cosmetici, prodotti per la cura della persona, articoli tessili come T-shirt, camicie e lenzuola, calzature e ombrelli. L'industria viene colpita con misure su laminati d'acciaio, tubi, barre, raccordi e strutture metalliche, oltre a manufatti e articoli in alluminio. Rientrano infine nella lista anche coltelleria, ferramenta e articoli da cucina. Colpire dove fa più male: obiettivi strategici Usa Non mancano riferimenti mirati a comparti strategici USA: la soia (proveniente da Stati come la Louisiana, feudo dello speaker della Camera Mike Johnson), la carne bovina e il pollame (settori centrali per Stati repubblicani come Nebraska e Kansas). Bruxelles ha puntato anche su prodotti industriali come forni, stufe, congelatori e tosaerba, beni per cui l'UE ritiene di avere alternative interne. Le iconiche motociclette Harley-Davidson, già bersaglio di precedenti misure, rientrano nuovamente tra i prodotti colpiti. Coinvolto anche il settore del legno, fondamentale per economie come Georgia, Virginia e Alabama. Sviluppi futuri e timori sull'unità europea Ora si guarda avanti. L'intenzione è negoziare, ma si preparano altre contromisure per rispondere ai cosiddetti dazi reciproci e a quelli sull'auto (che costano all'UE oltre 50 miliardi). Nulla è escluso, compreso il ricorso allo strumento anti-coercizione (il "bazooka") che limiterebbe il mercato UE per le aziende americane, colpendo in particolare le Big Tech. Tuttavia, vi è il timore che l'unità europea non regga. La Francia (con il ministro Marc Ferracci) ha espresso preoccupazione sulla possibilità che la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, nella sua visita alla Casa Bianca del 17 aprile, giochi più per l'Italia. Di diverso avviso il leader del PPE, Manfred Weber, che ha espresso sostegno a Meloni, definendola "radicata nella prospettiva europea".
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